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Morte calciatore Firenze, l'indiscrezione: medico arrivato a metà partita, si indaga per omicidio colposo

A prestare le prime cure è stata una dottoressa che è scesa dagli spalti da cui stava assistendo alla partita

Morte calciatore Firenze, l'indiscrezione: medico arrivato a metà partita, si indaga per omicidio colposo
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La drammatica morte di Mattia Giani, calciatore 26enne stroncato da un arresto cardiaco in campo domenica 14 aprile 2024, ha condotto all'apertura di un fascicolo per omicidio colposo.

Il giovane, deceduto all’ospedale di Careggi a seguito di un malore durante la partita a Campi Bisenzio del campionato di Eccellenza Toscana, Lanciotto Campi - Castelfiorentino United, si era accasciato sull’erba del campo sportivo toccandosi il petto e perdendo subito i sensi.

Attimi drammatici e concitati, che il padre dello sportivo, sugli spalti ha descritto con particolari. Denunciando la presunta mancanza di un medico a bordo campo, così come il fatto che nessuno sapesse utilizzare il defibrillatore e che la prima ambulanza fosse giunta sul luogo senza un medico a bordo.

Mattia Giani

Morte di Mattia Giani: si indaga per omicidio colposo

Dall'inchiesta per omicidio colposo (ad oggi ancora contro ignoti) sulla morte del calciatore 26enne trapela una clamorosa indiscrezione: il medico non era citato nel referto, cioé nella distinta di gara, perché sarebbe arrivato a metà gara, la società Lanciotto Campi avrebbe garantito l'arrivo del medico solo a partita in corso.

Anche la Lega nazionale dilettanti ammette che si poteva fare di più per salvare lo sfortunato atleta: quando il calciatore s'è sentito male all'inizio del primo tempo, è stata una dottoressa che seguiva dagli spalti a intervenire.

"Per una società di Eccellenza il costo del servizio sanitario d'assistenza arriva a 150 euro, le sanzioni in caso d'assenza fino a 100 euro - ha commentato il consigliere della Lega dilettanti Francesco Franchi - C'è quindi un problema sanzionatorio: chiederemo al Governo di aiutare i club attraverso un accordo col Servizio sanitario nazionale".

Lapidario il commento del papà, Sandro Giani:

"Se mio figlio poteva avere una possibilità su mille di essere salvato, non l'ha avuta"

Cosa non torna

Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Si indaga sui fatti accaduti nei febbrili e drammatici momenti in cui si tentava di salvare la vita a Mattia e se al campo sportivo di Campi Bisenzio sia stato rispettato il regolamento per garantire la sicurezza degli atleti. 

La decisione di approfondire gli accertamenti sul caso ha preso sostanza dopo le dichiarazioni dei genitori di Mattia, presenti allo stadio il giorno del tragico malore che ha portato al decesso del figlio, rilasciate ai carabinieri e sentite come persone informate sui fatti. 

Secondo il racconto di papà Sandro la prima ambulanza arriva dopo 15 minuti e senza un medico a bordo. Il defibrillatore c'è, ma nessuno sa usarlo. A tentare l'impossibile i massaggiatori delle due squadre, che praticando un massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. Il defibrillatore sarebbe stato utilizzato soltanto all'arrivo del secondo medico.

Dopo i tentativi di rianimazione sul terreno di Campi Bisenzio, il 26enne viene trasportato al policlinico fiorentino di Careggi:

"Ma è arrivato in ospedale almeno 40-50 minuti dopo il malore. Di fatto il suo cuore non ha mai ripreso a battere", precisa il padre. L’unica cosa che mi sento di dire è sperare che questa tragedia serva da lezione. Perché quando c’è una partita di calcio ci devono essere un’ambulanza a bordo campo, un defibrillatore e qualcuno in grado di usarlo".

La versione della società di Campi Bisenzio

Asl, precisa che l'ambulanza sarebbe arrivata dopo 8 minuti.

Dal Lanciotto, l'addetto stampa Manuele Querci ai microfoni di Italia 7 ha assicurato che il medico c'era:

"La situazione è stata drammatica - ha detto Querci - Siamo distrutti. Perdere un ragazzo di 26 anni per una partita di calcio che dovrebbe essere una festa è stato drammatico. L'ambulanza non era presente sul campo, non è obbligatorio – ribadisce- Serve un dottore nell'impianto che è andato prontamente sul ragazzo, insieme all'altro personale specializzato perché c’erano due infermieri e con il defibrillatore hanno cercato di stabilizzarlo. Regolarmente l'ambulanza non c'è nelle partite di Eccellenza, proprio per la mancanza spesso di mezzi. Poi quando purtroppo succedono situazioni del genere si torna al punto che probabilmente servirebbe".

Poi la scelta del silenzio:

"In merito ai tragici fatti di questi giorni, preso atto di dichiarazioni non veritiere attribuite a rappresentanti della nostra società riportate da alcuni organi di stampa e della strumentalizzazione politica in atto sulla vicenda, per agevolare le eventuali indagini in corso la ASD Lanciotto comunica a tutti i tesserati di aver adottato il silenzio stampa fino a data da destinarsi", scrivono in una nota.

Comunque, nella distinta del Lancillotto, non si legge il nome del medico. Ci sono solo mister, dirigente e massaggiatori. La documentazione di gara confermerebbe le parole di papà Sandro.

Sempre nel racconto del signor Sandro, pare che a scendere dagli spalti per prestare soccorso sia stata una dottoressa. Lì come spettatrice, quindi. La professionista, che vuole rimanere anonima, ha confermato la versione del padre di Mattia al Corriere. Non vi erano medici a bordo campo, motivo per il quale è scesa, quando hanno chiesto se ve ne fossero sugli spalti.

Se la testimonianza trovasse conferma attraverso le indagini, per la società - che ha ammesso che l'ambulanza non ci fosse, ma invece il medico sì - si configurerebbero pesanti responsabilità.

Ricordo di Mattia Giani

Il nodo dell'autopsia

L'autopsia - in programma entro venerdì - è stata richiesta dalla famiglia in accordo con lo staff del medico del Carreggi. Servirà a chiarire se qualche patologia del calciatore sia sfuggita allo staff sanitario che ha dato il via liberà per l'idoneità al giocatore.

Nessun accanimento, non vi sarebbero denunce depositate al momento, solo il desiderio che quanto accaduto non si ripeta, chiarisce la famiglia.

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