Tre preti creano un fondo tamponi per i fedeli che rifiutano il vaccino
Nella Bergamasca è stato distribuito un opuscolo dai religiosi che strizza l'occhio alla galassia No vax.
Papa Francesco aveva messo le mani avanti: "anche nella Chiesa ci sono dei No-vax". E a dimostrarcelo c'è anche quello che sta accadendo in questi giorni nella provincia di Bergamo. A Mapello sta facendo molto discutere un opuscolo distribuito tra i parrocchiani dal titolo “Covid-19 i conti non tornano”, accompagnato da una lettera che strizza l’occhio a buona parte della galassia no-vax e no-Green Pass, in cui tre religiosi hanno deciso diistituire un fondo per sostenere economicamente coloro che rifiutano il vaccino e dal 15 ottobre necessiteranno dunque un tampone ogni due giorni per svolgere quasi tutte le attività.
Un fondo per pagare i tamponi ai fedeli No vax
Questo volumetto vergato da don Emanuele Personeni, don Alessandro Nava e don Andrea Testa, tre preti al servizio delle comunità parrocchiali di Ambivere, Mapello e Valtrighe, conterrebbe la loro riflessione "a proposito del virus – specificano -, dei vaccini e delle politiche adottate dai Governi. Si tratta di un punto di vista assai critico, frutto di ascolto, letture, confronto".
"Vogliamo dare un segnale di solidarietà – scrivono - a tutte quelle persone che a causa dell’esercizio del diritto costituzionalmente garantito a non aderire alla vaccinazione sperimentale si vedono private di un altro diritto costituzionalmente garantito, quello al lavoro, e addirittura vengono private dei mezzi per vivere tramite la sospensione dello stipendio".
Ci tocca interrompere la narrazione della vicenda, mentre la rivolta degli ardimentosi curati di provincia entra nel vivo, per annoiarvi con la solita precisazione: non si tratta di un vaccino sperimentale come sostenuto dai parroci. Lo ha stabilito la Food and Drugs Administration statunitense, nonché l’ex direttore dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) Guido Rasi, che senza mezzi termini ha asserito che parlare di vaccino sperimentale a proposito di Covid-19 è “ridicolo". Infine, a rigettare la definizione di "vaccino sperimentale" anche il Tar.
Dopo questa noiosa parentesi fattuale torniamo al progetto dei don di istituire un fondo solidale per sostenere le spese di chi, non essendosi vaccinato, dal 15 ottobre dovrà pagare un tampone ogni due giorni per poter accedere al posto di lavoro.
E qui le domande che scattano sono davvero davvero tante, a partire dalla provenienza del denaro destinato al fondo tamponi per no vax. Si tratta di oboli dei fedeli? Considerando che quasi l'80% della popolazione avente diritto è vaccinata (e che il vaccino è gratuito) siamo sicuri che i parrocchiani siano entusiasti di destinare le loro donazioni a chi, deliberatamente, rifiuta il siero?
"No comment"
Prima Bergamo ha contattato don Emanuele Personeni, per vederci chiaro, soprattutto in virtù di una frase:
"L’accesso al fondo è garantito a chiunque ritenga gli sia stato negato un diritto (al lavoro, allo studio, alla mobilità, l’elenco scritto dai tre preti è vario ndr) ed è in una condizione d’indigenza. Tuttavia costoro potranno farvi ricorso – aggiungono don Emanuele, Alessandro e Andrea – nella misura resa possibile dal fondo e a seguito di una valutazione dei singoli casi da parte di noi sacerdoti".
Una precisazione che ha fatto sorgere il dubbio che, in realtà, i tre sacerdoti sostengano la campagna vaccinale, ma vogliano al contempo aiutare i propri parrocchiani in difficoltà economica e ancora restii a vaccinarsi. Interpellato nel merito il sacerdote si è trincerato dietro un no-comment che non aiuta a fare chiarezza:
"La lettera accompagna un opuscolo che è stato dato ai parrocchiani a cui ritenevamo opportuno consegnarlo – dice - Se vuole avere un’idea delle nostre tesi legga il volume".
Con una copia integrale del volume fra le mani potremmo effettivamente vederci più chiaro...ma ecco che le speranze si infrangono contro lo scoglio dell'evidente mancanza di carta (o di inchiostro) in parrocchia. Dove, dove possiamo consultare questo opuscolo?
"Al momento non ci sono copie, se ne avanzerà qualcuna in futuro saremo lieti di fargliela avere. Se circola in internet solo una parte non possiamo farci nulla", si sente rispondere il giornalista bergamasco.
Così non ci resta che rimetterci in tasca tutte le nostre domande, che - a naso - sono comunque meno urgenti di quelle dei fedeli delle parrocchie interessate, che si staranno chiedendo: "Ma il tampone a chi non vuole vaccinarsi perché ha deciso che è un vaccino sperimentale (anche se la scienza e i tribunali dicono il contrario) lo pagano con le mie offerte?".
E intanto, un euro oggi, un euro domani...qualche tampone lo si porta a casa.
Del resto Bergoglio - grande fan e sostenitore dell'inoculazione - ci aveva visto lungo avvisando che sarebbe successo anche fra le "sue" fila.
MA NON E' FINITA... La Curia prende le distanze dalle posizioni no-vax dei tre preti di Ambivere, Mapello e Valtrighe