IL TORMENTONE

Referendum contro l'autonomia differenziata, avanti tutta: oltre 200mila firme in 72 ore

L'opposizione esulta e parla di trionfo della democrazia e "avvertimento" al Governo Meloni, ma la Lega non ci sta

Referendum contro l'autonomia differenziata, avanti tutta: oltre 200mila firme in 72 ore
Pubblicato:
Aggiornato:

Oltre 200mila firme raccolte in 72 ore (ma il numero è destinato a venire continuamente aggiornato) per dire no all'Autonomia "spacca Italia".

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Collettiva (@collettiva_news)

Sono queste le cifre, anche grazie alla possibilità di aderire on line, che testimoniano in questi giorni il sostegno per il referendum contro l’Autonomia differenziata.

Firme a gonfie vele, l'opposizione gongola

Record di firme a Bari, un grande riscontro attraverso i sindacati, qualche mal di pancia tra gli amministratori meridionali del Centrodestra (su tutti il governatore della Calabria Occhiuto), un po' di preoccupazione nelle file della Lega.

Fatto sta che tanto è bastato, al momento, a far gongolare l'opposizione di Centrosinistra con l'obiettivo delle 500mila firme che non è più una chimera.

Tanto è vero che per i promotori del referendum, il "quorum" delle sottoscrizioni necessarie non pare più nemmeno essere in discussione, tanto più che il termine ultimo che si erano dati sarebbe il 30 settembre.

E addirittura, c'è chi sogna di raggiungere il traguardo entro questo fine settimana.

Che succede se si va a referendum

Come si ricorderà l'autonomia ha superato nelle scorse settimane l'esame di Camera e Senato.

Un doppio passaggio in Parlamento che aveva fatto esultare la Lega (che da anni ha fatto dell'autonomia differenziata un proprio cavallo di battaglia) e provocato reazioni diverse nel resto del panorama politico.

Tra scettici (appunto molti amministratori e parlamentari del Centrodestra del Sud) e contrari, come l'opposizione (tutti i partiti, ad eccezione di Azione) di Centrosinistra e Sinistra con anche in questo caso gli esponenti politici del meridione tra i più battaglieri.

Ma cosa accadrà concretamente se si andrà a referendum?

Innanzitutto val la pena sottolineare che il raggiungimento delle 500mila firme non comporterà automaticamente una consultazione popolare, ma farà sì che che su questa possibilità si pronunci la Corte Costituzionale.

Il quesito referendario e il responso della Cassazione

Il quesito referendario è stato depositato in Cassazione a inizio luglio, a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge.

Ecco cosa recita testualmente:

"Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?".

Su quale sarà il pensiero della Consulta, già si dibatte. Dal momento che la legge che si vuole abrogare è infatti "legata" a un articolo (il 116) della Costituzione, molti ritengono che la Consulta si comporterà come di fronte a una legge costituzionale, quindi non assoggettabile a un referendum abrogativo.

Se si decidesse invece di dichiarare il quesito ammissibile, la strada verso il referendum sarebbe tutta in discesa.

Sì per annullare la riforma, No per mantenerla

Ecco allora che sulla eventuale scheda referendaria, trattandosi di una consultazione abrogativa si dovrà votare "Sì" per cancellare la legge sull’Autonomia differenziata voluta dal Governo, mentre per "difendere" la la legge che porta il nome del ministro degli Affari regionali, il veterano leghista Roberto Calderoli, si dovrà invece votare "No".

Il ministro Roberto Calderoli, la legge sull'autonomia porta il suo nome
Il ministro Roberto Calderoli, la legge sull'autonomia porta il suo nome

Come si ricorderà la legge stabilisce le regole e modalità attraverso le quali alcune Regioni potranno chiedere allo Stato una maggiore autonomia nella gestione di specifiche materie.

Le reazioni di questi giorni, chi esulta e chi si preoccupa

Come detto, i partiti di opposizione esultano. Come ad esempio il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte:

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle

"Oltre 200 mila firme raccolte in appena 72 ore per il referendum contro l’autonomia differenziata, un boom di partecipazione che testimonia la determinazione e l’opposizione dei cittadini a una legge che mina la coesione sociale e l’unità del Paese. Un segnale importante, un chiaro avviso al Governo che dice senza mezzi termini: l'Italia non si spacca, non resteremo a guardare inermi".

Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia:

Francesco Boccia
Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato

"E' in corso una mobilitazione generale nel Paese che solo Meloni non vede“.

Mentre il capogruppo di Avs a Palazzo Madama, Peppe De Cristofaro, saluta le 220 mila firme raccolte online come una sorta di trionfo della partecipazione civile e politica del Paese:

Peppe De Cristofaro di Avs
Peppe De Cristofaro di Avs

"E' un risultato straordinario, un esercizio di democrazia che è una salutare boccata d’aria”.

La Lega, il referendum...e i governatori "amici"...

Nel frattempo, nella Lega, cercano di rintuzzare lo spauracchio di una consultazione popolare che potrebbe rimettere in discussione uno dei capisaldi politici (ed elettorali del Carroccio).

Ecco perché il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega) serra le fila sottolineando, anche per il Sud, la bontà della nuova legge:

Il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega)
Il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega)

"Da tanto tempo i cittadini attendono l’autonomia. L’abbiamo portata avanti senza mai mollare: è uno strumento per contrastare il centralismo e risolvere le disuguaglianze regionali che persistono da 76 anni. Rispetta e applica la Costituzione. È un modo per responsabilizzare le regioni e migliorare la qualità della vita per tutti. Perché oggi il fronte del ‘no’, dopo averla approvata nella riforma della Costituzione chiede il referendum per fermarla. L’autonomia a chi fa paura? A chi non vuole prendersi responsabilità di fronte ai cittadini".

A fargli eco il collega del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, tra l'altro presidente della Conferenza delle Regioni:

Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga

"E' in atto una campagna di disinformazione, soprattutto al Sud. “Diffidate da chi sta raccogliendo le firme perché sono quelli che hanno introdotto l’autonomia differenziata in Costituzione”.

Nel frattempo, dalla Calabria il governatore Roberto Occhiuto (Forza Italia) che nelle scorse settimane sembrava essersi messo decisamente di traverso alla nuova legge (tanto che più di qualcuno aveva ipotizzato potesse firmare per il referendum) in Consiglio regionale ha provato a fare un po' di chiarezza:

Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia)
Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia)

"Se oggi si facesse quello che ho chiesto, ovvero la moratoria sulle intese, anche su materie non Lep, finché non si finanziano i fabbisogni standard, sarebbe un risultato enorme, molto più enorme di quello che otterrei con dichiarazioni da capopopolo. Questo significa svolgere una funzione politica in modo intelligente e decisivo per cambiare le cose. Quindi continuerò a essere coerente, anche se sarò scomodo, perché sono un dirigente nazionale del centrodestra e perché ho la responsabilità di governare una regione complicata, in cui il leale rapporto di collaborazione con il governo è importante. No money, no party, senza risorsa nessuna intesa su nessuna materia".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali