La Corte di Cassazione ha dato ragione a Stefano Puzzer, ex portuale triestino e volto nazionale delle proteste contro il Green Pass, annullando il licenziamento disposto dall’Agenzia lavoro portuale di Trieste il 16 aprile 2022.
“Quando ho saputo la notizia stavo andando al lavoro. Ho parlato brevemente con i miei avvocati, ma solo oggi ho potuto leggere la sentenza con calma. Da oggi posso iniziare a gioire”, ha dichiarato Puzzer all’Ansa, esprimendo sollievo dopo una lunga battaglia legale.
La protesta contro il Green Pass al porto di Trieste
Il 15 ottobre 2021 Puzzer, in qualità di rappresentante del sindacato CLPT, guidò la storica protesta al Varco IV del porto di Trieste contro l’obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro.
La mobilitazione, iniziata come presidio locale, si trasformò in pochi giorni in un fenomeno nazionale, attirando migliaia di persone da tutta Italia. In piazza Unità d’Italia si radunarono non solo lavoratori e simpatizzanti, ma anche gruppi più radicali, tanto che il 18 ottobre le forze dell’ordine sgomberarono il presidio con gli idranti.
Le motivazioni del licenziamento
A seguito delle proteste, l’Agenzia contestò a Puzzer l’assenza ingiustificata: pur avendo i requisiti per ottenere il Green Pass, si era rifiutato di esibirlo, risultando quindi non idoneo a lavorare per diversi giorni consecutivi.
La Cassazione, però, ha chiarito un punto fondamentale: secondo la normativa allora in vigore, i lavoratori privi di Green Pass erano considerati assenti ingiustificati, ma non potevano essere sanzionati disciplinarmente né licenziati, avendo diritto alla conservazione del posto di lavoro.
La vittoria in Cassazione e i prossimi passi
Attraverso un video diffuso ieri, Puzzer ha parlato di vittoria storica, ringraziando la famiglia e i legali:
“Solo grazie a loro siamo arrivati a questo risultato”.
Ora la decisione passa alla Corte d’Appello di Venezia, che nei prossimi tre mesi dovrà esprimersi sull’eventuale reintegro di Puzzer al porto di Trieste. L’ex portuale, tuttavia, non esclude un futuro diverso:
“Non so ancora se tornerò a lavorare al porto, anche se per me è sempre stata una famiglia. Nel frattempo ho trovato altre occupazioni, soprattutto stagionali”.
Attualmente Puzzer lavora come aiuto cuoco e custode in un campeggio a Muggia, ma la sentenza ha già generato numerosi messaggi di sostegno da tutta Italia.
“La soddisfazione più grande è aver difeso i miei diritti fino in fondo. Spero che questa decisione sia d’esempio per altri: non mollate mai”, ha concluso.