Veneto, preoccupa la variante inglese del Covid
E proprio stamattina il primo confronto sulle misure per contenere la terza ondata con il ministro Gelmini. Zaia: "Ecco le nostre richieste al Governo".
Preoccupazione per la circolazione delle varianti Covid e stamattina, giovedì, primo incontro delle regioni con il ministro Gelmini.
Veneto, preoccupa la variante inglese
"Non abbassare la guardia". L'appello del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, resta sempre lo stesso, anche se ieri, mercoledì 24 febbraio 2021, i numeri del Covid nella regione - dopo una brusca impennata (specie nei ricoveri) registrata nelle ultime 48 ore - sono tornati a scendere.
La preoccupazione più grande è legata alle varianti e a quella inglese in particolare, che in Veneto si attesta al momento tra il 17 e il 20% dei casi. La maggiore trasmissibilità si registra nella fascia tra i 40 e i 55 anni, con i nuovi contagiati che spesso si presentano al Pronto soccorso già in gravi condizioni.
Lo ha ribadito anche il direttore generale dell'Ulss2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, che ha parlato di pazienti "inizialmente positivi asintomatici" che però nel giro di qualche giorno entrano in crisi respiratoria arrivando negli ospedali "con una grave forma di desaturazione, ovvero una grande fame di ossigeno". Rispuntano così in modo più massiccio i "caschi".
E proprio stamattina, giovedì 25 febbraio, è in corso il confronto tra regioni e Governo sulle misure da intraprendere per fronteggiare una più che mai possibile terza ondata, che in Veneto non si è ancora manifestata come in altre regioni. Ma, proprio per questo, Zaia - come ribadito anche ieri ne consueto punto stampa da Marghera - non vuole farsi trovare impreparato. "Un cambio di passo si intravvede già", ha detto ieri il Governatore, anticipando quelle che saranno le richieste del Veneto.