Tavares molla la Fiat, l'ad di Stellantis si è dimesso. La politica all'unisono: "Era ora"
La reazione a caldo ha avuto un effetto quasi clamoroso: far convergere le posizioni tra il mondo politico e quello sindacale
Divergenze con i vertici aziendali, la versione ufficiale. O forse aveva semplicemente esaurito il suo compito, osservano i maligni.
Fatto sta che nella serata di ieri, domenica 1 dicembre 2024, Carlos Tavares ha presentato le dimissioni con effetto immediato da Ceo di Stellantis.
Una notizia del tutto inaspettata (anche se Tavares avrebbe dovuto lasciare la Fiat a inizio 2026, dunque tra un anno) per opinione pubblica e Borsa.
Forse meno proprio per i vertici aziendali che le dimissioni le hanno accolte immediatamente.
Il comunicato di Stellantis
Nel comunicato non erano state esplicitamente le ragioni di questa scelta, visto che il mandato del manager portoghese sarebbe durato ancora per tutto il 2025.
Come detto, era già deciso che poi sarebbe arrivato un nuovo Ceo, ma evidentemente i problemi di Stellantis degli ultimi tempi con i risultati in forte calo negli Usa, in Europa e in Italia hanno probabilmente pesato sulla scelta del manager di anticipare il suo addio.
Sul piatto c'è in particolare un caldi produzione a Torino del 68% in 9 mesi.
Il successore arriverà entro il primo semestre del 2025 e la ricerca è già iniziata.
Il nuovo numero uno del Gruppo avrà il difficile compito di risollevare l'azienda e di condurla in un momento difficile per il settore automotive europeo messo alle strette non più dalla sola concorrenza americana, ma da quella asfissiante delle produzioni cinesi.
La nota integrale
Stellantis N.V. (“Stellantis” o “la Società”) annuncia che il Consiglio di Amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di John Elkann, ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di Chief Executive Officer con effetto immediato.
Il processo per la nomina di un nuovo CEO permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann.
Stellantis conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024.
Il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, ha commentato:
“Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il Consiglio e il CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il CEO alla decisione di oggi”.
Il presidente John Elkann ha dichiarato:
“Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore. Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato Esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo CEO. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders.”
Le reazioni dei sindacati
Intanto, come era facile immaginare, sono già arrivate le prime reazioni dal mondo della politica e dei lavoratori, attraverso i sindacati.
Del resto proprio questi ultimi da tempo non avevano nascosto le preoccupazioni per le sorti degli stabilimenti italiani e per un piano strategico industriale per l'Italia che a onore del vero non è mai sembrato molto chiaro.
La sensazione comune è che le dimissioni di Tavares abbiano già sortito un effetto quasi clamoroso: far convergere le posizioni tra il mondo politico e quello sindacale, nella convinzione che adesso serva un cambio di passo e una "rottura" decisa con il passato.
Come ad esempio dalle parole di Michele De Palma numero uno della Fiom-Cgil:
"Tavares si è dimesso. I lavoratori italiani rimangono. E noi vogliamo un piano industriale e occupazionale subito".
Sulla stessa falsariga, ma ancor più articolato il commento di Ferdinando Iuliano, segretario generale della Fim Cisl Nazionale:
"Siamo a un momento di svolta per l’azienda e per il settore automobilistico italiano.
Negli ultimi mesi, abbiamo riscontrato significative distanze rispetto alla necessità di migliorare il piano industriale per il nostro Paese. In particolare, ci siamo trovati di fronte a un peggioramento tangibile della situazione produttiva, con volumi in calo e impatti negativi sull’occupazione, aggravati dal crescente ricorso agli ammortizzatori sociali".
E ancora:
"Ora, più che mai, diventa fondamentale individuare rapidamente un nuovo amministratore delegato che possa rispondere positivamente alle istanze da noi poste e che possa in tempi brevi aprire con noi il confronto necessario per rispondere positivamente alle nostre richieste. Ribadiamo al Governo italiano l’urgenza di convocare appena possibile i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi".
