Crisi Ucraina, Cingolani ammette: "Italia totalmente dipendente dall'import, prezzo gas rimarrà alto"
Difficile fare una previsione, ma secondo il ministro non torneremo ai valori di un anno fa.
Che la crisi e la guerra (sempre più vicina) tra Russia e Ucraina avranno conseguenze anche per tutto il resto del mondo è ormai assodato. Per l'Italia il rischio è soprattutto quello di una crisi energetica, con il prezzo del gas (e non solo quello) destinato a crescere ulteriormente dopo i drammatici rincari degli ultimi mesi.
Crisi Ucraina, il ministro Cingolani: "Gas, prezzi alti ancora a lungo"
Non bastasse il caro bollette, a complicare la vita ci si è messa anche la situazione di tensione nell'Est Europa. Lo ha spiegato in Parlamento, aprendo l'informativa urgente alla Camera sull'incremento dei costi dell'energia e sulle misure adottate per contrastarne gli effetti, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani:
"La situazione è stata aggravata dalla rapida escalation della situazione tra Russia e Ucraina. Questo ha accelerato la necessità di interventi strutturali. Anche perché io temo che il prezzo del gas rimarrà abbastanza alto. Ora è difficile fare una previsione, ma difficilmente tornerà ai valori di un anno fa".
"Monitoriamo costantemente la situazione in coordinamento con le istituzioni europee, a livello nazionale si è già riunito diverse volte il comitato di emergenza gas. Cosa prevede il piano di emergenza? Maggiore flessibilità dei consumi di gas come interrompibilità al settore industriale e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico".
La situazione italiana
In Italia abbiamo ridotto la produzione" di gas "da 17 miliardi di metri cubi del 2000 a circa 3 miliardi nel 2020 a fronte di un consumo rimasto costante, oscillante tra 70 miliardi e 89 miliardi di metri cubi", ha precisato Cingolani sottolineando che non c'è stato per questo un beneficio ambientale ma solo un disinvestimento.
"L'Italia è di fatto totalmente dipendente dall'import di gas, per una quota di circa 43-45% dalla Russia. Uno dei pochi nostri punti di forza è che siamo riusciti a differenziare le sorgenti".
Cosa succederebbe in caso di guerra
Lo avevamo già scritto: anche se l’invasione non dovesse avvenire, la tensione internazionale resterebbe comunque altissima ancora per mesi. Anche nello scenario migliore il prezzo del gas naturale e del petrolio sono destinati a restare più alti rispetto alla normalità ormai perduta già prima di Natale. Per tutto il 2022 almeno non rivedremo le condizioni favorevoli di costo dell’energia degli anni scorsi. E potremmo ritrovarci in uno scenario del tutto simile a quarant'anni fa, quando i Paesi arabi chiusero i rubinetti del petrolio e ci ritrovammo fra austerithy e domeniche a piedi.