Il giorno delle verifiche

Tragedia asilo L'Aquila: "Abbracceremo la proprietaria dell'auto che ha ucciso nostro figlio, anche lei vittima"

La mamma 38enne originaria della Bulgaria: "Ho provato a fermare l'auto con le mani". Il figlio intanto sostiene di non aver toccato il freno a mano.

Tragedia asilo L'Aquila: "Abbracceremo la proprietaria dell'auto che ha ucciso nostro figlio, anche lei vittima"
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Oggi, venerdì 20 maggio 2022, è il giorno degli accertamenti sull'automobile che mercoledì 18 maggio a L'Aquila è piombata all'improvviso nel cortile di un asilo, ferendo cinque bambini e uccidendone uno, il piccolo Tommaso, di soli 4 anni. E' una giornata importante perché si potrà capire qualcosa di più sul "giallo del freno a mano".

Tragedia asilo L'Aquila: il giorno delle risposte

Già, perché ancora non si sa cosa abbia fatto muovere la Volkswagen Passat della 38enne bulgara che era andata a prendere i suoi gemellini. Se sia stata la donna a non inserire il freno o la marcia, il figlio maggiore di 11 anni che si trovava a bordo a disinserire il freno a mano o un guasto tecnico.

Intanto la donna è stata indagata per omicidio stradale, ma non finirà in carcere (previsto invece per la flagranza di questo genere di reato) proprio per le particolari condizioni dell'accaduto.

Il ragazzino, invece, ha ripetuto più volte di non aver toccato il pulsante per "sfrenare" l'auto. Un'altra spiegazione plausibile è che la madre abbia lasciato innestata la marcia ma non il freno a mano e che il figlio abbia accidentalmente toccato la leva del cambio, innescando così il movimento. Saranno gli accertamenti tecnici a scandagliare nella memoria della vettura (il freno a mano è di tipo elettronico e dunque potrebbe aver registrato l'accaduto) per provare a dare una risposta.

La disperazione e il perdono

Quel che è certo è che a L'Aquila sono giorni di disperazione, ma non di rabbia. Perché la tragedia è anche quella della famiglia bulgara suo malgrado protagonista dell'accaduto. La donna, come ci ha riferito il suo avvocato Francesco Valentini, è disperata, così come i parenti. Racconta di aver visto la vettura in moto e di aver provato a fermarla con le mani, senza esserci riuscita. Ha anche riportato di aver parcheggiato in piano e non in discesa, ma come ha spiegato il suo legale è comprensibilmente sconvolta e non ricorda moltissimo di quei momenti.

Nessuno, però, se la prende con lei o con il ragazzo. Anche la famiglia di Tommaso. Il padre, sentito da Repubblica, ha mostrato una grandissima forza d'animo:

"È stata una fatalità, una disgrazia. Lei non c'entra nulla. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata. È giusto darle un abbraccio e farle sentire che abbiamo capito".

Nuovi indagati

Intanto l'inchiesta potrebbe coinvolgere anche altre persone: la Procura della Repubblica e la Squadra Mobile dell'Aquila stanno facendo accertamenti sulla  sicurezza all'esterno dell'asilo e negli spazi circostanti. In particolare gli approfondimenti documentali e tecnici tendono a chiarire se le macchine potessero parcheggiare e se a norma e sufficiente la recinzione nel giardino.

I precedenti

Purtroppo, non è la prima volta che accade qualcosa di simile. Lo ha ricordato in un accorato post su Facebook Annabianca Vincenzi, mamma di Emma, bimba che nel 2019 a Torino fu investita da un'auto con il freno a mano inserito male e che chiede ora provvedimenti per evitare altre tragedie del genere.

Emma era stata investita insieme ad altri due bambini (fortunatamente non gravi) da un Suv senza conducente parcheggiato in pendenza e che piano piano aveva cominciato a muoversi prendendo sempre più velocità e travolgendo i piccoli. Emma aveva subito un forte trauma cranico e i medici in un primo momento non le avevano dato molte speranze. Era stata elitrasportata al Regina Margherita dove aveva subito un delicatissimo intervento alla testa durato sei ore ed eseguito dall’equipe della dottoressa Paola Peretta.

La piccola Emma insieme al suo fratellino

Alla fine la piccola era riuscita a cavarsela, ma anche oggi porta i segni di ciò che è accaduto.

"7 agosto 2018: Lavinia, 16 mesi, investita all'asilo nido perché la maestra lascia il cancelletto aperto, Lavinia gattona nel cortile e una mamma entra con l'auto, non la vede e la prende in pieno. Lavinia è in stato vegetativo da allora. 💔
8 ottobre 2019: Emma, la mia Emma, la mia luce, due anni e 8 mesi, investita all'asilo nido perché una macchina è stata fatta entrare e posteggiare accanto a dove i bambini stanno giocando all'aperto (e il freno a mano probabilmente non era stato inserito). L'auto urta la testolina di Emma, frantumando il cranio, facendo uscire una parte del cervello, e le passa sopra, fratturando il fegato e creando un'emorragia quasi letale. Emma entra in coma e viene portata intubata in elicottero al Regina Margherita di Torino (la benedizione di avere un ospedale pediatrico d'eccellenza a breve distanza, di avere l'elisoccorso... Troppi luoghi in Italia non hanno tutto ciò), dove è operata per ore e ore. 4 interventi dopo, Emma torna a casa, con un impianto nel cervello, senza olfatto e con rischi futuri di svariato genere, ma Emma c'è.
Oggi 18 maggio 2022: una macchina posteggiata si muove (forse perché all'interno è stato lasciato un bimbo che toglie il freno a mano, ancora non è chiaro), sfonda la recinzione di un asilo a L'Aquila, investe alcuni bambini. Una bimba è molto grave, è stata portata a Roma. Un bimbo non c'è più.
Un bimbo non c'è più.
Era all'asilo, giocava. Ora non c'è più.
Una mamma ha vissuto l'orrore che abbiamo vissuto noi per ore, e giorni, ma lei non ha avuto la benedizione che immeritatamente ho avuto io. Non ha più il suo bambino. Una famiglia è spezzata.
QUESTO NON PUÒ PIÙ SUCCEDERE.
Un bimbo ha smesso di vivere, di ridere, di correre.
Devono esserci norme che stabiliscono UNA DISTANZA MINIMA tra posteggi e asili, devono essere fatti controlli, devono essere fatte rispettare.
Aiutatemi a chiedere questo, aiutatemi a far sentire voci, condividete.
I bambini all'asilo vengono lasciati mentre i genitori lavorano, per stare AL SICURO, non può lì interrompersi la loro vita".
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