Indietro di 50 anni

Usa, Corte Suprema verso la cancellazione del diritto d'aborto

A rivelare le intenzioni il sito "Politico", che mostra anche in anteprima la bozza.

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Stati Uniti in subbuglio dopo che la testata "Politico" ha acceso la miccia, rivelando che la Corte Suprema sarebbe intenzionata votare per annullare la legge del 1973 che garantisce il diritto all'aborto. Il sito ha ottenuto una bozza, scritta dal giudice Samuel Alito, delle motivazioni con cui cinque dei nove giudici si appresterebbero a cancellare la storica sentenza Roe v. Wade. I diretti interessati sono corsi ai ripari dopo la fuga di notizie, asserendo che la bozza, pur essendo autentica, non rappresenta la posizione finale e definitiva della Corte.

Ma la polemica è infuriata, le piazze si sono riempite, e non è mancata neppure la dura reazione del presidente democratico Joe Biden.

La Corte Suprema Usa verso l'abolizione del diritto d'aborto

Centinaia di persone si sono già ritrovate davanti alla Corte Suprema per protestare, commentando la deriva come "orribile e senza precedenti, che conferma le peggiori paure". Anche le piazze delle maggiori città a stelle strisce sono state prese da'assalto da attivisti e cittadini comuni. Paese capolista dello sdegno è l'Oklahoma, dove il governatore repubblicano Kevin Stitt ha firmato e tramutato in legge il divieto di aborto dopo la sesta settimana.

La Roe v. Wade

Il 22 gennaio del 1973 la Corte Suprema americana stabilì che una donna aveva il diritto di abortire "senza limiti eccessivi da parte del governo". Una sentenza epocale la Roe v. Wade che ha cambiato il corso della storia dei diritti civili negli Stati Uniti. La Corte Suprema non legalizzò l'aborto di per sé, bensì decise che il diritto all'interruzione di gravidanza rientrava in quei diritti alla privacy garantiti dal 14esimo emendamento, puntualizzando che non è un "assoluto" ma deve essere bilanciato dai governi con regole che "tutelino la salute delle donne e del feto". Da allora negli Usa sono stati effettuati oltre 50 milioni di aborti ma negli ultimi anni, con un picco durante la presidenza di Donald Trump, sono aumentati gli Stati che hanno aggirato la sentenza imponendo durissime restrizioni sull'interruzione di gravidanza. Sono 26 in totale, con Texas, Oklahoma e Mississippi che hanno deciso le regole più restrittive. Nove hanno dei limiti sull'aborto che precedono la sentenza Roe v. Wade, e che non sono ancora stati applicati ma che potrebbero diventare effettivi nel caso la Corte Suprema dovesse ribaltarla e 13 hanno dei cosiddetti "divieti dormienti" che entrerebbero immediatamente in vigore dopo un eventuale decisione dei saggi.

L'ira di Biden

Pronta la reazione del presidente democratico Joe Biden:

"Credo che il diritto della donna a scegliere sia fondamentale, la Roe è stata una legge del Paese per quasi 50 anni, la correttezza di base e la stabilità della nostra legge richiedono che non sia ribaltata. Se la Corte suprema ribalterà la sentenza Roe v. Wade, spetterà ai nostri dirigenti eletti a tutti i livelli di governo proteggere il diritto della donna a scegliere e spetterà agli elettori eleggere dirigenti pro scelta".

E ancora l'inquilino della Casa Bianca ha parlato di un testo "radicale". Il presidente ha ricordato in una nota della Casa Bianca che la sua amministrazione "ha argomentato fortemente davanti alla Corte Suprema in difesa della Roe v. Wade", basata su "una lunga linea di precedenti che riconoscono il concetto del 14esimo emendamento della libertà personale, contro l'interferenza del governo con decisioni intensamente personali". Biden ha citato in particolare le impugnazioni delle leggi del Texas e di altri Stati (a maggioranza repubblicana) che limitano i diritti delle donne in tal senso.

Ha inoltre ordinato al consiglio sulla politica di genere e all'ufficio legale della Casa Bianca "di preparare opzioni per una risposta dell'amministrazione ai continui attacchi ai diritti riproduttivi e d'aborto, sotto una varietà di possibili esiti dei casi pendenti di fronte alla Corte Suprema".

"Saremo pronti quando sarà emessa qualsiasi sentenza", ha promesso.

Battagliera anche la la speaker della Camera, Nancy Pelosi:

"Molti di questi giudici conservatori, che non devono rendere conto al popolo americano, hanno mentito al Senato degli Stati Uniti e stracciato la costituzione. Se le notizie sono corrette, la Corte suprema è pronta a infliggere la più grande restrizione dei diritti degli ultimi 50 anni, non solo alle donne ma a tutti gli americani".

E gli americani cosa vogliono?

Stando a quanto riportano i sondaggi, gli americani (compresa una grossa fetta a fede repubblicana) non sarebbero concordi con la direzione della Corte Suprema.Un sondaggio che ha preso in esame il campione degli elettori alle ultime elezioni presidenziali ha evidenziato come il 69% ritiene che la Corte Suprema non debba toccare la legge del '73 mentre il 29% è per un suo superamento. Un altro sondaggio ha certificato come la maggioranza dei cittadini fosse a favore del mantenimento della possibilità di interrompere la gravidanza legalmente nella maggior parte dei casi, se non addirittura in tutti.

A decidere del destino di milioni, però, saranno una manciata di uomini e donne. Secondo le fonti informate di "Politico", quattro giudici di nomina repubblicana hanno votato per approvare il documento (e quindi abolire il diritto all'aborto): Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh, Amy Coney Barrett e Clarence Thomas. I tre giudici democratici, Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer, starebbero lavorando a una contro-bozza. Non è chiaro come si schiererà il presidente della Corte, John G. Roberts, che è considerato un moderato.

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