L'inversione a U di Angelika Hutter: perché non può far escludere l'intenzionalità
La tedesca che ha falciato la famigliola stava lasciando il paese quando ha deciso di tornare indietro: una manciata di secondi dopo si è verificato lo schianto
Non è affatto detto che l'ipotesi dell'intenzionalità sia esclusa, nella tragedia della famiglia investita a santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, Veneto, lo scorso giovedì 6 luglio 2023.
AGGIORNAMENTO MARTEDI' 15 LUGLIO - Ieri, lunedì 14 luglio 2023, si è svolto l'interrogatorio di garanzia: Angelika Hutter, accompagnata dall'avvocato d'ufficio Giuseppe Triolo, si è avvalsa della facoltà di non rispondere dinanzi al giudice Enrica Marson e al pubblico ministero Simone Marcon. Bocce ferme, insomma, in attesa che migliorino le condizioni dell'indagata, che in queste ore dovrebbe essere raggiunta dal fratello Martin, che vive ad Augusta, un duecento chilometri da Deggendorf, dove la Hutter è cresciuta, e da Ahloming, dove risulta residente.
Che cosa ha detto il Procuratore di Belluno
Il Procuratore di Belluno Paolo Luca, con doverosa prudenza, ha solamente dichiarato:
"Non ci sono indizi circa la volontarietà, per ora resta un'astrazione".
Ammettendo al contempo:
"Angelika Hutter è una persona con difficoltà a livello di autocontrollo e nella gestione dell'ira. Uno stato d'ira che non sappiamo da cosa sia stato generato può avere in qualche maniera allentato, alterato l'attenzione alla guida".
Per il momento siamo fermi qui. Ma, pur nel campo delle ipotesi, anche che la 32enne girovaga bavarese abbia fatto tutto apposta, non lo si può nemmeno escludere. Sulla carta, la mancanza di indizi non può cancellare l'eventualità di un atto deliberato.
E, infatti, un nuovo elemento fa tornare in auge l'ipotesi dell'intenzionalità: ovvero il filmato - reso pubblico nelle scorse ore - della telecamera di un esercizio pubblico all'ingresso del paese che ha immortalato un'inversione a U della Audi nera una manciata di secondi prima che falciasse mortalmente Mattia Antoniello, di soli 2 anni, che si trovava nel passeggino, il papà Marco Antoniello di 48 anni e la nonna Maria Grazia Zuin di 65 anni, risparmiando miracolosamente la mamma Elena Potente, il nonno Lucio Potente e un altro figlio che si trovava su una biciclettina.
Insomma, Angelika Hutter stava lasciando il paese, quando è tornata improvvisamente indietro.
Perché l'inversione a U non può far escludere l'intenzionalità
Sembra che quel maledetto pomeriggio la 32enne tedesca - tuttora ricoverata in un reparto di psichiatria dell’ospedale civile di Venezia (sottoposta a terapia farmacologica e piantonata dai carabinieri, non parla e non vuole farsi aiutare) - prima di falciare la famigliola sia andata avanti e indietro per via Udine per un quarto d'ora e che prima avesse avuto scatti d'ira, non è chiaro se addirittura una lite stradale con una donna, e abbia scagliato con forza una bottiglia prima di salire nella macchina diventata negli ultimi mesi la sua casa.
Stiamo parlando di una personalità fragile, della quale si stanno cercando precedenti psichiatrici: la gip Enrica Marson ha parlato di un probabile disagio personale di una persona che vive in una condizione di precarietà e che palesa tratti di trasgressività e reattività, lo psicoterapeuta e perito del Tribunale di Belluno Tullio Franceschini ha ammesso che la Hutter potrebbe avere problemi psichiatrici, forse un caso di innalzamento del tono dell’umore o addirittura una dissociazione dalla realtà.
Due diversi filmati prima della tragedia
Sono due i filmati che immortalano l'Audi nera della giovane prima dello schianto.
Il primo (ripreso dalle telecamere di un esercizio pubblico) è stato reso noto già alcuni giorni fa e fa riferimento a pochi secondi prima della tragedia:
L'orologio segna le 15.14 e 55 secondi al passaggio della vettura (4 soli secondi dopo si sente il tremendo botto).
Ma c'è un secondo video che immortala l'Audi nera poco prima, alle 15.14 e 29 secondi.
A filmare è la telecamera di un altro esercizio pubblico, ma all'inizio del paese: si vede la Hutter che arriva dal centro, sta quasi per lasciare l'abitato, poi però ci ripensa e fa un'inversione a U per tornare indietro.
Meno di 30 secondi dopo la tragedia.
Soli trenta secondi (o giù di lì, ammettendo che i due orologi potessero non essere perfettamente sincronizzati) per coprire i 450 metri dal punto dell'inversione a quello dello schianto:
Perché la Hutter ha deciso di invertire la marcia?
La domanda scontata è: se se ne stava andando da Santo Stefano, perché è tornata indietro finendo dopo poche centinaia di metri per investire la famigliola?
Lo ha fatto intenzionalmente?
La Hutter viaggiava ad alta velocità, non ha accennato minimamente a schiacciare il freno, non ha sbandato: l'impressione è che avesse proprio preso di mira la famigliola sul marciapiedi, centrandola deliberatamente.
Forse lo ha fatto per sfogare un eccesso d'ira accumulata. Il diverbio qualche minuto prima di investire la famigliola sarebbe stata la molla scatenante, la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di tensioni, come in un episodio al centro commerciale di Bolzano qualche settimana prima (si era messa a litigare con un commesso con tanta rabbia che i colleghi avevano chiamato la polizia, che poi aveva trovato un martello nel suo zaino e l'aveva denunciata per possesso di oggetti atti a offendere).
Insomma, alla base di questa terribile vicenda potrebbe esserci un'inquietudine esistenziale tale da deformare la realtà e individuare in quella famigliola felice e tranquilla un obiettivo con cui prendersela. Tanto da fare inversione e tornare indietro per investirla.
Anche il fatto che, una volta scesa dall'auto, completamente fuori di sè, la tedesca si sia messa pure a urlare contro i corpi già esanimi di papà e nonna, potrebbe confermare questa tesi.
Marco Ponente, zio del bimbo morto investito, aveva dichiarato:
"La tedesca dopo l'incidente ha inveito contro i cadaveri a terra".
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