"Vuoi continuare a lavorare? Fai sesso con me". A giudizio direttore di una casa di riposo

"Vuoi continuare a lavorare in questa casa di riposo? Fai sesso con me". Sarebbero durate sette lunghi anni, dal mese di agosto 2009 allo stesso mese del 2016, le continue pressioni e le molestie del direttore di una casa di riposo biellese - ora in pensione - nei confronti di una dipendente. Se la donna non avesse ceduto alle avances sessuali, il suo superiore le avrebbe ridotto le ore di lavoro e le avrebbe assegnato turni incompatibili con le sue esigenze familiari.

La denuncia

Come racconta Prima Biella, la dipendente, che oggi ha 41 anni, non ce l'ha più fatta. Prima ha raccontato di quell'inferno ad un'amica e subito dopo al parroco del suo paese. Si è poi presentata in Procura, nell'ufficio dell'aliquota Carabinieri coordinata dal luogotenente Tindaro Gullo, e ha denunciato ogni cosa.

Gli scorsi giorni, l'accusato - che ha 69 anni e nel frattempo è andato in pensione - si è presentato davanti al giudice dell'udienza preliminare per rispondere delle accuse di violenza sessuale e stalking. E' difeso dall'avvocato Andrea Ventura. L’uomo, che nega ogni addebito, è stato rinviato a giudizio dal gip del tribunale di Biella.

Le indagini dei Carabinieri

Le indagini dei Carabinieri sono state rapide ed hanno ricostruito nel dettaglio molestie, ricatti, abusi sessuali, palpeggiamenti in ascensore; sempre con la minaccia del peggioramento delle condizioni lavorative che incombeva sulla dipendente. Tutto è iniziato con delle molestie che sarebbero poi proseguite anche di notte con i turni di lavoro della donna resi funzionali dall'imputato alla possibilità di avere degli incontri sessuali con lei. Il passo successivo era stato di chiederle prestazioni sessuali, consumate in parte nella stessa casa di riposo e, a volte, in un albergo di Santhià. In caso contario addio al posto di lavoro.