opposizioni spaccate

Manifestazione pro Ucraina a Roma: in piazza Pd, Azione e Italia Viva, non Avs e 5S

Calenda in collegamento da Odessa; i pentastellati hanno già annunciato una propria manifestazione per il 5 aprile 2025, con l'obiettivo di opporsi all'incremento delle spese militari

Manifestazione pro Ucraina a Roma: in piazza Pd, Azione e Italia Viva, non Avs e 5S
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Il 24 febbraio 2022 resterà una data indelebile nella storia dell'Europa contemporanea. All'alba di quel giorno, il presidente russo Vladimir Putin annunciò l'inizio di quella che definì una "operazione militare speciale" in Ucraina, con l'obiettivo dichiarato di "smilitarizzare e denazificare" il Paese.

Un attacco su larga scala che colse il mondo di sorpresa e diede il via a una guerra che, tre anni dopo, continua a seminare distruzione e instabilità. In piazza Pd, Azione e Italia Viva, Assenza di Avs e M5S da sempre contrari al sostegno militare a Kiev.

Anniversario attacco all'Ucraina

Nelle prime 24 ore del conflitto, la Russia lanciò oltre 160 attacchi missilistici, sia balistici che da crociera, colpendo diverse aree strategiche dell'Ucraina, inclusa la capitale Kiev. Le forze armate russe avanzarono rapidamente su più fronti, mentre l'esercito ucraino, seppur colto alla sprovvista, organizzò una resistenza che si rivelò ben più solida del previsto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rispose immediatamente decretando la legge marziale, interrompendo i rapporti diplomatici con Mosca e annunciando la mobilitazione generale.

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Presidente Zelensky

Il sostegno occidentale e le divisioni politiche

Sin dalle prime settimane del conflitto, l'Occidente si è schierato a sostegno dell'Ucraina, fornendo aiuti militari, economici e umanitari. Gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno imposto dure sanzioni alla Russia e inviato armamenti avanzati alle forze ucraine. Tuttavia, il dibattito sul supporto militare a Kiev ha diviso le forze politiche in diversi Paesi, Italia compresa.

Bologna, manifestazioni pro Ucraina

Opposizioni spaccate in piazza

In queste ore, i riformisti del Partito Democratico hanno sostenuto le manifestazioni pro-Ucraina organizzate in tutto il Paese. A Roma, diverse personalità di spicco, tra cui i senatori Filippo Sensi e Beatrice Lorenzin e i deputati Lia Quartapelle e Andrea Casu, hanno partecipato agli eventi di solidarietà. Anche l'ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini, si è unito alle iniziative a favore della resistenza ucraina. A livello europeo, esponenti come Pina Picierno e Pierfrancesco Maran hanno portato la voce del riformismo italiano fino a Kiev, ribadendo il sostegno all'invio di aiuti militari.

Anche altri partiti di orientamento centrista e liberale, come Italia Viva, Azione e Più Europa, hanno manifestato il proprio supporto.


Carlo Calenda, leader di Azione, ha partecipato in collegamento da Odessa, mentre Maria Elena Boschi (Italia Viva) e Riccardo Magi (Più Europa) hanno presenziato alle iniziative in Italia.

La posizione di M5S e AVS: l’opposizione al sostegno militare

Di contro, il Movimento 5 Stelle e l'alleanza Verdi-Sinistra (AVS) hanno mantenuto una posizione nettamente contraria all'invio di armi all'Ucraina, preferendo una soluzione diplomatica al conflitto. Nessuna delegazione di questi partiti ha partecipato alle manifestazioni pro-Kiev, ma alcune figure di spicco potrebbero prendere parte agli eventi organizzati dalle reti pacifiste italiane, che chiedono un immediato "cessate il fuoco" e una mediazione diplomatica. Fra i partecipanti a queste iniziative spiccano il segretario della Cgil, Maurizio Landini, e l’europarlamentare Marco Tarquinio.

Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle ha già annunciato una propria manifestazione per il 5 aprile 2025, con l'obiettivo di opporsi all'incremento delle spese militari e alla prosecuzione dell'invio di armi a Kiev.

Tre anni di conflitto: quale futuro per l'Ucraina?

A tre anni dall'inizio della guerra, il conflitto non accenna a concludersi. La resistenza ucraina ha fermato l’avanzata russa in molte regioni, ma il prezzo pagato in termini di vite umane e distruzione è altissimo.

L'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha sparigliato le carte e messo, di fatto, il leader ucraino al muro, avviando negoziati di pace con il Cremlino in assenza di Zelensky.

Proprio alla vigilia del terzo anniversario dell'inizio della guerra , il presidente ucraino ha rilasciato una dichiarazione importante, che potrebbe cambiare le carte in tavola:

"Se serve che io lasci il mio posto per avere la pace sono pronto a farlo, e posso farlo anche in cambio dell'adesione dell'Ucraina alla Nato".

guerra ucraina paese senza futuro
Guerra in Ucraina

Il mandato di Zelensky, d'altronde, è scaduto e il presidente è rimasto sinora in carica perché la situazione dell'Ucraina non permette lo svolgimento di elezioni. Ma di voto a Kiev si parla da tempo, e recentemente Donald Trump ha chiesto l'indizione delle elezioni subito dopo il cessate il fuoco, che conta di riuscire a siglare entro poco tempo.

Proprio al presidente degli Stati Uniti si è rivolto Zelensky poco più tardi, chiedendo di fornire le garanzie di sicurezza richieste dall'Ucraina:

 "Voglio che Trump capisca molto bene la nostra posizione, le garanzie di sicurezza da parte di Trump sono necessarie".

Volodymyr Zelensky e Donald Trump

Intanto Usa e Russia proseguono nell'organizzazione di un nuovo colloquio, che - secondo quanto ha riportato un alto funzionario di Mosca all'agenzia Tass - dovrebbe tenersi già verso la fine della prossima settimana.

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