Costi e burocrazia

Il Superbonus 110 va prorogato e semplificato: imprese edili e proprietari di immobili scoraggiati

Finora solo 6.512 interventi di cui oltre un terzo localizzati in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.

Il Superbonus 110 va prorogato e semplificato: imprese edili e proprietari di immobili scoraggiati
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Dal 1° luglio 2020 è entrata in vigore un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio di cui si è molto parlato e sulla quale molti - fra costruttori e privati - hanno puntato: parliamo ovviamente del Superbonus al 110% per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici (Sismabonus), di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. A distanza di un anno facciamo un bilancio su come sta andando e quale sarà la direzione futura per questa importante misura.

Superbonus 110: il bilancio dopo un anno

Avrebbe dovuto rappresentare il volano per la ripresa del comparto edilizio e, parallelamente, contribuire a una svolta green e di sostenibilità ambientale nel campo delle abitazioni private, limitando le emissioni, migliorando l'efficienza energetica delle abitazioni e promuovendo sistemi green alternativi come il fotovoltaico. Perché stiamo usando il condizionale dato che la misura è regolarmente in vigore? Perché la misura piace, eccome, ma l'accesso all'agevolazione implica il tuffarsi in una selva di cavilli burocratici che a lungo andare ha scoraggiato i tanti cittadini interessati.

Sulla carta il Superbonus è davvero vantaggioso per tutti gli attori coinvolti: proprietari che possono far effettuare dei lavori praticamente a costo zero; l’impresa che può riattivare dei cantieri in un momento di forte crisi a causa della pandemia e le banche o le assicurazioni che finanziano in toto i lavori prendendo quel 10 percento del 110% in eccesso rispetto all’effettivo costo dei lavori. Come è possibile dunque che ad aprile 2021 sarebbero stati avviati, secondo le statistiche, solo 6.512 interventi di cui oltre un terzo localizzati in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna?

Draghi e la semplificazione

Consapevole del potenziale dell'agevolazione - ma del forte deterrente burocratico - il premier Mario Draghi ha deciso di mettere mano alla misura in ottica di semplificarla e prorogarla. Con l'ok al PNRR italiano nella giornata del 13 luglio 2021, anche dall’ECOFIN (Consiglio Economia e Finanza dell’Unione Europea) sono diventate ufficiali anche le nuove proroghe del Superbonus 110%.

Riassumiamo quindi le nuove scadenze:

  • Edifici unifamiliari SCADENZA 30/06/2022
  • Condomìni SCADENZA 31/12/2022
  • Edifici fino a 4 UI e unico proprietario DATA SPARTIACQUE 30/06/2022. Se è stato realizzato meno del 60% dei lavori SCADENZA il 30/06/2022. Se è stato realizzato più del 60% dei lavori SCADENZA 31/12/2022.
  • Edifici di proprietà di ex IACP DATA SPARTIACQUE 30/06/2023. Se è stato realizzato meno del 60% dei lavori SCADENZA 30/06/2023. Se è stato realizzato più del 60% dei lavori SCADENZA 31/12/2023.

Il Senato, a fine luglio, ha votato inoltre la fiducia alla legge di conversione del D.L. n. 77/2021 (Semplificazioni-bis) rendendo effettive le semplificazioni al Superbonus 110%.

Verso il rinnovo?

Considerando il potenziale dell'agevolazione e il fatto che le semplificazioni sono entrate in vigore recentemente - "perdendo" di fatto un anno a causa della burocrazia che ha scoraggiato imprese e fruitori - si punta a un rinnovo anche per il 2023, quindi oltre alla proroga già concordata.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) esplicita l'intenzione di estendere la proroga fino al 2023: intanto un obiettivo ancora da confermare (probabilmente nella prossima Legge di Bilancio), ma poi l'orizzonte dal 2024 diventa ancora più sfocato.

C'è anche da considerare che nel documento con cui l’Italia ha illustrato alla Commissione Europea come utilizzerà i soldi del Recovery Fund, il Governo si è impegnato a migliorare l’efficienza energetica del 50% degli edifici pubblici e privati entro il 2025, con l’ulteriore obiettivo di un incremento della percentuale all’80% entro il 2030. Obiettivo decisamente ambizioso da centrare, soprattutto senza l'ausilio di un'agevolazione come il Supebonus.

Al momento si resta nel campo delle ipotesi, fra le varie opzioni sul tavolo si potrebbe profilare una soluzione "di mezzo" che prevederebbe che dopo la sua scadenza il Superbonus 110% dovrebbe essere accorpato al bonus ristrutturazione 75%, in parole povere i lavori ora ammessi a costo zero godrebbero di una detrazione solo al 75%. Un compromesso che potrebbe aiutare a mantenere i patti con l'Europa.

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