Show della leader di FdI

"Non sempre difendono il lavoro": Meloni attacca i sindacati il Primo Maggio. E con Salvini è gelo

Nel mirino anche la stampa "lunare", mentre sull'assenza di Salvini è stato il Capitano a spiegare tutto.

"Non sempre difendono il lavoro": Meloni attacca i sindacati il Primo Maggio. E con Salvini è gelo
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"Non sempre difendono il lavoro": la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni va di sciabola e attacca i sindacati proprio il Primo maggio. E' accaduto durante l'intervento conclusivo della Conferenza programmatica organizzata da FdI a Milano. A cui non c'era Matteo Salvini, che non ha risparmiato una bordata alla collega di coalizione.

"Non sempre difendono il lavoro", l'attacco di Giorgia Meloni ai sindacati

Cadendo in concomitanza con la tradizionale festa dei lavoratori, era quasi inevitabile che nel suo intervento finale della tre giorni milanese di FdI, Giorgia Meloni, dopo aver "fotografato" la situazione del Paese (economia, politica interna, Covid) ed estera (la guerra in Ucraina) potesse concentrarsi anche sul Primo Maggio, ma forse era meno preventivato un attacco così a muro contro i sindacati.

Nella fattispecie, l'ex ministro alle Politiche giovanili di uno dei Governi Berlusconi lo ha fatto parlando del concerto organizzato da Fratelli d'Italia durante la kermesse, mentre a Roma era in agenda come da tradizione quello organizzato dai sindacati.

"Che non sempre difendono il lavoro ma difendono soprattutto i propri iscritti".

Meloni scatenata, l'attacco alla stampa "lunare" e la destra "cupa"

Un attacco non certo di poco conto che poco dopo ha interessato anche la stampa finita nel mirino della leader di FdI:

"Hanno chiesto a un nostro delegato che indossava una maglietta nera se era un omaggio alle camicie nere, ma vi rendete conto di quanto siete lunari, ridicoli? La stampa dipingeva una destra cupa isolata in un recinto, non si capacitavano che fosse guidato da una donna, mentre in realtà non si accorgevano che stava nascendo un grande partito".

Meloni senza Salvini, c'eravamo tanto amati...

La convention di FdI è stata una grande successo di partecipazione, Meloni ha incassato il plauso non solo di militanti (dal vivo), dagli elettori, da politici che strizzano l'occhio al mondo conservatore, ma non poteva non passare in secondo piano l'assenza di Matteo Salvini.

Dopo aver condotto insieme tante battaglie, il feeling tra i due è risaputo sia ai minimi storici, ma forse proprio per questo, per cercare di risanare il rapporto in vista dei tanti appuntamenti elettorali in vista (Amministrative, ma soprattutto le Regionali di Lombardia, Lazio e Sicilia e ancor di più le Politiche) più di qualcuno si aspettava che il Capitano della Lega potesse passare almeno per un "saluto".

Un'ipotesi nemmeno troppo peregrina tanto è vero che è stato lo stesso Salvini a spiegare il perché invece la sua assenza dalla convention di Milan di FdI sia stata totale:

"Sarei andato volentieri a salutare Giorgia che è un'amica, ma qualcuno del suo partito ha detto che non ero gradito. Non mi piace fare l'imbucato alle feste".

"Ospite non gradito", il no del "colonnello"

Sì, perché fino all'ultimo Salvini aveva pensato a una presenza "non invasiva", ma il suo pensiero è stato "stoppato" da Ignazio La Russa che ha bollato l'ipotesi come "un controsenso", facendo di fatto capire che quella del leader leghista non era in fondo una presenza desiderata.

A quel punto Meloni, di fronte alla posizione di un suo storico "colonnello", per di più a Milano (sua seconda casa dopo Paternò) non ha saputo dir di no.

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