Taglio vaccini Pfizer: ecco quanto arriverà in meno regione per regione
Ira di Arcuri: "L’arbitraria distribuzione decisa dall’azienda non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un’asimmetria tra le singole regioni".
Polemiche infuocate dopo che Pfizer/BioNTech ha ridotto le dosi di vaccino anti Covid destinate all'Italia di quasi 165mila unità: dalla prossima settimana ricevermo infatti il 29% in meno di quanto stabilito dagli accordi stilati in sede europea; invece delle 562.770 previste, ne verranno consegnate 397.800. Il commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, è andato su tutte le furie anche per "l'arbitrarietà" con la quale il colosso farmaceutico avrebbe deciso, in totale autonomia, di distribuire il siero alle varie regioni, senza consultarlo e creando, di fatto, importanti sproporzioni fra territori. Come raccontano i dati, infatti, alcune regioni otterrano anche meno del 50% delle dosi stabilite, mentre altre (sei per la precisione) non subiranno alcuna variazione.
Pzifer tagli le dosi di vaccino anti Covid
"La Pfizer ha comunicato, senza alcun preavviso, nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio, che avrebbe unilateralmente ridotto le fiale destinate all’Italia nel corso della prossima settimana del 29%. La Pfizer ha altresì unilateralmente redistribuito le dosi da consegnare ai 293 punti di somministrazione sul territorio italiano. Di conseguenza, e in modo del tutto arbitrario, considerando che era già stato comunicato dal Commissario Straordinario alle Regioni che da lunedì 18 gennaio una fiala avrebbe contenuto 6 dosi di vaccino, come da recenti indicazioni di Ema e di AIFA, nella prossima settimana a fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi.”
Con questa comunicazione ufficiale il commissario Arcuri rende nota la situazione attuale, senza nascondere la rabbia. Il tecnico ha scritto alla casa farmaceutica:
"Se i vaccini saranno meno del previsto, il prezzo da pagare sarà in termini di vite umane. Perché se le dosi non arrivano entro la settimana, il richiamo rischia di saltare. Parte della popolazione italiana nei cui confronti si sta effettuando questa prima fase di vaccinazione, è costituita dalle fasce più deboli, come gli ultraottantenni, di regola accompagnati da una o più patologie. Quindi particolarmente esposti al rischio della vita. E per i quali non è immaginabile una sospensione o un ritardo nella somministrazione della seconda dose del vaccino".
Ma ad innervosire Arcuri è stata anche la modalità con cui Pfizer ha deciso di erogare (e tagliare drasticamente, ma solo in alcune regioni) il vaccino in Italia, senza consultarlo per la nuova redistribuzione.
La distribuzione arbitraria nelle regioni
Le percentuali dei tagli non avrebbero infatti un'apparente logica: ad alcune regioni, infatti, arriverà la consegna piena, altre la vedranno ridotta, in alcuni casi anche della metà.
L’arbitraria distribuzione decisa dall’azienda non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un’asimmetria tra le singole regioni, con una differente riduzione delle consegne e con sei regioni che non subiranno alcuna riduzione", commentano dagli uffici di Arcuri.
Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta non vedranno riduzioni, per questi sei territori Pzifer ha stabilito la piena consegna delle dosi. Altre regioni con indici di contagio fra i più alti del Paese, come per esempio Veneto e Lombardia (recentemente finita in zona rossa), saranno sensibilmente penalizzate.
Regione | previsione consegne (1 fiala = 6 dosi) |
modifiche consegne (1 fiala = 6 dosi) |
differenze |
Abruzzo | 9.360 | 9.360 | - |
Basilicata | 3.510 | 3.510 | - |
Calabria | 15.210 | 9.360 | - 5.850 |
Campania | 43.290 | 38.610 | - 4.680 |
Emilia Romagna | 52.650 | 26.910 | - 25.740 |
Friuli Venezia Giulia | 15.210 | 7.020 | - 8.190 |
Lazio | 51.480 | 38.610 | - 12.870 |
Liguria | 21.060 | 18.720 | - 2.340 |
Lombardia | 95.940 | 70.200 | - 25.740 |
Marche | 10.530 | 10.530 | - |
Molise | 3.510 | 3.510 | - |
Piemonte | 50.310 | 44.460 | - 5.850 |
Prov. di Bolzano | 8.190 | 3.510 | - 4.680 |
Prov. di Trento | 5.850 | 2.340 | - 3.510 |
Puglia | 30.420 | 18.720 | - 11.700 |
Sardegna | 14.040 | 7.020 | - 7.020 |
Sicilia | 49.140 | 37.440 | - 11.700 |
Toscana | 29.250 | 18.720 | - 10.530 |
Umbria | 5.850 | 5.850 | - |
Valle d’Aosta | 1.170 | 1.170 | - |
Veneto | 46.800 | 22.230 | - 24.570 |
TOTALE | 562.770 | 397.800 | - 164.970 |
Tutti i dati
Emilia Romagna, Lombardia e Veneto saranno molto penalizzate con circa 25mila dosi in meno. La Lombardia riceverà 70.200 dosi invece di 95.940; l'Emilia Romagna 26.910 invece di 52.650; molto male anche per il Veneto, che delle 46.800 dosi previste ne vedrà solo 22.230. Ira di Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, che denuncia un taglio del 54% per la sua regione: da 15.210 dosi attese si passa a 7.020.
La Toscana ne riceverà 18.720 e non più 29.250, la Liguria 18.720 delle 21.060 previste. La Calabria da 15.210 ne avrà 9.360; la Campania da 43.290 passerà a 38.610; il Lazio 38.610 da 51.480; la Provincia autonoma di Bolzano 3.510 invece di 8.190; la Provincia autonoma di Trento 2.340 anziché 5.850; il Piemonte 44.460 anziché 50.310; la Puglia 18.720 invece di 30.420; la Sardegna 7.020 invece delle 14.040 previste; la Sicilia 37.440 anziché 49.140.