la confessione

Delitto Calmasino, l’omicida: “Chiara mi ha sorpreso in casa, ho avuto paura e l’ho spinta”

Dalle indagini è inoltre emerso che l’uomo aveva il cellulare spento e intorno alle 20 aveva effettuato il massimo prelievo disponibile (200 euro) al bancomat del centro commerciale di Affi.

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Una giovane vita spezzata, un movente ancora sconosciuto. I Carabinieri di Verona stanno cercando di fare chiarezza sull’omicidio di Calmasino, dove ha perso la vita Chiara Ugolini, 27 anni.

La 27enne  è stata trovata priva di vita sul pavimento di casa in una pozza di sangue domenica sera. A ritrovarne il corpo esanime è stato il compagno che alle 19 circa era rincasato nell’appartamento di via Verona. La giovane lavorava in un negozio del padre del compagno ed è proprio stato il datore di lavoro ad allarmare il figlio riferendo che, nonostante il tentativo di chiamare Chiara che non si era presentata al lavoro, non era riuscito ad avere sue notizie.

Una volta giunto nell’appartamento, il compagno non ha trovato l’amata nel salotto così si è spostato in cucina dove ha fatto la macabra scoperta. Immediata la chiamata al 118 ma i soccorritori del Suem nonostante le manovre non sono riusciti a rianimarla.

Il movente è ancora sconosciuto ma ben presto è stato individuato l’omicida: si tratta del vicino di casa che abita al piano terra della palazzina, che come racconta Prima Verona ha reso dichiarazioni spontanee sull'accaduto.

Delitto Calmasino, la ricerca dell'omicida

I Carabinieri fin da subito hanno indirizzato le loro attenzioni sul vicino di casa, un uomo gravato da precedenti penali e con l’obbligo di rimanere nell’abitazione in orario serale. I militari si sono subito recati alla porta dell’appartamento ma in casa non c’era nessuno, all’interno del garage mancava anche la sua Yamaha R6 così sono iniziate subito le ricerche. Dapprima altre squadre di Carabinieri si sono recate nelle diverse stazioni ferroviarie, in aeroporto e anche ai caselli autostradali della provincia ma, dell’uomo, non c’era traccia. Dalle indagini è inoltre emerso che l’uomo aveva il cellulare spento e intorno alle 20 aveva effettuato il massimo prelievo disponibile (200 euro) al bancomat del centro commerciale di Affi.

E’ stato così messo in atto un grande meccanismo di ricerche con tutte le Forze di Polizia, diramando i dettagli anche alla Polizia Stradale riferendo che l’uomo in questione ha degli amici al Sud, indizio che ha permesso di ampliare le ricerche. Poi la svolta. La Polizia Stradale ha fermato l’uomo lungo il tratto fiorentino dell’A1 intorno all’una di notte all'altezza del casello di Firenze Impruneta.

Abiti sporchi di sangue

L’uomo, in evidente stato di agitazione, aveva gli abiti sporchi di sangue e dei graffi sul viso. E’ stato portato in caserma e una squadra dei Carabinieri di Peschiera si è recata a Firenze per l’interrogatorio. L’uomo ha reso delle dichiarazioni autoindizianti e il Ministero ha emesso il fermo. Stefano Mazzanti, Comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri ha affermato:

Alcuni testimoni hanno detto di averlo visto allontanarsi in moto con evidenti graffi sul viso e con una certa agitazione. L’aggressione, come lui stesso ha spiegato è avvenuta nell'abitazione. Ha affermato di essersi arrampicato alla finestra della tromba del vano scale per finire poi nel terrazzino che gli ha permesso di entrare nell'abitazione. Ed è proprio in cucina che la ragazza l’ha sorpreso e potrebbe essere nata una colluttazione che avrebbe fatto cadere la ragazza che, cadendo, è rimasta ferita. E’ stata disposta l’autopsia nelle prossime ore. Non abbiamo trovato nessuna arma. La porta non aveva segni di effrazione e pensiamo che l’omicidio si sia verificato tra le 17 e le 19. Forse stava andando a Catania, l’uomo ha ammesso che stava cercando di sparire. Quando gli abbiamo chiesto il motivo dell’uccisione lui ci ha risposto: ‘lei mi ha sorpreso io ho avuto paura e l'ho spinta’”.

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