Non solo Gb, anche la Cina in allerta: dopo quella di Wuhan, salta anche la maratona di Pechino
Intanto l'Austria valuta il lockdown soltanto per i non vaccinati.
Non solo la Gran Bretagna. Anche la Cina fa i conti con una nuova escalation del Covid, e il governo prende i primi drastici provvedimenti. Sono bastati 26 casi per annullare la maratona di Wuhan (dove tutto è nato oramai quasi due anni fa), e lunedì 25 ottobre 2021 è stata cancellata anche quella di Pechino, in programma per domenica 31 ottobre 2021 e alla quale avrebbero dovuto partecipare circa trentamila persone.
Covid: torna l'allerta in Cina (con pochi casi)
Domenica 24 ottobre all'ultimo minuto è saltata la maratona di Wuhan e a poche ore di distanza è stata annullata anche la manifestazione nella capitale “in modo da prevenire il rischio di trasmissione dell’epidemia e per proteggere efficacemente la salute e la sicurezza di corridori, personale e residenti”, hanno affermato gli organizzatori in una nota.
I casi, in realtà, sono molto pochi - 39 nelle ultime 24 ore - ma Pechino ha sempre seguito una strategia rigida, capace di tenere comunque bassi i contagi. Per questo motivo le autorità hanno annunciato domenica la sospensione dei viaggi organizzati interprovinciali in cinque regioni in cui sono stati rilevati casi, tra cui Pechino. Alcune città hanno anche sospeso i servizi di autobus e taxi. Decine di migliaia di persone nel nord della Cina sono in lockdown da oggi.
Allerta per i giochi invernali
La sospensione delle due maratone a seguito di un focolaio Covid alza il livello di allerta per i Giochi olimpici invernali, in programma proprio a Pechino dal 4 al 20 febbraio 2022. Chiusure e blocchi mirati, test a tappeto sui residenti, servizi di trasporto limitati serviranno a limitare i contagi in vista del grande appuntamento? L'evoluzione della situazione verrà monitorata con grande attenzione dalle autorità cinesi nelle prossime settimane. L'intero mondo sportivo è però in allarme.
La situazione in Europa: la Gran Bretagna
Ben più seria appare però - stando ai numeri - la situazione in Europa. La Gran Bretagna è oramai da giorni al centro dell'attenzione del mondo intero, e Boris Johnson - che sin dall'inizio non è stato molto avvezzo alle restrizioni - sta pensando addirittura all'introduzione di un passaporto vaccinale sulla scorta del Green pass.
L'Est Europa
Situazione molto critica anche nell'Est Europa. Bulgaria e Romania hanno assissime percentuali di immunizzati, e i Governi valutano misure restrittive. Le strutture ospedaliere sono al collasso e il Governo di Sofia pensa di "spedire" i propri malati all'estero. Proprio in questi giorni a Padova è ricoverata in condizioni gravissime una coppia bulgara: entrambi non sono vaccinati e si trovano in Terapia intensiva.
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Vladimir Putin, vista la drammatica situazione della Russia, dove i morti sono più di mille al giorno, ha preso invece una decisione drastica. Mosca ha optato per il blocco delle attività lavorative dal 30 ottobre al 9 novembre.
Poco distante, in Lettonia, il Governo ha scelto per il ripristino del lockdown.
La situazione dell'Austria: lockdown solo per i non vaccinati?
Anche in Austria la situazione non è rosea. Il Governo di Vienna pensa a restrizioni ad hoc solo per i non vaccinati. Tra le ipotesi c'è anche il lockdown, che partirebbe in forma "soft" (no accesso a eventi e locali pubblici) con 500 posti occupati nelle Terapie intensive, e in forma "dura" (possibilità di uscire solo per lavoro e necessità) con 600 letti occupati nei reparti di urgenza.
Dall'1 novembre, poi, scatterà anche il Green pass sul lavoro, ma in caso di aggravamento della situazione non saranno più validi i tamponi per ottenerlo. Una posizione che è stata recentemente sollecitata anche in Italia.
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