L'ordinanza integrale

Tampone obbligatorio entro 48 ore per chi rientra da Spagna, Croazia, Malta o Grecia

Il testo del provvedimento preso dal Ministro della Salute Roberto Speranza: tutto ciò che occorre fare.

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Ieri, mercoledì 12 agosto, al termine di una riunione straordinaria della Conferenza Stato-Regioni è stato stabilito che i turisti di rientro o in arrivo in Italia dai Paesi europei con il maggior numero di contagi in questo momento debbano essere sottoposti al tampone entro 48 ore.

L'unica alternativa possibile per evitare il tampone è presentare un test molecolare o antigene effettuato entro le precedenti 72 ore direttamente nel paese di provenienza.

Se si arriva con nulla in mano, ci si potrà sottoporre al test direttamente in aeroporto o al posto di frontiera (se già attrezzati), oppure presso la propria Azienda sanitaria locale entro le 48 ore successive (con un foglio in mano in molti casi rilasciato dal personale dell'aeroporto stesso).

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L'ordinanza nazionale emessa dal Ministro della Salute Roberto Speranza, in particolare, dispone queste nuove regole per chi proviene da Grecia, Spagna, Croazia e Malta, con l'obbligo dell'auto segnalazione alle autorità sanitarie territoriali e la disposizione del tampone conseguente. La formulazione di un'ordinanza specifica per chi proviene o rientra da questi Paesi si è resa necessaria in virtù dell'evoluzione della situazione epidemiologica locale e in considerazione del fatto che, trattandosi di Stati europei inseriti nell'elenco B del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 agosto scorso, non erano previste azioni restrittive o di monitoraggio.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELL'ORDINANZA:

Art. 1

(Misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria)

1. Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, alle persone che intendono fare ingresso nel territorio nazionale e che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Croazia, Grecia, Malta o Spagna, ferme restando le disposizioni di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto 2020, si applicano le seguenti misure di prevenzione, alternative tra loro:

  • a) obbligo di presentazione al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli dell’attestazione di essersi sottoposte, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, ad un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo;
  • b) obbligo di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile, ovvero entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento; in attesa di sottoporsi al test presso l’azienda sanitaria locale di riferimento le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora.

2. Le persone di cui al comma 1, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio.

3. In caso di insorgenza di sintomi COVID-19, resta fermo l’obbligo per chiunque di segnalare tale situazione con tempestività all’Autorità sanitaria per il tramite dei numeri telefonici appositamente dedicati e di sottoporsi, nelle more delle conseguenti determinazioni dell’Autorità sanitaria, ad isolamento.

Art. 2

(Divieti di ingresso e transito)

1. All’elenco F dell’allegato 20 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto 2020 è aggiunto, infine, il seguente periodo:
“A decorrere dal 13 agosto 2020: Colombia”.

Art. 3

(Disposizioni finali)

1. La presente ordinanza produce effetti dal 13 agosto 2020 sino all’adozione di un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, e comunque non oltre il 7 settembre 2020.

2. Le disposizioni della presente ordinanza si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

La presente ordinanza è trasmessa agli organi di controllo e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Roma, 12 agosto 2020

Altri tredici Paesi "osservati speciali"

E’ inoltre in vigore il divieto di ingresso e transito in Italia per chi nei quattordici giorni antecedenti ha soggiornato o è transitato in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana.

Fiere e crociere

Nel nuovo Dpcm che resterà in vigore fino al 7 settembre è stata prevista la ripartenza delle navi da crociera da sabato 15 agosto 2020, cioè nel giorno di Ferragosto. In questo giorno di festa è prevista anche la ripresa delle attività fieristiche con allestimenti che possono partire subito e le fiere vere e proprie dal primo settembre.

Stadi e partite

Non cambia invece la scelta del Governo sugli stadi. Ancora chiusi: le partite si svolgeranno ancora a porte chiuse poiché resta la difficoltà di far stare tutti seduti e di individuare gli eventuali positivi tracciando i loro contatti.

Il nodo discoteche

Nel vertice tra Governo e Regioni c’è stato un grande scontro sulle limitazioni richieste dal primo ente per evitare gli assembramenti, visti gli episodi delle scorse settimane. Alcune località balneari e discoteche sono state prese d’assalto, cosa che il Governo non appoggia, anzi chiede massima prudenza.

Dal 15 luglio scorso le discoteche all’aperto hanno potuto riaprire in tutta Italia, apertura naturalmente subordinata a una serie di norme anti contagio: rispettare il distanziamento sociale (in pista la distanza deve essere di due metri), mascherina obbligatoria se non è possibile stare lontani a sufficienza.

Norme però che la maggior parte dei locali non riesce a far rispettare e che destano molta preoccupazione a Roma. Sono proprio i Ministri presenti al tavolo che hanno chiesto di imporre la chiusura o provvedimenti seri nei confronti di quegli stabilimenti che di fatto diventano discoteche e in quei locali dove è difficile mantenere il distanziamento sociale. Proposte che parte dei governatori presenti hanno immediatamente rigettato, loro infatti non sono favorevoli a nuove restrizioni.

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