Sintetico, ma chiaro nel definire gli obiettivi da mettere sul tavolo, Rocco Palombella, segretario della Uil:
"La discontinuità con il passato deve tradursi nel piano strategico che il nuovo Ceo di Stellantis riporti la produzione in Italia e rilanci la Maserati".
Le reazioni della politica
E la politica? Anche qui le reazioni non si sono fatte attendere.
Ad esempio Carlo Calenda, leader di Azione non nasconde preoccupazione per il futuro dei lavoratori lanciando però l'idea di un ruolo attivo del Parlamento:
"Non rimpiangeremo Tavares. Il sostenitore della teoria darwiniana applicata però solo ai lavoratori. Ora diventa ancora più urgente riconvocare John Elkann in Parlamento. Domani scriverò al presidente della Camera Fontana".
Delle stessa idea, ma forse anche più duro nei toni il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri:
"Prendiamo atto delle dimissioni di Tavares, di cui non serbiamo un buon ricordo sicuramente e con cui è stato impossibile improntare un dialogo sul futuro dei lavoratori di Stellantis. Ora, in previsione di un riassetto e confidando nel nuovo corso dell'azienda, è nostro dovere chiedere ancora con più forza che John Elkann venga in Parlamento a svolgere l'audizione precedentemente richiesta in commissione Attività produttive. Il confronto ricordo non è mai a perdere".
Infine, Antonio Misiani, responsabile dell’Economia del Partito democratico:
"Le dimissioni di Tavares evidenziano quanto sia grave la crisi che ha investito Stellantis e tutto l'automotive europeo. Si chiede all'azienda un nuovo impianto industriale e al Governo di ripristinare i sostegni al settore automotive che sono stati tagliati con la Legge di Bilancio".
A chiedere nuovamente un faccia a faccia in Parlamento anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte:
"Si dimette da a.d. di Stellantis Tavares, che abbiamo duramente contestato in questi mesi, anche quando è venuto in Parlamento, per le prospettive industriali del tutto assenti.
Va via un manager, ma resta sul tavolo l'enorme preoccupazione per il futuro degli stabilimenti, dell'indotto, di tanti lavoratori alle prese con stop, commesse che saltano, cassa integrazione. Domani a Pomigliano saremo con loro per ascoltare le loro posizioni e per confrontarci per le possibili soluzioni.
Prima ancora che sia nominato il nuovo AD, Elkann dovrebbe venire in Parlamento a spiegarci con quale predisposizione pensano di affrontare la crisi in atto. il Governo dovrebbe finalmente battere un colpo: finora lo si è notato per l’assenza. Il futuro dell'automotive non può essere lasciato all'improvvisazione".
Le reazioni della Borsa
E la reazione c'è stata anche dai mercati, all'apertura della settimana finanziaria.
Non riesce a infatti a "fare prezzo" Stellantis nei primi minuti di scambi in Piazza Affari all'indomani dell'addio dell'amministratore delegato Carlos Tavares.
Il titolo ha segnato un calo teorico del 5% dopo aver perso fino al 6% in pre-apertura.
Tavares un extraterrestre ché pensa ai suoi soli interessi personali e non vede nient'altro. Un vero alieno che arriva da un pianeta extragalattico con l'alone di super manager che si era falsamente creato, è che gli hanno creato. Personaggio che ha preteso di governare il pianeta terra. Ora quale ulteriore premio ai suoi disastri, torna nel suo pianeta: l'oasi dorata dove andrà a vivere, con una pensioncina di circa 30 milioni di euro all'anno, più una buona uscita da 100 milioni. Poveretto chi sa se riuscirà a pagarsi le bollette mensili !!!.
Azienda penosa che sta andando a rotoli, senza gli aiuti di stato dei tanti decenni precedenti magari non esisterebbe già più, come la fu alitalia. E questi manager strapagati seppur incapaci fanno venire tanta rabbia.