Con scarpe inadeguate a 1700 metri in montagna: rischia l'assideramento. Potrebbe dover pagare i soccorsi
E’ la disavventura accaduta a una coppia di escursionisti nel Bellunese, recuperati dal Soccorso Alpino
Bloccati a 1700 metri in montagna a causa delle scarpe sbagliate. E’ la disavventura accaduta a una coppia di escursionisti nel Bellunese, recuperati dal Soccorso Alpino lungo il sentiero 215 che sale al Rifugio Vandelli. La donna rischiava l’assideramento ai piedi a causa di un paio di calzature inadatte all’impresa.
A 1700 metri con le scarpe inadatte: rischiava l'assideramento ai piedi
E ora i due rischiano di doversi pagare i soccorsi di tasca propria. Già perché si ritiene che l’onere finanziario possa avere anche un valore dissuasivo di comportamenti irresponsabili (che sono infatti quelli per i quali la compartecipazione alla spesa è maggiormente elevata).
Verso le 19 del 16 gennaio 2024, la Centrale del 118 ha ricevuto la chiamata di una coppia di escursionisti bloccata nella neve e infreddolita. I due erano partiti dal Passo Tre Croci verso le 14.30 con l'intenzione di salire al Rifugio.
A un certo punto si sono dovuti fermare perché la donna, una 36enne di Albignasego (Padova), che procedeva nella neve alta con calzature inadeguate, e quindi con i piedi bagnati e ghiacciati, non è più stata in grado di camminare.
Come racconta Prima Belluno, il compagno, un 27enne di Villafranca Padovana ha cercato di riscaldarla, togliendole gli scarponcini e avvolgendola nel sacco a pelo che portavano negli zaini, per poi chiedere aiuto. Risaliti al punto in cui si trovavano, a 1.775 metri di quota, una squadra del Soccorso alpino di Cortina e della Guardia di finanza si è avvicinata il più possibile con il quad per poi continuare a piedi.
I soccorsi
Nel frattempo, l'elicottero di Trento, si è liberato da una precedente missione ed è volato a Cortina ad imbarcare un tecnico di elisoccorso della Stazione per condurre l'equipaggio nel punto dove si trovavano i due escursionisti. Con la squadra giunta sul posto - imbarellare la donna e trasportarla al Passo avrebbe richiesto almeno altre tre ore - l'eliambulanza di Trento emergenza ha issato a bordo i due utilizzando il verricello e li ha poi accompagnati in piazzola al Codivilla.
La coppia è stata quindi ospitata nella sede del Soccorso alpino di Cortina per riscaldarsi. A seguito di un precedente intervento, che aveva già richiesto l'intervento dell'elicottero di Trento in volo notturno, all'inizio del sentiero per il Vandelli è stato posto un cartello di avviso sulla presenza di ghiaccio e sulla necessità di avere dotazioni alpinistiche, oltre che specifiche capacità di movimento in ambiente invernale.
“In questi giorni le temperature scendono oltre i meno 15 gradi e il rischio di assideramento è elevato - spiegano dal soccorso alpino - senza considerare che in molti luoghi non prende il telefono. Non sempre può intervenire l'elisoccorso e l'avvicinamento delle squadre a piedi richiede lunghe ore sia per arrivare che per un eventuale trasporto a ritroso”.
Alpinisti sprovveduti: i casi analoghi
Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato. Da tempo, ormai, i soccorritori lamentano il dover intervenire in casi di superficialità da parte degli escursionisti. Le missioni di recupero in montagna, è bene ricordarlo, oltre che essere dispendiose sono spesso anche pericolose per il personale di recupero.
Emblematica la vicenda, che risale all'agosto 2023, dei 4 ragazzi che hanno ben pensato di fare un'escursione in montagna con i sandali, salvo poi dover chiamare i soccorritori.
Caso fotocopia quello dei due ragazzini recuperati dai soccorsi a 2mila metri con le scarpe da ginnastica, sulle Dolomiti. Era dicembre, poche settimane fa.
In casi come questo è possibile che venga dunque richiesto un contributo per pagare i soccorsi a coloro che ne hanno fatto richiesta a causa di comportamenti poco assennati.
Accortezza in montagna
L'accortezza in montagna non è mai troppa, come confermano le tragiche morti recenti. Travolto da una valanga in Abruzzo, non ha avuto scampo Luca Nunzi, escursionista esperto.
Nei primi giorni di gennaio, hanno trovato la morte in Piemonte anche due ciaspolatori, anche in questo caso uccisi da una slavina.