Zaia è "mister citazione" da Fazio: la saggezza dei classici per rispondere su Salvini
Il Governatore, ospite ieri sera a "Che tempo che fa", ha sciorinato la sua erudizione per smentire il luogo comune dei leghisti "ignoranti".
Ieri sera il Governatore era ospite da Fazio a "Che tempo che fa" e ha sciorinato il suo repertorio di citazioni.
Zaia è "mister citazione" a Che tempo che fa
In principio fu Eracleonte da Gela, il presunto "poeta greco" - in realtà mai esistito storicamente - citato per darsi un tono colto, con effetti, visto il Pesce d'Aprile che l'aveva "partorito", abbastanza tragicomici. Ma il presidente del Veneto, Luca Zaia, non è certo il tipo da scoraggiarsi così facilmente ed ecco allora che, nei mesi successivi, i suoi "sfoggi di erudizione" si sono sprecati, con alcuni must che, per chi lo segue quotidianamente nel suo punto stampa da Marghera, sono ormai diventati dei veri e propri tormentoni.
La "doppietta" di Zaia
Una scena che, stavolta su scala nazionale, si è ripetuta anche ieri sera , domenica 29 novembre 2020, a "Che tempo che fa", la trasmissione Rai condotta da Fabio Fazio. Punzecchiato dal conduttore più volte sul suo rapporto con il segretario nazionale, Matteo Salvini, e sulle presunte (probabili?) gelosie interne originate dal suo plebiscitario successo elettorale, il Governatore ha sciorinato una doppietta degna di un classicista fuori tempo massimo.
"Il problema non è la Lega, ma sono le responsabilità. Lo diceva Adriano nelle sue Memorie: 'Il grado di soddisfazione è direttamente proporzionale alle aspettative'. Se tu prendi il 77% vuol dire che le aspettative sono molto alte. Già soffro d'insonnia, ora dormo anche meno".
Da Adriano a Sallustio: "E senza libreria dietro!"
E già qui Fazio ha vacillato, ma non si perso d'animo insistendo: "Dunque non ha registrato invidie?". E qui ecco il must zaiesco (o zaiano?), musica per le orecchie degli aficionados di Marghera:
"Le potrei citare Sallustio: 'Il sentimento che viene dopo la gloria è l'invidia', ma me lo lasci dire altrimenti poi si parte col pregiudizio che i leghisti non studiano e non leggono".
Il tutto senza libreria dietro, ma con lo sfondo delle montagne venete e dell'Arena di Verona. "Però io non generalizzerei sui leghisti", ha punzecchiato ancora il conduttore per avere l'ultima parola. Anche se forse l'ultima parola, in realtà, ce l'ha solo lo "Zaia" in versione Crozza.
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