"Siamo ancora in fase pandemica"

Proroga per le mascherine sui luoghi di lavoro: si decide all'ultimo

Decisivo l'incontro che si terrà giovedì 30 giugno, quando scade il provvedimento.

Proroga per le mascherine sui luoghi di lavoro: si decide all'ultimo
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Un aggiornamento che va ragionato con cura e buon senso soprattutto alla luce dell'attuale situazione della pandemia da Covid-19 che, stando agli ultimi  dati testimonia il continuo trend crescente della curva dei contagi. E così il Governo valuta attentamente cosa fare per l'utilizzo delle mascherine sui luoghi di lavoro. Una decisione era attesa già per lunedì 27 giugno 2022, ma presumibilmente arriverà nel tavolo previsto per giovedì 30 giugno, data di scadenza dell'attuale provvedimento.

Mascherine sul lavoro: decisione in extremis

Dopo mesi di apparente tranquillità, la pandemia da Covid-19 è tornata a farsi sentire nella nostra Penisola con qualche mese di anticipo rispetto alle previsioni degli esperti che parlavano di una nuova forte ondata verso autunno.

L'analisi dei dati attuali e di quelli raccolti nelle settimane precedenti mostra quindi una netta risalita dei contagi, a fronte però di una situazione stabile di ricoveri ospedalieri e di decessi. Una tendenza, quest'ultima, che è stata commentata con queste parole da Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità:

"Siamo ancora in fase pandemica e l'attuale ondata epidemica crescerà ancora nei prossimi mesi. Tutto il sistema di controllo è pienamente operativo e si sta monitorando attentamente la sottovariante Omicron 5. Il virus non va sottovalutato".

Nonostante la vaccinazione di massa, virologi e immunologi avevano messo in guardia riguardo la convivenza a stretto contatto con il Covid: le continue mutazioni del virus, infatti, ora arrivato ad Omicron 5, non consentono ancora di adagiarsi sugli allori, tornando alla nostra vita di sempre. Per questo motivo, lunedì 27 giugno 2022, si è tenuti un incontro tecnico tra ministero del Lavoro, della Salute e Inail nell'ambito del tavolo, già aperto, per valutare un aggiornamento del protocollo di sicurezza anti-Covid nei luoghi di lavoro che, al momento, è ancora in vigore e prevede tra le altre misure l'obbligo delle mascherine nei casi di condivisione degli ambienti.

Le valutazioni sul mantenere i dispositivi di protezione individuale al lavoro dovranno essere fatte sia in riferimento all'indice di replicazione Rt, tornato ad essere superiore ad 1, ma anche in base all'incidenza settimanale dei casi, cresciuta questa settimana a 504 casi ogni 100mila abitanti (la scorsa settimana era 310 contagi ogni 100mila abitanti).

Quando arriverà la decisione

La decisione, dunque, arriverà in extremis. Probabile che, come ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a Radio24, saranno le associazione di categoria a rinnovare o meno l’utilizzo della mascherina. Da chiarire rimane l'omogeneità tra pubblico e privato: per il settore pubblico, infatti, la mascherina non è più obbligatoria, ma soltanto raccomandata già da maggio, mentre per i privati l'obbligo è rimasto. Possibile che si trovi una situazione di "mediazione", con il prolungamento del provvedimento per coloro che lavorano a stretto contatto con il pubblico.

Evitare il collasso degli ospedali

Alla luce di quanto sta accadendo ora con l'ennesima risalita dei contagi da Covid-19, il segretario nazionale uscente del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Carlo Palermo, si è messo preventivamente richiedendo degli interventi straordinari per evitare un altro drammatico collasso delle strutture ospedaliere che, durante le fasi più complesse della pandemia, non hanno saputo reggere in alcuni casi al consistente arrivo di nuovi ricoveri causati dal virus.

"Misure straordinarie per evitare il collasso dell'intera sanità ospedaliera e un aumento della spesa corrente per un adeguamento degli organici, sia in Pronto soccorso che nei reparti, insieme con l'aumento dei posti letto ordinari. Servono anche interventi strutturali, non provvedimenti tampone, allo scopo di evitare che il diritto alla salute venga affidato alla carta di credito oltre che al luogo di residenza".

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