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L'oblio oncologico è legge in Italia: come funziona e perché è un esempio di civiltà

Al momento sono un milione gli italiani interessati dall'oblio oncologico, perché appunto già guariti

L'oblio oncologico è legge in Italia: come funziona e perché è un esempio di civiltà
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Grazie ai progressi della ricerca scientifica, oggi, è possibile guarire dal cancro. Ma continuare a portare sulle spalle lo stigma di essere stato un “paziente oncologico” può risultare discriminante in molti contesti.

Dall'Aula del Senato, il 5 dicembre 2023, è arrivato il via libera definitivo e all'unanimità al disegno di legge sull'oblio Oncologico, dopo l'ok già ricevuto dalla Camera, con 139 voti favorevoli. La norma sancisce anche in Italia il diritto all'oblio per coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche con l'obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti.

L'oblio oncologico è legge: come funziona

Vediamo, nel pratico, quali applicazioni trova questa nuova legge. Verrà sbarrata la strada alla richiesta di informazioni su una pregressa patologia oncologica, dopo 10 anni dal termine dei trattamenti - in assenza di recidiva di malattia in questo periodo – e dopo 5 anni per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni.

La tutela è in realtà anche rafforzata, perché si prevede che le informazioni non possano essere utilizzate nemmeno da eventuali intermediari o altri operatori (in un processo concorsuale, di adozione, o nel rapporto con banche e assicurazioni).

Al momento sono un milione gli italiani interessati dall'oblio oncologico, perché appunto già guariti. Altri 3,6 milioni convivono con un tumore.

Con la legge sull'oblio oncologico, adottare un bambino, chiedere un mutuo in banca, partecipare a un concorso non rappresenterà più una corsa a ostacoli per le persone guarite da un tumore. Sono infatti previste specifiche norme per tutelare gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell'ambito lavorativo.

Una legge di civiltà

"I cittadini guariti dal cancro in Italia non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare - afferma Francesco Perrone, presidente di Aiom -. Sono infatti previste specifiche norme che tutelano gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell'ambito lavorativo".

"Accolgo con grande gioia l'approvazione all'unanimità della proposta di legge parlamentare sull'oblio oncologico. Una norma di civiltà, che il governo ha convintamente sostenuto e che cancellerà quelle umilianti e ingiuste discriminazioni che pesavano sulle persone guarite da patologie oncologiche. Grazie a tutte le forze politiche che hanno consentito di raggiungere oggi questo obiettivo". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Secondo il presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci, l'approvazione della legge è

“Una bella pagina di libertà e di speranza. Finalmente i guariti potranno contrarre un mutuo, stipulare un’assicurazione, adottare un figlio o partecipare a un concorso a pari condizioni con gli altri concittadini. A qualificare ulteriormente questo passaggio è uno spirito di coesione e di incontro delle rispettive volontà, un lavoro di condivisione in Commissione che ha visto il contributo costruttivo anche delle forze di opposizione”.

Nel febbraio 2022, la Commissione Europea - nell'ambito del Piano Oncologico Europeo - ha auspicato che tutti gli Stati Ue arrivino ad avere leggi sul diritto all'oblio oncologico entro il 2025. Un traguardo che l'Italia raggiunge dopo Francia, Portogallo, Spagna, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.

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