Il dramma di Gloria

Suicidio assistito: vince il ricorso... ma ormai è morta. Salta anche il risarcimento

La 70enne di Firenze aveva fatto richiesta prima dell’approvazione della nuova norma, ora osteggiata dal Centrodestra

Suicidio assistito: vince il ricorso... ma ormai è morta. Salta anche il risarcimento
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E' una storia dolorosa quella di Gloria, che si inscrive in un momento storico (e politico) infuocato. Mentre il centrodestra - nelle scorse ore - ha fatto ricorso al collegio di garanzia per bloccare la legge regionale, di recente approvazione, che legittima modi e tempi certi circa la possibilità di fruire del suicidio assistito, Gloria ha vinto il ricorso. Ma ormai è morta.

La 70enne di Firenze, affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva, aveva chiesto all’Asl Toscana Centro di collaborare per il suo suicidio medicalmente assistito. Richiesta negata. Quando la quarta sezione civile ha accolto il suo ricorso, l'8 febbraio 2025, l'anziana è spirata, poche ore dopo, facendo ricorso soltanto alle cure palliative.

Suicidio assistito: vince il ricorso... ma ormai è morta

La vicenda di Gloria, la 70enne di Firenze affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva, ha segnato un importante precedente giuridico sul tema del suicidio medicalmente assistito. La donna aveva chiesto all’Asl Toscana Centro di fornirle il supporto necessario per porre fine alla sua sofferenza, richiedendo farmaci non reperibili sul mercato e attrezzature di uso ospedaliero. Come riporta Italia 7, tuttavia, l'azienda sanitaria aveva negato entrambe le richieste, trovando conferma del diniego anche in primo grado dal tribunale di Firenze.

La svolta è arrivata sabato 8 febbraio 2025, quando la quarta sezione civile del tribunale ha accolto il ricorso presentato dal team legale di Gloria, coordinato da Filomena Gallo, segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni.

Marco Cappato, Filomena Gallo

Nella sentenza, i giudici hanno sottolineato che il diritto all'autodeterminazione terapeutica, essendo un'espressione della persona umana, imponeva all'Asl l'obbligo di rimuovere gli ostacoli che impedivano l'esercizio di tale diritto. Di conseguenza, l'azienda sanitaria avrebbe dovuto mettere a disposizione della donna il materiale farmacologico non reperibile sul mercato e le strumentazioni ospedaliere necessarie per attuare una procedura giudicata legittima.

Purtroppo, Gloria non ha potuto beneficiare di questa decisione. La donna è morta domenica 9 febbraio, ricorrendo alla sedazione palliativa per alleviare le sue sofferenze. Il verdetto è arrivato quando ormai la materia del contendere era stata dichiarata "cessata" a causa del decesso, con la compensazione delle spese legali ma senza alcun risarcimento.

Ironia della sorte, pochi giorni dopo, la legge sul fine vita in Toscana è stata approvata, segnando un momento storico che tuttavia non ha potuto cambiare il destino di Gloria.

Sul destino di Gloria, Filomena Gallo ha scritto:

"Il caso di Gloria non è solo una tragedia personale. È una denuncia di una discriminazione che non dovrebbe esistere, di un diritto ancora negato dalla politica ma affermato dai giudici della Corte costituzionale e dalla Costituzione: il diritto all’autodeterminazione in un paese senza discriminazioni. Gloria non voleva essere sedata. Avrebbe voluto decidere di dire basta, essere lucida fino alla fine, non voleva immaginarsi in una condizione di incoscienza. Voleva solo morire con la stessa libertà con cui aveva vissuto".

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