Vicenda di vilipendio

Adunata Udine: tre donne sorprese ad attaccare adesivi contro Figliuolo e gli Alpini

Fermate e denunciate dalla Digos una 23enne di Udine insieme a una 33enne e una 35enne di Cremona

Adunata Udine: tre donne sorprese ad attaccare adesivi contro Figliuolo e gli Alpini
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186 adesivi in totale che sono stati attaccati per le strade di Udine nei giorni della 94esima Adunata Nazionale degli Alpini. Preso di mira, nello specifico, il generale Figliuolo, che in pandemia era stato commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. "Caccia l'alpino" recitano gli adesivi affissi su pali della luce e pensiline degli autobus. La Digos, intervenuta per indagare, ha fermato e denunciato tre donne per vilipendio. Non è ancora chiaro il motivo della loro azione, ma il riferimento a quanto accaduto un anno fa a Rimini appare piuttosto logico.

Udine, adesivi contro Figliuolo e gli Alpini

Dall'11 al 14 maggio 2023 Udine è stata teatro della 94esima Adunata Nazionale degli Alpini, evento a cui ieri ha partecipato anche la Premier Giorgia Meloni. Ma proprio nei giorni in cui per la città friulana hanno sfilato circa 85mila Penne Nere, si è verificato un fatto di cronaca per il quale è stato preso di mira il generale Francesco Paolo Figliuolo, attualmente al vertice del Comando operativo di vertice interforze dello Stato maggiore della Difesa, che però, nel periodo più complesso della pandemia, era stato anche nominato come commissario nazionale per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza Covid-19 e per l'esecuzione della campagna vaccinale.

A segnalare prima di tutti la vicenda è stata Eleonora Meloni (Pd), assessore comunale all'Ambiente, la quale ha fatto sapere che la città di Udine è stata tappezzata di adesivi contro il generale Figliuolo che recitavano la frase: "Caccia l'alpino".

"Sono anime meschine quelle che hanno pensato e attuato il vile gesto contro l'uomo e l'alpino che ha preso in mano il coordinamento della lotta al Covid - ha dichiarato Eleonora Meloni - A lui vanno riconoscenza e stima: ha compiuto il suo dovere, ha fatto il bene dell'Italia e onorato la divisa. Se siamo tornati a una normalità di vita dopo anni di malati, morti e sacrifici, lo dobbiamo anche a lui e al suo lavoro. Purtroppo un grumo di ribelli coagulatosi sotto l'ambigua insegna 'no vax' e 'no pass' continua raccogliere adepti in un mondo assai disparato di antagonismo a prescindere. Resteranno oscuri come meritano".

Denunciate tre donne

Sul caso, però, è intervenuta nell'immediato la Digos in servizio di vigilanza a Udine in occasione della tre giorni della 94esima Adunata Nazionale Alpini. Gli agenti della Polizia di Stato hanno infatti denunciato tre donne, sorprese proprio ad attaccare per la città gli adesivi contro Figliuolo.

Come raccontato da Prima Cremona, R.M. del ’99 residente a Udine, N.I. del ’88 residente a Cremona e T.N. del ’90 residente a Cremona, sono state denunciate per il reato di deturpamento ed imbrattamento nonché vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate.

Le tre donne, rispettivamente di 24, 35 e 33 anni, sono state colte in flagrante ad armeggiare presso una pensilina dell’autobus alla fine di Viale Trieste. Subito sono stati notati due adesivi e anche altri applicati nel prosieguo della via. La pattuglia ha inseguito quindi le tre, che sono state fermate poco distanti e sottoposte a identificazione e perquisizione. Addosso alle stesse sono state trovate alcune decine di adesivi pronti per essere attaccati. In totale sono stati sequestrati 186 adesivi.

Alle residenti a Cremona è stato dato avvio al procedimento amministrativo per l’irrogazione del Foglio di Via del Questore di Udine.

Riferimento alle presunte molestie avvenute a Rimini lo scorso anno?

Anche se non è stato chiarito il reale motivo dell'affissione degli adesivi a Udine contro gli alpini e il generale Figliuolo, si può però ipotizzare che l'azione delle tre donne denunciate sia avvenuta come sorta di replica contro quanto accaduto a Rimini lo scorso anno.

Durante la 93esima Adunata Nazionale, infatti, erano emerse diverse testimonianze di donne che hanno raccontato di aver ricevuto presunte attenzioni e parole sgradite (configurabili come molestie) da parte degli Alpini, fatti che avevano particolarmente scioccato non solo le associazioni femministe, ma l'opinione pubblica più in generale.

A seguito dell'Adunata di Rimini era stata presentata una denuncia ai Carabinieri da parte di una 25enne che aveva sostenuto di essere stata molestata da un gruppo di Penne Nere. La locale Procura aveva così aperto un fascicolo d'inchiesta che però, dopo alcuni mesi di indagine, si è chiuso con l'archiviazione. A questo epilogo è giunta la procuratrice capo, Elisabetta Melotti, considerando che per i fatti contestati non è stato identificato alcun presunto autore delle molestie.

Il riconoscimento è stato reso difficile per la presenza numerosa di persone nello stesso luogo in occasione dell'adunata, sia per il poco riscontro avuto dal sistema di videosorveglianza della zona. Senza contare che quella che doveva essere l'unica testimone oculare delle molestie, un'amica della 25enne non è stata in grado di fornire elementi decisivi all'identificazione dei presunti autori.

Nonostante ciò, l'episodio emerso aveva portato a un autentico polverone mediatico e anche politico perché la 25enne aveva "denunciato" l'accaduto sulle piazze virtuali dei social network e trovando "sponda" di solidarietà nell'associazione Non una di meno. La giovane aveva raccontato ai Carabinieri di essere stata strattonata e attirata verso un gruppo di uomini con frasi sessualmente allusive, mentre si trovava a passare in mezzo al serpentone di partecipanti all'adunata degli Alpini che si era tenuta a Rimini.

L'associazione Non una di meno, ma anche alcune parti politiche di Centrosinistra e sinistra erano arrivate a chiedere la sospensione dell'Adunata degli alpini.

Un "Manuale contro le molestie"

Sospensione che però, alla fine, non ha avuto alcun riscontro, considerando anche la recente Adunata di Udine. Proprio per questa occasione, tuttavia, gli Alpini hanno voluto agire in anticipo pubblicando un Manifesto culturale e un Manuale di consapevolezza contro le molestie.

"Gli alpini hanno fatto del rispetto, della solidarietà e del volontariato la propria missione, a disposizione delle comunità - aveva dichiarato alla vigilia dell'evento Sebastiano Favero, presidente dell'Ana - Quest’anno abbiamo voluto divulgare un “manifesto contro le molestie”, rivolto non solo agli alpini ma a chiunque parteciperà alla nostra adunata. Il problema esiste, serve un cambiamento culturale profondo. E ci raccomandiamo che tutti mantengano un atteggiamento rispettoso".

La stesura del vademecum si è avvalsa della collaborazione di associazioni femminili.

Vengono condannati atteggiamenti come "giudicare chi subisce, minimizzare e girarsi dall’altra parte", si sottolinea che "la società non tollera più battute e gesti a sfondo sessuale". Nel Manifesto, consultabile qui, si trovano questi sei punti principali.

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