Il tesoriere del Pd in Campania arrestato per sfruttamento dell'immigrazione
Dall'immigrazione clandestina alla corruzione, passando per il falso in atto pubblico e l'autoriciclaggio: queste le accuse
Ufficialmente si occupava dei conti del partito, nella realtà è finito in un mucchio di guai per una vicenda legata all'immigrazione clandestina sulla quale ora gli inquirenti sono impegnati a fare completa chiarezza e a mettere a posto tutti i tasselli.
Fatto sta che per Nicola Salvati tesoriere regionale in Campania del Partito democratico sono scattati gli arresti domiciliari.
E nel frattempo il partito l'ha subito sospeso.
Immigrazione clandestina, corruzione e altro: l'indagine della Procura
Una vicenda intricata con reati contestati ad ampio raggio quella della Procura di Salerno. Dall'immigrazione clandestina alla corruzione, passando per il falso in atto pubblico e l'autoriciclaggio.
Queste le accuse del filone investigativo che vede indagate 31 persone.
Sotto la lente degli inquirenti le false richieste di nullaosta al lavoro legati ai "click day" del decreto flussi.
In questo caso, le indagini avrebbero fatto emergere un'attività portata avanti da diversi soggetti ognuno con un proprio "incarico": intermediari stranieri, datori di lavoro compiacenti, faccendieri, referenti di patronati e addirittura pubblici ufficiali degli Ispettorati territoriali del lavoro di Salerno e Napoli.
Il volume d'affari
Un'attività che secondo la Procura avrebbe prodotto un giro d'affari decisamente importante.
Nella fattispecie, dalle pagine del fascicolo investigativo si legge di oltre 2mila richieste di nullaosta al lavoro in favore di altrettanti cittadini extracomunitari per un volume di affari illeciti per diversi milioni di euro.
Del resto, basti pensare che gli oltre 2mila cittadini extracomunitari per i quali sono state presentate le domande arrivavano a pagare ingenti somme di denaro pur di ottenere un permesso di soggiorno nel nostro Paese.
Nei guai il tesoriere del Partito democratico
Tra le persone coinvolte nella vicenda spicca evidentemente il nome di Nicola Salvati, come detto tesoriere del Pd in Campania.
Oltre alla militanza e agli incarichi di partito, Salvati, 39 anni, commercialista, ha alle sue spalle anche un'esperienza amministrativa essendo stato vicesindaco a Poggiomarino (nella città metropolitana di Napoli) dal 2016 al 2020.
Assieme a lui è finito nei guai il padre. Per entrambi l'accusa è la stessa: l'emissione di false fatture a favore di aziende compiacenti, contribuendo così a nascondere il riciclaggio del denaro "incassato" dagli immigrati.
La nota del Pd
Subito il partito ha preso provvedimento come comunicato nella nota stampa del commissario del Pd in Campania Antonio Misiani:
"In relazione all’inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Salerno che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 31 persone, il Pd Campania comunica che il dott. Nicola Salvati, coinvolto nell’inchiesta in relazione alla sua attività professionale, ai sensi dello Statuto e del Codice etico del Pd e facendo salvo il principio di presunzione di innocenza, è stato cautelativamente sospeso dall’anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dal suo incarico di tesoriere del Pd Campania".