Le opposizioni scrivono a La Russa per chiedere "un premier time" con Meloni
Invito diretto al presidente del Senato perché la premier Meloni riferisca in Aula su numerose questioni di politica interna e estera
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I presidenti dei gruppi di opposizione al Senato hanno scritto al presidente IgnazioLaRussa per chiedere l'immediata convocazione di una conferenza dei capigruppo così da "calendarizzare quanto prima un Premier time".
Le richieste nella lettera dei capigruppo dell'opposizione
La lettera è firmata dai capigruppo del Pd FrancescoBoccia, del M5S StefanoPatuanelli, di Avs Peppe De Cristofaro, di Iv EnricoBorghi e delle Minoranze Linguistiche Julia Unterberger. Molte le questioni citate sulle quali si invita la premier GiorgiaMeloni a riferire in Parlamento. Nel testo inoltre si sottolinea come "ogni giorno avvenimenti, fatti, circostanze, eventi politici di crescente gravità, spesso accompagnati da commenti e dichiarazioni che non rispettano la correttezza istituzionale, gettano il Paese nell'incertezza e nello sgomento".
La premier Giorgia Meloni
"Ripercorrendo le ultime settimane, a comune memoria, citiamo: il caso Almasri, ancora lontano dall'essere chiarito e per il quale abbiamo chiesto l'urgente calendarizzazione della mozione di sfiducia al Ministro Nordio; la sconcertante vicenda del software spia e le omissioni sull'intelligence, sulle quali non è tollerabile neanche un giorno in più senza che sia fatta luce; lo scorretto comportamento della maggioranza parlamentare nella conduzione della Commissione di inchiesta sull'epidemia Covid, del quale già ieri abbiamo denunciato la gravità ad entrambi i presidenti delle Camere; la commissione di Vigilanza Rai eternamente bloccata, sotto scacco da mesi per responsabilità della stessa maggioranza parlamentare; da ultimi la condanna del viceministro Delmastro Delle Vedove, con la conseguente consueta e sgrammaticata reazione del governo, ancora una volta pronto a scagliarsi contro la magistratura, e i limiti costituzionali irrisolti sul ddl sicurezza", proseguono i senatori.
"Infine - osservano - ciò che è sotto gli occhi di tutti: il rapido mutare degli scenari internazionali e la collocazione del nostro Paese. A tutto ciò si aggiunga che, per quanto attiene strettamente all'andamento dei lavori parlamentari, da mesi chiediamo come gruppi di opposizione che approdino in Aula i disegni di legge di nostra iniziativa e già presenti nel programma dei lavori", hanno incalzato i parlamentari con riferimento anche al ddl sul fine vita da mesi fermo nelle Commissioni competenti di Palazzo Madama.
L'appello diretto al presidente La Russa
La lettera dei capigruppo dell'opposizione si è poi conclusa con un appello diretto al presidente del Senato Ignazio La Russa.
Ignazio La Russa, presidente del Senato
"Onorevole presidente - si prosegue nella lettera - non siamo noi, l'opposizione, a pretendere risposte urgenti, immediate e chiare: lo chiedono le regole minime della convivenza democratica, il rispetto elementare delle forme e della sostanza democratica, che non possono in alcun modo essere eluse".
"Per questo - si conclude il messaggio - ci aspettiamo che alla ripresa dei lavori del Senato, già martedì, sia convocata una conferenza dei capigruppo per calendarizzare, quanto meno e quanto prima, la presenza in Aula della presidente del Consiglio che come da Regolamento e prassi si sottoponga alle istanze parlamentari durante il Premiertime".
Le precedenti richieste a Meloni di riferire in Parlamento
"Chiedo a nome di tutto il gruppo un'informativa urgente di GiorgiaMeloni che deve venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera sul caso Almasri. Deve venire il presidente non può essere certo il ministro che cura i Rapporti con il Parlamento. Meloni deve chiarire al Paese perché lei donna, madre, cristiana ha consentito tutti gli onori di un volo di stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia, accusato addirittura di stupro di bimbi di 5 anni", attacco in quell'occasione il leader del M5S GiuseppeConte.
Giorgia Meloni
Negli ultimi tempi a tenere banco è stata soprattutto la posizione dell'Italia nel conflitto tra Russa e Ucraina. Con lo strappo creato da Trump tra Stati Uniti e Ucraina - ha definito il presidente Zelensky "un dittatore mai eletto"- Meloni si è trovata in mezzo a due fuochi.
Da una parte deve proseguire nella politica di appoggio a Kiev avuta fin dal suo insediamento al Governo, dall'altra è chiamata a confermare il rapporto amichevole con il presidente degli Stati Uniti. Al momento non è arrivato alcun commento della premier sulle accuse lanciate da Trump a Zelensky. L'opposizione ora si aspetta una sua pronta presenza in Aula.