Ilaria Salis, il portavoce di Orban diffonde un video sulla presunta aggressione ai neonazisti (e poi lo rimuove)
Intanto il padre dell'insegnante monzese annuncia che querelerà Matteo Salvini per diffamazione
La vicenda di Ilaria Salis, monzese 39enne in condizione di detenzione preventiva a Budapest in Ungheria, continua ad allargarsi, coinvolgendo la politica nostrana (ed europea) ed aggiungendo continuativamente nuovi tasselli a questo spinoso caso.
E’ delle scorse la notizia che il padre di Salis querelerà il vice premier Matteo Salvini per diffamazione, ai danni della figlia. Mentre la maggioranza, sulla questione, segue tre linee di azione sostanzialmente differenti.
Contemporaneamente, a seguito delle feroci polemiche internazionali, scaturite dalla diffusione delle fotografie che mostravano la cittadina italiana in catene nell’aula del tribunale ungherese - in occasione della prima udienza del processo che la vede imputata per aggressione a danno di due neofascisti – arriva a stretto giro un video pubblicato (e poi rimosso) dal portavoce di Viktor Orban dell’aggressione.
Chiude il cerchio il memoriale della donna, che denuncia, invece, condizioni igienico sanitarie precarie, nonché la necessità di eseguire controlli per via di un nodulo al seno: secondo la maestra, tale prevenzione, le sarebbe stata negata nelle carceri ungheresi.
Il padre di Ilaria Salis denuncia Salvini
Ma andiamo con ordine. Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni riceve rassicurazioni sulle condizioni di Ilaria Salis direttamente dal primo ministro ungherese Viktor Orban a Bruxelles, arrivano in Italia le dichiarazioni del padre della detenuta, Roberto Salis:
“Ci faremo dare opportuna procura da Ilaria perché, a seguito delle dichiarazione lesive della sua reputazione per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza, abbiamo deciso di querelare Matteo Salvini per diffamazione in seguito all'ignobile attacco e all'imboscata della trasmissione Diario del giorno, la famiglia ha deciso di querelare anche Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti per diffamazione".
Nei giorni scorsi il vicepremier, pur condannando le catene a cui Salis era stata costretta in aula, ha dichiarato che non avrebbe voluto Salis come maestra della propria figlia.
Salvini aveva fatto riferimento ad un episodio risalente al 2017, in cui un gruppo di manifestanti aveva danneggiato un banchetto della Lega a Monza. Sulla vicenda, però, è seguito un processo che ha decretato non soltanto la piena assoluzione di Salis, presente fra le fila degli attivista, ma ha anche puntualizzato quanto l'intervento della 39enne fosse stato utile a calmare gli animi. Come confermato da un video.
In seguito alla diffusione della notizia circa l'intenzione di querelare il vice premier, la Lega ribatte:
"Prendiamo atto con curiosità della scelta di querelare Salvini. La Lega invece rinnova l'impegno affinché i diritti della donna detenuta in Ungheria siano tutelati. E aggiunge l'auspicio che Ilaria venga assolta rapidamente da tutte le accuse, a differenza di quanto è avvenuto in altra vicenda chiusasi con sentenza di condanna confermata in Cassazione il 3 luglio 2023 per concorso morale nella resistenza a pubblico ufficiale. Certo, resta sempre la domanda: è normale che un'educatrice venga fermata in una capitale europea con un manganello?".
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Poche ore dopo le esternazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è arrivata anche la dura replica della leader dei Dem Elly Shlein:
"Non può fare la maestra, viene da chiedergli come possa, chi è accusato di sequestro di persona, fare il ministro".
"Salis non è una maestra, solo supplenze occasionali"
Circa l'impiego della 39enne interviene anche “Tuttoscuola”:
"Ilaria Salis non lavora come maestra in una scuola primaria, mentre ha svolto delle supplenze brevi in una scuola secondaria di primo grado, ovvero alla scuola media, come docente di Lettere. E non è neanche un'insegnante precaria con contratto annuale (fino al termine delle lezioni o fino al 31 agosto), ma ha fatto supplenze occasionali fino all'anno scorso".
