assurda polemica

Adinolfi contro anche al Vaticano sul logo del Giubileo: "Ma dove siamo, al Gay pride?"

Ma il simbolo non ha nulla a che fare con la comunità Lgbt+, e lo ha spiegato monsignor Rino Fisichella.

Adinolfi contro anche al Vaticano sul logo del Giubileo: "Ma dove siamo, al Gay pride?"
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Mario Adinolfi fa sempre parlare di sé. E questa volta il  leader del Popolo della Famiglia (evidentemente non scottato dalla clamorosa scoppola elettorale a Ventotene, dove non ha preso neppure un voto) se la prende pure con il Giubileo e il logo che a detta sua richiama al Gay pride.

Adinolfi e il logo del Giubileo "che sembra il Gay pride"

Il logo Giubileo del 2025 è stato ideato da Giacomo Trevisani e raffigura un’immagine con quattro omini stilizzati, ognuno con un colore diverso (quattro, dunque, meno dei sei della bandiera arcobaleno, ma per Adinolfi non importa questo dettaglio), che abbracciano un'ancora che richiama la Croce.

Per arrivare alla scelta era stato indetto un concorso internazionale a cui hanno partecipato studenti, istituti religiosi, grafici e artisti. Sono arrivate 294 proposte, provenienti da 213 città e 48 Paesi diversi, e alla fine ha prevalso questo, che ha attirato le critiche di Adinolfi, affidate a un post su Instagram.

"Ma, porca pupazza, è il Giubileo o un Gay Pride? Proprio l’arcobaleno dovevano scegliere nel logo? Comunque, sia chiaro, io sono quello blu: l’ultimo del trenino".

 

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Il vero significato del logo

In realtà, non c'entrano le tanto temute "lobby gay", e a spiegare il significato del logo ci ha pensato - durante la presentazione in Vaticano - monsignor Rino Fisichella.

I quattro omini stilizzati rappresentano l'umanità che proviene dai quattro angoli della terra e si abbraccia in segno di solidarietà e fratellanza tra i popoli. La fila viene aperta da uno che si   aggrappa a una croce, simbolo della fede e della speranza in Dio. A muoverli sono le onde, che simboleggiano il pellegrinaggio della vita, non sempre calmo. Il rosso è l’amore e la condivisione, il giallo/arancio è il calore umano, il verde la pace, l’azzurro la sicurezza e la protezione e il nero della croce è l’autorevolezza e l’introspezione. Infine, il logo vuole lanciare un messaggio di fratellanza sottolineando che il pellegrinaggio non è un percorso individuale ma comunitario e dinamico.

Insomma, un messaggio che dovrebbe piacere a tutti, soprattutto a un cattolico come Adinolfi. E invece...

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