Bilancio ferale

358 morti sul lavoro nel 2023: 17 vittime ogni settimana. Tutti i dati regione per regione

La Lombardia detiene il triste primato degli incidenti mortali. Seguono il Veneto e il Lazio

358 morti sul lavoro nel 2023: 17 vittime ogni settimana. Tutti i dati regione per regione
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L'Osservatorio Vega Enginerring ha redatto un rapporto relativo agli incidenti sul lavoro nella nostra Penisola nei primi sei mesi del 2023:

"Il bilancio è straziante. Da gennaio a maggio sono morti 358 lavoratori. La media mensile cresce da 66 a 71 decessi. A settimana si registrano almeno 17 vittime sui luoghi di lavoro".

358 morti sul lavoro dal 2023, bilancio straziante: "17 vittime ogni settimana"

I dati emersi dal report dell'Osservatorio Vega riguardo gli incidenti sul lavoro in Italia da inizio 2023 testimoniano uno scenario davvero inquietante. Tra gennaio e maggio di quest'anno, infatti, lungo tutto lo Stivale sono morti 358 lavoratori, con una media mensile che è passata da 66 a 71 decessi. Impressionante anche la media settimanale che parla di almeno 17 vittime ogni 7 giorni. Gli infortuni mortali sono 271 nei luoghi di lavoro e 87 in itinere.

Per quanto riguarda il tasso di mortalità sul lavoro tra i giovani, la situazione è ancora più drammatica: la percentuale dei giovanissimi morti con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni è del 100% in più rispetto ai colleghi nella fascia tra i 25 e i 34 anni.

Fino ai 14 anni si rilevano ancora 27.760 denunce di infortuni (oltre il 10% del totale). In merito ai lavoratori stranieri, invece, il rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un’incidenza di mortalità di 20,2 contro il 10,8 degli italiani.

In diminuzione le denunce di infortunio totali con un -24,1% rispetto a maggio 2022. Questo dato positivo dipende anche dalla fine dell'emergenza sanitaria: nei primi mesi del 2022 gli “infortuni per covid” erano ancora molto numerosi. L’attività manifatturiera rimane il settore più colpito dagli infortuni.

Incidenti sul lavoro: i dati divisi regione per regione

Nella seguente immagine è riportato il rischio di morte, regione per regione, da gennaio a maggio 2023.

  • In zona rossa nei primi cinque mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 11,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Umbria, Abruzzo, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
  • In zona arancione: Sicilia, Puglia, Lombardia, Marche e Piemonte.
  • In zona gialla: Veneto, Campania, Liguria e Lazio.
  • In zona bianca: Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Calabria, Basilicata e Molise.

Ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (57). Seguono: Veneto (25), Lazio (23), Piemonte (21), Campania e Sicilia (19), Emilia-Romagna e Puglia (17), Toscana (13), Abruzzo (11), Umbria (9), Marche, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (8), Liguria (7), Sardegna (4), Calabria (3), Valle d’Aosta e Basilicata (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

L'Osservatorio Vega ha stilato anche la classifica delle province in cui si è verificato il maggior numero di incidenti mortali sul lavoro nei primi sei mesi del 2023. Ecco le prime dieci posizioni:

  1. Verbano Cusio Ossola (Piemonte)
  2. Teramo (Abruzzo)
  3. Sondrio (Lombardia)
  4. Messina (Sicilia)
  5. Cremona (Lombardia)
  6. Piacenza (Emilia Romagna)
  7. Pordenone (Friuli Venezia Giulia)
  8. Bari (Puglia)
  9. Siracusa (Sicilia)
  10. Perugia (Umbria)

Per visualizzare invece il dato sugli incidenti mortali sul lavoro divisi provincia per provincia: clicca qui.

“Siamo quasi al giro di boa dell’anno e la tragedia continua e si aggrava - afferma l’ingegnere Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre - Il lavoro prosegue inesorabilmente a mietere vittime nel nostro Paese. E dopo cinque mesi ciò che ancora colpisce, oltre ai numeri, è l’incidenza di mortalità specie tra i giovanissimi lavoratori.

Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è doppio rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (11,3 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 6,1). Se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 24,1% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono più nelle statistiche”.

Incidenti mortali sul lavoro: i dati divisi per età, sesso e settore

Sempre sul fronte delle incidenze, quella minima viene rilevata, invece, tra i 35 e i 44 anni (pari a 5,6 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (46,6), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (21).

Ancora preoccupante la situazione per gli stranieri: quelli deceduti in occasione di lavoro sono 48 su 271. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 20,2 morti ogni milione di occupati, contro i 10,8 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 48, mentre sono 14 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Nei primi cinque mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 41. Ed è seguito dalle Costruzioni (31), dalle Attività Manifatturiere (29) e dal Commercio (19).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (101 su un totale di 271).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a maggio 2023 sono 16, mentre 11 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Il lunedì e il mercoledì sono i giorni neri della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi cinque mesi dell’anno (19,2%).

I dati sugli infortuni

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 24,1% rispetto a fine maggio 2022. Erano, infatti, 323.806 a maggio 2022. Nel 2023 sono scese a 245.857. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno le denunce erano 47.381, mentre a fine maggio 2023 sono diventate 11.749. Altra conferma, questa, della totale ‘estinzione’ degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi cinque mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (28.430). Seguono: Costruzioni (12.336), Trasporto e Magazzinaggio (12.048), Sanità (11.749) e Commercio (11.698).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a maggio 2023 sono state 89.425, quelle dei colleghi uomini 156.432.

Più che allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 27.760 denunce (oltre il 11% del totale).

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