Via libera dell’Aifa al vaccino Moderna, a giorni in Italia
Sarà somministrato in doppia dose, ma a distanza di 28 giorni anziché 21. E dai 18 anni in su e non dai 16.
Dopo l’approvazione del vaccino Pfizer BioNTech arrivata il 21 dicembre 2020, l'Aifa dà il suo ok anche per il siero della statunitense Moderna. Vediamo quali sono le differenze fra i due vaccini e quante dosi sono previste per il nostro Paese.
Approvato in Italia il vaccino di Moderna
Una riunione fiume della commissione tecnico scientifica dell'Aifa per esaminare il vaccino dell'americana Moderna e dare l'ok della sua commercializzazione anche in Italia. Dopo l'autorizzazione dell'Ema e della Commissione Ue anche l'agenzia italiana dà il suo parere positivo e così, dopo quello di Pfizer, anche Moderna verrà distribuito nel nostro Paese.
Dosi previste
Un milione e 300mila dosi in tre mesi a partire già dalla prossima settimana. Centomila a gennaio e le restanti tra febbraio e marzo. In fase di sperimentazione il farmaco ha dato il 94,1 % di efficacia. Già somministrato negli Stati Uniti, in Canada e in Israele, il vaccino di Moderna è stato sviluppato in collaborazione con il “National Institute of Allergy and Infectious Diseases”, diretto da Anthony Fauci.
Differenze tra i due vaccini
Moderna utilizza la stessa tecnologia di Pfizer, ovvero l’mRNA (RNA messaggero) incapsulato in liposomi (nanoparticelle di grasso) ed entrambi hanno lo stesso meccanismo di azione. L’mRNA è stato prodotto in laboratorio, senza utilizzare cellule animali, batteri o virus. Anch'esso sarà somministrato in doppia dose, ma a distanza di 28 giorni anziché 21. E dai 18 anni in su e non dai 16 come per Pfizer. Il flaconcino è già pronto all'uso e non richiede diluizione. Dovrà essere conservato a temperature tra meno 15 gradi e meno 25 anziché i meno 80 del prodotto di Pfizer. L'immunità al virus sarà pienamente acquisita dopo due settimane dalla seconda somministrazione; secondo la società produttrice potrà durare fino a due anni. L’efficacia e la tollerabilità dei due vaccini è pressoché identica e lo stesso dicasi per quanto riguarda i possibili effetti collaterali. L'Ema lo definisce efficace e sicuro e il direttore generale dell'Aifa Magrini parla di "dati molto convincenti rispetto a tutte le popolazioni a rischio".