No al rinnovo dello sconto

Da gennaio 2025 aumenta il canone Rai

Forza Italia vota con le opposizioni, bocciata la richiesta della Lega di restare a 70 euro. Dal nuovo anno si torna a 90 euro

Da gennaio 2025 aumenta il canone Rai
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Il dubbio c'era e alla fine si è concretizzato. L'anno nuovo porterà in "dono"... l'aumento del canone Rai. Che poi, per essere precisi, è il ritorno ai "vecchi" 90 euro, che nel 2024 erano diventati 70. E' mancato l'accordo all'interno della maggioranza per il prolungamento dello "sconto", con Forza Italia che ha votato con l'opposizione.

Da gennaio 2025 il canone Rai torna a 90 euro

Il canone Rai - detestato dagli italiani - da sempre è al centro di promesse. Salvini, due anni fa, dal palco di Pontida aveva addirittura promesso l'abolizione. E per questo motivo la Lega insisteva quantomeno per la conferma del taglio.

L'aria che tirava era però pesante già all'alba del voto in Commissione, tanto che qualche ora prima il leader del Carroccio aveva commentato così la situazione:

"Forza Italia non vuole abbassare il canone Rai? Mi spiace, non per la Lega, ma per gli italiani: se quella tassa non sarà tagliata lavoreremo lo stesso su altri fronti".

Il vicepremier ha poi smentito di una frattura con Forza Italia, che però appare evidente (anche perché non è certo la prima volta che i due alleati "battibeccano").

Perché Forza Italia ha votato contro

Forza Italia, dunque, ha votato insieme alle opposizioni. Alla vigilia gli azzurri (per voce di Maurizio Gasparri) avevano già espresso contrarietà.

"E' una partita di giro, perché si danno 430 milioni di soldi pubblici alla Rai facendo risparmiare 1.20 euro al mese al cittadino. Riteniamo che fare questa cosa sia una partita di giro quindi siamo serenamente contrari".

C'è poi la questione Mediaset. In caso di abbassamento del canone, il prospettato innalzamento dei tetti pubblicitari, che avrebbe potuto colmare l’ammanco nelle casse della Rai, avrebbe colpito aziende tv private come Mediaset, i cui legami con Forza Italia sono da sempre chiari ed evidenti.

L'irritazione di Meloni

L'ennesimo "scontro" tra i suoi alleati di Governo certamente non è piaciuto a Giorgia Meloni. Da Palazzo Chigi filtra un po' di nervosismo, con la premier che avrebbe parlato di un "inciampo che non ci voleva".

Opposizioni sulle barricate

Se la maggioranza si spacca... l'opposizione ride. In tanti - dal capogruppo Pd in Vigilanza Stefano Graziano al capogruppo in Senato del M5S Stefano Patuanelli, fino a Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva,  hanno colto la palla al balzo per parlare di una "maggioranza che non c'è più".

Dura la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein:

"L'emendamento della Lega bocciato per i voti di Forza Italia, che ha votato contro come le opposizioni. La maggioranza è in frantumi e le divisioni sono evidenti. Sono allo sbando, troppo impegnati a litigare tra loro, a competere anziché governare il Paese. E intanto non si occupano della salute e dei salari, dei problemi concreti degli italiani".

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