I bonifici per ristrutturazione casa aumentano: quanto e per chi costeranno di più
Nella bozza della Legge di Bilancio c'è l'aumento dall'8 all'11%, che potrebbe riflettersi anche sui consumatori
Una stretta sul mondo dell'edilizia. Dopo lo stop al Superbonus e le modifiche anche per chi venderà casa dopo la ristrutturazione con l'incentivo del 110%, il Governo interviene anche sui bonifici per i bonus casa. Nella bozza della Legge di Bilancio, infatti, è previsto un aumento delle ritenute sui bonifici parlanti, che saliranno dall'8 all'11%.
Di quanto aumentano le ritenute sui bonifici per i bonus casa
Dal gennaio 2015 le ritenute sui bonifici per le ristrutturazioni sono pari all'8%. Da nove anni, dunque, non si muovono mentre prima c'era stata una certa volatilità (l'aliquota nel 2010 era al 10%, nel 2011 al 4% e poi è passata all'8%). Ora, dopo tanti anni di immobilismo, ecco una nuova modifica che dovrebbe entrare in vigore nel 2024. Dovrebbe perché la Manovra deve ancora vedere la sua stesura definitiva, dopodiché dovrà passare al vaglio del Parlamento.
Aumento bonifici per Bonus casa: chi ci rimette
A risentire della modifica saranno soprattutto le imprese, che vedranno ridotta la propria liquidità dal momento che viene anticipato di diversi mesi il momento in cui si effettuano i versamenti all’Erario.
Ma - come spesso accade - le conseguenze potrebbero ricadere sui consumatori, che potrebbero vedersi addebitare costi maggiori proprio per la volontà delle aziende di ammortizzare le maggiori spese. Ma questo poi sarà tutto da valutare e dipenderà naturalmente caso per caso.
Quando si applica la ritenuta sui bonifici
La ritenuta sui bonifici si applica quando si eseguono lavori di ristrutturazione e di risparmio energetico sugli edifici solo nel caso in cui il contribuente si avvale di agevolazioni fiscali.
I bonus coinvolti sono tutti i bonus edilizi, come Superbonus, Ecobonus e bonus del 50% sulle ristrutturazioni ordinarie.
Nello specifico, i lavori per cui è prevista ritenuta sui bonifici sono:
- interventi di ristrutturazione straordinaria di immobili abitativi, lavori di restauro e risanamento, manutenzione ordinaria di edifici residenziali;
- interventi per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, installazione di pannelli e schermature solari, sostituzione di vecchi impianti di climatizzazione.
Al momento del pagamento del bonifico, la banca o Poste Italiane devono applicare una ritenuta d’acconto, corrispondente a un pagamento anticipato dell’imposta sul reddito che spetta all’impresa che ha effettuato i lavori.
Come fare un bonifico parlante per ristrutturazione edilizia
Come si fa un bonifico parlante? Come prima cosa bisogna distinguerlo da quello ordinario. Se andate in filiale chiedete all'impiegato, se lo fate con l'home banking ci sarà certamente una sezione dedicata. Bisogna selezionare bonifico parlante per ristrutturazione edilizia.
Le voci da inserire sono analoghe a quelle che si trovano nel bonifico ordinario, ma richiedono una compilazione più estesa. Oltre a nome e cognome del destinatario, infatti, in un bonifico parlante per ristrutturazione sarà necessario indicare la partita Iva o il codice fiscale dell’impresa o della persona fisica che si occupa di svolgere i lavori.
Per quanto riguarda la causale del bonifico parlante per ristrutturazione è necessario inserire due informazioni fondamentali: il numero di fattura relativo all’intervento svolto e la normativa cui si fa riferimento per l’accesso alla detrazione fiscale.
Cosa fare se si è commesso un errore nel bonifico per detrazione
Non è infrequente commettere degli errori nella compilazione di un bonifico parlante per ristrutturazione edilizia. Oltre all'incompletezza dei dati, uno degli errori più comuni consiste nel citare male, nel campo della causale, la normativa a cui si fa riferimento per l’accesso al bonus.
Un errore nella compilazione del bonifico parlante per ristrutturazione può compromettere l’approvazione della detrazione fiscale ma è possibile rimediare.
Un primo modo di correggere l’errore consiste, semplicemente, nel ripetere il bonifico (ovviamente facendosi restituire il primo). In alternativa è possibile farsi rilasciare dall’impresa di ristrutturazione una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, da presentare al momento della dichiarazione dei redditi, in cui si attesti che i compensi ricevuti sono stati correttamente contabilizzati ai fini dell’erogazione della detrazione fiscale.