9 marzo 2020: cinque anni fa l'Italia in lockdown
Cinque anni fa l'inizio della fase più dura della pandemia. Poi i vaccini, i Green pass e le polemiche. Cosa è cambiato oggi

Era l'8 marzo 2020 e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in diretta nazionale annunciava un provvedimento shock:
"Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l'espressione 'io resto a casa': non ci sarà più una zona rossa, non ci sarà più la zona uno e e la zona due della Penisola, ci sarà l'Italia zona protetta".
Sembra passata una vita: cinque anni fa l'Italia piombava in lockdown.
9 marzo 2020: cinque anni fa l'Italia in lockdown
Il Covid era già arrivato da qualche settimana, ma sino a quel momento avevamo sentito parlare di zone "colorate", con restrizioni differenti a seconda dei contagi, e molti di noi vivevano già con la mascherina in faccia. Da quel giorno, invece, tutto il Paese è stato equiparato, con provvedimenti rigidi per tutti quanti.
Niente scuola, niente sport, niente gite e passeggiate. Gli incontri al bar o in piazza vengono sostituiti dalle call su Zoom (o su altre piattaforme). Le aziende adottano lo smart working, i negozi e i locali chiudono, e i balconi si riempiono di striscioni con gli arcobaleni e la scritta "Andrà tutto bene" (no, non è andato proprio tutto bene, in realtà, ma è un'altra storia...).

E poi ancora, gli scaffali vuoti, le code fuori dai supermercati per fare la spesa e i bollettini quotidiani con la conta dei contagi regione per regione (e purtroppo anche dei morti).

I Dpcm di Conte
In quel momento abbiamo imparato a conoscere e familiarizzare con i Dpcm (i Decreti del presidente del Consiglio dei ministri) e "l'appuntamento" con Giuseppe Conte che illustrava il proseguimento delle misure restrittive è diventato un "classico" delle settimane degli italiani.

Cosa è successo dopo
Il lockdown ha i suoi effetti, e la curva dei contagi scende, permettendoci di affrontare quantomeno l'estate in (quasi) libertà. Con l'arrivo dell'inverno - e il timore di una nuova risalita - arrivano i vaccini, che vengono somministrati a partire dal 27 dicembre 2020. E' l'inizio di una nuova epoca, fatta di altre restrizioni e contestazioni.
Arriva infatti il Green Pass, strumento fortemente criticato non solo dai contrari al vaccino, ma anche da molti altri (e pure da parte della politica).

La situazione poi con il passare del tempo finalmente si normalizza. Il 31 marzo 2022 viene dichiarata la fine dello stato di emergenza in Italia. Un anno dopo, il 5 maggio 2023, la stessa decisione viene presa dall'Oms.
Cosa è cambiato oggi
La questione Covid è ancora attuale, però. Non solo perché il virus (nettamente depotenziato) circola ancora, ma per le implicazioni politiche e legali.
Il 14 febbraio 2024 è stata istituita in Italia la commissione d'inchiesta parlamentare sulla gestione dell'emergenza sanitaria. Da allora si è riunita in 24 occasioni, con numerose audizioni di esperti e associazioni. Tra loro anche l'ex commissario straordinario Domenico Arcuri, coinvolto nell'indagine sulla fornitura di mascherine dalla Cina durante il suo mandato. Inchiesta che lo ha visto recentemente assolto perché il reato di cui era accusato - abuso d'ufficio - "non è più previsto dalla legge".
Il 25 gennaio 2025, invece, è entrato in vigore il decreto Milleproroghe che ha abolito le multe per l'inosservanza dell'obbligo vaccinale.
Il Governo Meloni, infine, ha approntato un nuovo piano pandemico, che prevede l'eventuale possibilità di ricorrere a restrizioni alla libertà personale solo in alcuni casi e unicamente di fronte a una "pandemia di carattere eccezionale", ma senza ricorrere ai Dpcm.