Trump insulta Zelensky: "Dittatore mai eletto, comico mediocre". E Putin rincara: "Isterico"
La Germania: "Falso, il premer ucraino è legittimo. Inversione di ruoli fra vittima e carnefice"

Si alza la tensione sulla fine della Guerra in Ucraina, mentre le diplomazie continuano a lavorare in vista di un incontro tra Trump e Putin nel territorio neutro dell'Arabia. La nuova Amministrazione Usa ha rivoltato la narrazione sulla guerra in Ucraina, uscendo allo scoperto con un appoggio a Mosca apparentemente incondizionato: se pace sarà, sarà alle condizioni di Putin, col beneplacito Usa. Un accordo fra superpotenze dal quale sembrano tagliati fuori (al momento) i pesi minori: l'Ucraina, vaso di coccio fra vasi di ferro, ma anche l'Unione europea.
Trump insulta Zelensky
Dallo Studio Ovale, Donald Trump, ha risposto alle critiche di Zelensky per non essere stato invitato ai colloqui a Riad tra americani e russi:
Un "dittatore mai eletto", "un comico mediocre" che "rifiuta di indire elezioni, è molto giù nei sondaggi ucraini e l'unica cosa in cui è stato bravo è l'aver suonato Biden come un violino. Se non si dà una mossa, rischia di ritrovarsi senza una nazione".
Compiacimento di Putin, che segue a ruota il suo omologo statunitense qualificando le rimostranze di Zelensky come "isteriche".
Intanto, levata di scudi dell'Europa in difesa del leader ucraino, accusato dal tycoon anche di essere responsabile della guerra.
Donald Trump attacca Zelensky: tensione tra Washington e Kiev
In un crescendo di tensioni internazionali, il presidente degli Stati Uniti ha scatenato una nuova polemica contro il leader ucraino Volodymyr Zelensky, accusandolo pubblicamente di essere responsabile dell'inizio del conflitto con Mosca. L'attacco, arrivato tramite la piattaforma Truth Social, ha immediatamente suscitato reazioni sia in Ucraina che a livello internazionale, complicando ulteriormente il delicato equilibrio diplomatico.
Zelensky non ha tardato a replicare, affermando che Trump "vive in una bolla di disinformazione russa". Le parole del presidente ucraino sono arrivate a margine di un incontro con Keith Kellogg, inviato speciale degli Stati Uniti per il conflitto russo-ucraino, il quale si sarebbe trovato in evidente imbarazzo di fronte alla situazione.

Già in passato, Trump aveva definito Zelensky con tono sarcastico come "il miglior venditore sulla Terra", riferendosi agli ingenti aiuti economici ricevuti dall'Ucraina durante le sue visite negli USA. Tuttavia, l'affondo di questi giorni sembra aver superato ogni precedente, minando i primi, fragili tentativi di negoziato per la pace, ai quali lo stesso Trump aveva promesso di contribuire, salvaguardando anche gli interessi di Kiev.
Durante un incontro con la stampa, Trump ha ribadito la sua convinzione che la Russia detenga una posizione di forza nei colloqui di pace, sottolineando come Mosca abbia "molto territorio" sotto il suo controllo. Inoltre, ha criticato l'assenza di elezioni in Ucraina a causa della legge marziale, sostenendo, senza alcun fondamento, che la popolarità di Zelensky sarebbe precipitata al "4%".
Non ha perso l'occasione di attaccarlo anche Elon Musk, che via social ha dichiarato:
"Zelensky non può affermare di rappresentare la volontà del popolo ucraino a meno che non ripristini la libertà di stampa e non smetta di cancellare le elezioni".
Parole dure, che hanno trovato eco anche a Mosca: il Cremlino, attraverso Vladimir Putin, ha definito "isterica e inappropriata" l'indignazione di Zelensky per non essere stato invitato al vertice di Riad.
Le reazioni europee
Le reazioni europee non si sono fatte attendere. In Germania, il leader della CDU, Friedrich Merz, si è detto "scioccato" dalla narrazione di Trump, definendola "una classica inversione tra vittima e colpevole" e ricordando che è stata la Russia a dare inizio alla guerra. Sulla stessa linea il cancelliere Olaf Scholz, che ha respinto categoricamente l'idea che Zelensky sia un dittatore, affermando che "negare la legittimità democratica del presidente ucraino è semplicemente sbagliato e pericoloso".
Dal Regno Unito, il primo ministro Keir Starmer ha espresso il suo sostegno a Zelensky in una conversazione telefonica, sottolineando che sospendere le elezioni in tempo di guerra è una scelta ragionevole, ricordando come il Regno Unito stesso fece lo stesso durante la Seconda Guerra Mondiale. Starmer ha poi ribadito l'importanza del supporto internazionale per una pace duratura in Ucraina che scoraggi ulteriori aggressioni russe.

Anche il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre ha condannato le affermazioni di Trump, ricordando che Zelensky è stato eletto democraticamente e che il suo mandato è stato travolto da una guerra su vasta scala, circostanza che rende impossibile lo svolgimento di elezioni regolari.
La situazione resta tesa, mentre gli equilibri geopolitici sembrano sempre più fragili. In questo contesto, ogni parola pronunciata dai grandi leader globali pesa come un macigno, influenzando non solo le relazioni internazionali ma anche il futuro della pace in Europa.