ALLARME ROSSO

Caos e risse al maxi-raduno sul Garda lo scorso anno, torna la paura: "Il 2 giugno tutti a Peschiera"

L'obiettivo è scongiurare i disordini che si erano verificati quando migliaia di ragazzi erano arrivati soprattutto da Milano

Caos e risse al maxi-raduno sul Garda lo scorso anno, torna la paura: "Il 2 giugno tutti a Peschiera"
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Assalto al Garda, è allarme sul maxi raduno di giovani per il 2 giugno. Sul passaparola nato in rete sul canale social di Tik Tok è partito un vero e proprio piano di emergenza.

Assalto al Garda, scatta il piano di emergenza

Per il "ponte" del 2 giugno, come raccontato da Prima Verona, dalle parti del Garda non si aspettano solo un massiccio afflusso di turisti che dovrebbero fare la gioia degli operatori, ma anche quello che appunto si teme un assalto da parte di giovanissimi dopo il passaparola lanciato sui social.

Del resto, lo stesso "assalto" si era verificato lo scorso ed erano stati tantissimi i gruppi di giovani e giovanissimi (tra questi vere e proprie "baby gang") che erano arrivati in massa soprattutto da Milano e dall'hinterland creando non poco scompiglio.

Incubo 2 giugno, ecco il piano prevenzione

Sotto la lente in queste ore è soprattutto Peschiera del Garda, considerata la località più a rischio per un altro raduno di giovanissimi.

Del resto, la mente sta tornando proprio allo scorso anno quando un raduno simile organizzato in rete aveva portato tra il lido Pioppi di Peschiera del Garda e il lido Campanello di Castelnuovo un'ondata di migliaia ragazzi che era sfociata in una maxi rissa.

Ecco allora perché il livello di attenzione delle forze dell'ordine è alto, tanto che appunto per venerdì 2 giugno saranno intensificati i controlli, anche nella stazione ferroviaria di Desenzano.

Una decisione arrivata in queste ore dalla Questura di Verona ha deciso di intensificare i controlli.

"Tutti a Peschiera", obiettivo scongiurare risse e disordini

L'obiettivo è scongiurare risse e disordini come era avvenuto lo scorso anno non solo sul lungolago, ma anche sui treni nel ritorno a casa dei gruppi di giovani.

Da qui la decisione del Questore della Provincia di Verona di convocare un tavolo tecnico al quale hanno preso parte rappresentanti della Questura, del Compartimento di Polizia Ferroviaria per Verona ed il Trentino Alto Adige, della Sezione di Polizia Stradale, del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri – e delle rispettive Compagnie di Verona e di Peschiera del Garda – del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, dei Comandi di Polizia Locale di Verona e di Peschiera del Garda oltre  gli operatori del servizio ferroviario.

2 giugno, il piano speciale della Questura

Sono quattro i pilastri del piano di sicurezza messo a punto: la Digos in sinergia con gli Uffici della Polizia di Stato di tutte le province interessate, sta analizzando la gran mole di informazioni acquisite sia sui canali social che su quelli più strettamente di polizia, al cui esito verranno svolte conseguenti attività di approfondimento e prevenzione.

In particolare, quest'anno vigerà la regola “No ticket no party”. La Polfer appronterà un piano di sicurezza di specialità che garantirà la messa in sicurezza dei convogli – compreso il regolare pagamento del biglietto – e attiverà, per la parte di competenza, tutte le aziende del trasporto ferroviario che operano in stazione e per garantire i treni.

In particolare,  sarà richiesto loro un adeguato e funzionante sistema di videosorveglianza  in tutto l’ambito ferroviario, treni compresi.

Lo forze dell'ordine cureranno con particolare attenzione la fase di prevenzione, valutando anche identificazioni dei gruppi ritenuti più a rischio, con il preciso scopo di scoraggiare meccanismi di deresponsabilizzazione forieri di azioni di gruppo che generino turbative per l’ordine pubblico.

I servizi saranno improntati al controllo del territorio con l’intento di garantire il rispetto di quelle regole che sono la precondizione per vivere il territorio e tutelare la legittima aspirazione d’impresa.

La pagina nera: nessuna giustizia per le ragazze molestate

Le preoccupazioni e le precauzioni di Questura e Forze dell'ordine sono legittimate anche dal fatto che nessuna giustizia è stata fatta nel frattempo per il gruppo di ragazze molestate dalla folla sul treno dopo il rave illegale sul Garda.

Le denunce delle giovani dopo il raduno del 2 giugno dello scorso anno sono infatti cadute nel vuoto: le telecamere del treno non funzionavano e le vittime non hanno riconosciuto gli aggressori.

Uno scenario che ha portato i giudici ad archiviare l'inchiesta.

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