Il video del portavoce di Orban che "incastrerebbe" Salis
Nel frattempo anche l'Ungheria si muove per allontanare le pesanti accuse piovute sul capo del premier Orban circa le condizioni detentive nel Paese.
Il portavoce del premier ungherese Viktor Orban, Zoltan Kovacs, sul suo profilo X ha usato parole dure contro l'insegnante lombarda, postando anche il video dell'aggressione, in cui si vedono alcune persone a volto coperto.
❗️Facts you should know about last February’s antifa attacks in Hungary
❌The leftist media and human rights groups launched an orchestrated attack against Hungary in the case of three foreign nationals charged with the organized assault of suspected far-right sympathizers. Here… pic.twitter.com/Se56A3YJiz
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) January 31, 2024
"I reati in questione sono gravi, sia in Ungheria che a livello internazionale. Le misure adottate nel procedimento sono previste dalla legge e adeguate alla gravità dell'accusa del reato commesso», scrive Kovacs. "La credibilità di Ilaria Salis è altamente discutibile, come dimostrato, tra l'altro, dalle false dichiarazioni da lei rilasciate circa la sua istruzione, la sua situazione familiare e le sue relazioni personali, che si sono poi rivelate false", ha aggiunto.
Kovacs sostiene di essere oggetto di attacchi da parte dei media di sinistra e organizzazioni per i diritti umani e nega che Salis sia trattata in modo disumano.
"Disumano? Proprio no. Presa sul serio per la gravità del crimine di cui è accusata? Più probabilmente. Nelle carceri ungheresi, ai detenuti vengono forniti tre pasti al giorno, che soddisfano i requisiti di una dieta sana. Vengono effettuati controlli igienici continui e i detenuti ricevono cure mediche adeguate. L'affermazione secondo cui ci sono i ratti è una bugia e gli istituti di servizio carcerario soddisfano elevati standard igienici".
Salis: il nodulo al seno
Differente la versione fornita dalla 39enne:
"Sono trattata come una bestia al guinzaglio, da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimimici nel letto, l'aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino."
Quando ancora si trovava in Italia, la donna era stata visitata per un "nodulo benigno" al seno che avrebbe dovuto tenere sotto controllo. Per questo motivo, il suo legale ungherese, aveva chiesto e ottenuto per Salis un'ecografia al seno. L'esame si è svolto "a metà giugno, in un ambulatorio" e la dottoressa che l'ha visitata le "ha detto a voce che andava tutto bene. E che non dovrei svolgere ulteriori controlli". Un'affermazione che alla 39enne è sembrata strana, in disaccordo con quanto raccomandato dai medici italiani. Alla fine dell'esame, comunque, non avrebbe ricevuto nessun referto scritto, così come il suo legale.
Meloni: "né io né Orban possiamo entrarci”
In questo scenario, che si complica di ora in ora, la premier Meloni rimane il più neutrale possibile:
"Dobbiamo garantire che ai nostri connazionali venga riservato un trattamento di dignità e rispetto un giusto processo, mi permetto di dire anche un veloce processo, ma al momento né io né Orban possiamo entrare nel giudizio perché compete alla magistratura".
La leader di FdI ha da sempre una forte intesa con il primo ministro ungherese e pare determinata a mantenerla nonostante questo delicato caso.
Più determinato, invece, pare essere il leader forzista Antonio Tajani, che ribatte anche al compagno di maggioranza, Matteo Salvini:
"Noi siamo garantisti, finche non c'è una condanna in giudicato, una persona è innocente. Non tocca al governo entrare nel merito della vicenda giudiziaria, rispettiamo le decisioni della magistratura ungherese ma chiediamo il rispetto delle normative comunitarie sulla detenzione. Noi chiediamo che sia verificato il trattamento di detenzione e non venga tradotta in aula in atteggiamento molto aggressivo".