Torna l'allerta listeria: ritirati pancetta, gorgonzola e mozzarella. Quali sono i prodotti a rischio
Prodotti ritirati: se li avete acquistati non consumateli e riportateli al punto vendita
Torna l'allerta listeria. E il Ministero della Salute procede con cinque richiami alimentari per prodotti di largo consumo: pancetta, gorgonzola e mozzarella.
Presenza di listeria nella pancetta: i prodotti ritirati
Cinque tipologie di pancetta prodotte dal Salumificio Bonalumi di Mozzo, in provincia di Bergamo, sono finite al centro di un richiamo del Ministero della Salute. Si tratta di:
- pancetta tesa salata;
- pancetta arrotolata;
- la panseta de la bergamasca;
- pancetta all'asse;
- pancetta rustica
Il lotto a cui fare attenzione è quello contrassegnato con la data del 27 marzo 2023 con scadenza a 90 giorni dalla produzione. I prodotti a rischio sono venduti a peso con pezzature variabili.
Listeria nel gorgonzola e nella mozzarella: i prodotti a rischio
Anche alcuni formaggi sono finiti nel mirino del Ministero, sempre per la presenza di listeria. Ecco quali sono:
- Gorgonzola Dop dolce Malga paradiso prodotto da Igor nello stabilimento di Cameri (Novara) e commercializzato presso MD. Confezione da 250 grammi, lotto di produzione 10421004, data di scadenza 24 maggio 2023.
- Gorgonzola Dop dolce Lettere d'Italia prodotto da Igor nello stabilimento di Cameri (Novara) e commercializzato presso MD. Confezione a varie pesature, lotto di produzione 10427002, data di scadenza 24 maggio 2023.
- Gorgonzola Dop dolce Lettere d'Italia prodotto da Igor nello stabilimento di Cameri (Novara) e commercializzato presso MD. Confezione a varie pesature, lotto di produzione 10427001, data di scadenza 24 maggio 2023.
- Mozzarella della Val di Trebbia, prodotta da Cascina Bosco Gerolo presso lo stabilimento di Rivergaro (Piacenza), confezioni da 100 e 200 grammi e da un chilo, lotto di produzione 10-05-2023, scadenza 30 maggio 2023.
Nel caso abbiate acquistato questi prodotti l'indicazione è naturalmente di non consumarli e di riportarli al punto vendita per richiedere il rimborso.
Listeria: di cosa si tratta
L'allerta listeria è iniziata qualche mese fa con la contaminazione di alcuni wurstel. Prodotti che avevano portato alla morte di tre persone (un quarto caso era invece poi stato smentito) e al ricovero di una sessantina. Poi era toccato ad altri alimenti, tutti o quasi di largo consumo: tramezzini, gorgonzola, pancakes, prosciutto cotto.
La gravità della sintomatologia varia sensibilmente in funzione della dose infettante e dello stato di salute dell’individuo colpito. Si va da forme simil-influenzali o gastroenteriche, accompagnate a volte da febbre elevata fino, nei soggetti a rischio, a forme setticemiche, meningiti o aborto.
Listeria monocytogenes resiste molto bene alle basse temperature e all’essiccamento, in alimenti conservati a temperatura di refrigerazione (4°C). È invece molto sensibile alle usuali temperature di cottura domestica degli alimenti.
Listeria: cosa fare per prevenire
Per prevenire è necessario prestare massima attenzione alle corrette modalità di conservazione, preparazione e consumo degli alimenti indicate in modo preciso nell'etichetta presente sulla confezione, che normalmente comportano la cottura prima del consumo.
L’adozione di semplici regole di igiene nella manipolazione degli alimenti, anche a livello domestico, riduce infatti il rischio di contrarre la malattia.
In particolare serve:
- lavarsi spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono a contatto con gli alimenti (utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette);
- conservare in frigorifero gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo in modo separato e all’interno di contenitori chiusi;
- cuocere bene gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore riportate in etichetta;
- non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumarsi previa cottura (in caso contrario conservarli in frigo e riscaldarli prima del consumo);
- non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta