Zelensky ammette, Putin concede: guerra in Ucraina verso la fine. Si ritrovano d'accordo M5S e Avs: basta dare armi
I due presidenti cercano però il confronto con Trump. I dubbi sulla resa di Kiev, mentre Mosca pone un'ultima condizione
Verso la fine della guerra? Sì, no, forse.
Sul conflitto in Ucraina seguito all'invasione russa potrebbe finalmente arrivare una svolta.
Soprattutto dopo che i numeri uno dei due Paesi hanno (forse) finalmente fatto filtrare la disponibilità a sedersi a un tavolo che possa portare alla fine delle ostilità.
Ma è davvero così?
Ucraina stremata, ma Putin alza il prezzo della pace
Tutto è nato in questi giorni soprattutto dopo la (presunta) ammissione di Zelensky riguardo l'impossibilità di riconquistare il Donbass, mentre da Mosca Vladimir Putin si dice pronto a trattare con lui.
Con il classico "ma". Ovvero, "ma solo a condizione" che lo stesso Zelensky venga rieletto presidente dell'Ucraina.
Perché in tutto questo scenario geopolitico, vale la pena ricordare che il suo mandato è scaduto.
Una condizione che potrebbe portare però a una sorta di corto circuito perché molti osservatori politici internazionali hanno già evidenziato come sia praticamente impossibile che una nazione in guerra vada ad elezioni.
Ucraina e Russia, le posizioni dei presidenti: Zelensky ha parlato davvero di resa?
Ma c'è un altro punto non da trascurare. Kiev si prepara davvero alla resa?
Tutto è nato da un'intervista di Zelensky al quotidiano francese Le Parisien dove il presidente dell'Ucraina ha osservato riguardo il Donbass e la Crimea:
"De facto, questi territori sono oggi controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli".
Il ragionamento di Zelensky proseguiva però poco dopo nel corso dell'intervista:
"Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative. Sono sorpreso: perché l’Occidente, che ci sostiene, è così cauto con lui? Perché non siamo stati equipaggiati in massa con armi sin dall’inizio della guerra?".
Un'osservazione amara tanto che da Zelensky è arrivata una sorta di appello a Trump per avere un interlocutore in grado di garantire un sostegno economico e di armi come era accaduto con Joe Biden, ma forse anche capace di avviare un'azione diplomatica con Mosca.
Il rilancio di Putin: Zelensky rivinca le elezioni
A far da contraltare e a sparigliare ancor di più le carte ci sono poi le dichiarazioni che apre (condizionatamente) a un confronto con Zelensky, ma soprattutto a un incontro con il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump:
"Sono pronto a incontrare Donald Trump in qualsiasi momento. Esclude un accordo con il presidente ucraino nella situazione attuale. Zelensky è illegittimo, poiché il suo mandato è scaduto in maggio senza che si potessero tenere nuove elezioni a causa della legge marziale".
Le reazioni dall'Italia, Centrosinistra e la guerra...
Intanto, dall'Italia il centrosinistra si spacca sui possibili scenari tra Ucraina e Russia.
Il Movimento 5 Stelle è tornato a spingere sulla strada dei negoziati.
Attraverso una nota stampa i pentastellati hanno ribadito la loro posizione:
"Noi continuiamo a pensare che sia più realistico, sicuro e vantaggioso per l’Ucraina e per l’Europa un negoziato non solo sul conflitto russo-ucraino ma su una nuova era di distensione tra Russia ed Europa, come quella aperta nel 1975 con la Conferenza di Helsinki, alla quale l’Italia partecipò con Aldo Moro che sulla questione aveva le idee molto chiare".
E ancora:
"Questa è l’Europa che noi vogliamo, non quella bellicista di Ursula sostenuta dal Partito trasversale della guerra, incapace del coraggio e della lungimiranza che serve per costruire la pace".
Sulla stessa lunghezza d'onda, Angelo Bonelli (Avs) e Fratoianni (Sinistra italiana):
"Questo Natale niente regali alle industrie militari. Firma la petizione per chiedere al Governo di ridurre la spesa militare e pensare alle vere priorità del nostro paese".
Ma a pesare in queste ore sono anche le dichiarazioni del segretario nazionale del Pd, Elly Schlein:
"Noi sosteniamo l’Ucraina. E’ stata ingiustamente attaccata dalla Russia. Ma da molto tempo denunciamo la mancanza di un’iniziativa diplomatica e politica europea per una tregua e per la pace. Il rischio è lasciare che falsi interpreti, come Trump e Orban, assecondino gli interessi sbagliati. L’Europa non può sedersi al tavolo della pace come ospite”, sottolinea, “l’Europa ha il dovere di svolgere un ruolo per il cessate il fuoco".