Classifica delle regioni

Tamponi: Veneto in testa, Piemonte e Liguria seconde, Lombardia e Toscana terze

Fondazione GIMBE: "Inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 uno standard minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100.000 abitanti".

Tamponi: Veneto in testa, Piemonte e Liguria seconde, Lombardia e Toscana terze
Pubblicato:
Aggiornato:

All'ultimo aggiornamento in Lombardia sono stati effettuati oltre 455mila tamponi. Si tratta del dato assoluto più alto in tutto il Paese. Se però andiamo a rapportare il dato assoluto proporzionalmente alla popolazione, in base ai dati raccolti e diffusi dalla Fondazione GIMBE, scopriamo che...

(foto di copertina, Martina Santimone per Areu Lombardia)

Tamponi al giorno per abitanti

Ad oggi i tamponi effettuati in Regione Lombardia variano dai 6mila ai quasi 15mila giornalieri. Attenzione: compresi i cosiddetti "tamponi di controllo" eseguiti al termine del periodo di quarantena dei pazienti dimessi, oltre ai nuovi casi positivi.

Prendendo ad esempio la giornata di mercoledì 6 maggio 2020, in cui sono stati comunicati 14.516 tamponi, i nuovi testati sono stati 7.713, di cui 764 positivi.

La Fondazione ha quindi analizzato i dati di tutte le Regioni degli ultimi 14 giorni, rilevando anche che circa un terzo dei tamponi sono "di controllo" e che "il numero di tamponi per 100.000 abitanti/giorno è molto esiguo rispetto alla massiccia attività di testing necessaria nella fase 2".

La classifica delle Regioni

La Fondazione ha quindi raggruppato le Regioni in base al numero di tamponi totali effettuati giornalmente ogni 100mila abitanti. Ecco la classifica che ne è risultata:

Media nazionale: 88 tamponi per 100.000 abitanti/die.

  • Classe 1 (>250): nessuna regione
  • Classe 2 (130-250): Provincia autonoma di Trento, Valle D’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia
  • Classe 3 (100-129): Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Liguria
  • Classe 4 (60-99): Lombardia, Marche, Basilicata, Toscana, Molise, Abruzzo, Lazio
  • Classe 5 (<60): Sardegna, Calabria, Campania, Sicilia, Puglia

Secondo la Fondazione,

"i dati confermano la resistenza di alcune Regioni ad estendere massivamente il numero di tamponi, in contrasto con raccomandazioni internazionali, evidenze scientifiche e disponibilità di reagenti. Infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità incoraggia l’estensione dei tamponi e l' analisi della Fondazione Hume ha dimostrato una correlazione inversa tra tamponi e mortalità: ovvero 'più tamponi, meno morti. Ben 150 docenti sostenitori della riapertura in sicurezza hanno lanciato un appello in 11 punti: 'più tamponi per salvare la Fase 2' e il commissario Arcuri ha confermato che sono già stati distribuiti 3,7 milioni di tamponi alle Regioni, che nelle prossime settimane ne riceveranno altri 5 milioni già acquisiti".

I dubbi del Presidente della Fondazione

Se i reagenti ci sono e la necessità pure, perché così pochi tamponi?

"Alla luce di questi dati la Fondazione GIMBE – conclude il presidente Nino Cartabellotta – da un lato richiama tutte le Regioni a implementare l’estensione mirata dei tamponi diagnostici, dall’altro chiede al Ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 uno standard minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100.000 abitanti. Il Governo infatti, oltre a favorire le strategie di testing, deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown".

Da Prima Saronno

Seguici sui nostri canali