Robe da matti

Chi sono i due terrapiattisti naufragati cercando... la fine del mondo

Non solo, i due allontanavano i soccorritori perché convinti della pericolosità dei loro cellulari.

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Robe da matti davvero. Non solo in pieno lockdown sono fuggiti da Venezia e hanno percorso 1400 chilometri fino alla Sicilia, attraversando sei diverse regioni in barba ad ogni Dpcm, solo per dimostrare che la terra è piatta. Ma addirittura, dopo aver scambiato la loro auto con una barca, non volevano nemmeno farsi salvare dal naufragio e allontanavano i soccorritori perché convinti della pericolosità dei loro cellulari.


Terrapiattisti cercavano... la fine del mondo

Da Prima Venezia

Sono veneziani i due terrapiattisti arrivati fino in Sicilia e quasi naufragati a Ustica mentre cercavano... la fine del mondo. Erano diretti a Lampedusa per dimostrare che la terra è piatta, ma si sono fermati prima, a poca distanza dall'isola associata alla triste strage del Dc9 dell'Itavia.

La coppia, lui e lei di circa 50 anni, è partita in pieno lockdown da Venezia e ha attraversato lo Stivale fino a Termini Imerese. Lì i due hanno venduto l'auto usata per il viaggio e acquistato una barchetta. Non sono mai arrivati al "finis terrae" identificato con Lampedusa, hanno sbagliato rotta e sono finiti a Ustica... sembra pure utilizzando la bussola, che con le teorie dei terrapiattisti per altro non dovrebbe azzeccarci molto.

L'odissea dei terrapiattisti

Due 50enni dal Veneto fino alla Sicilia

Stremati e assetati, sono stati raccolti dalla Guardia costiera, ma non è stato facile evitar loro il naufragio, perché non volevano far neppure avvicinare i soccorritori, che con sè avevano i "malefici" cellulari con le loro onde magnetiche nocive... Alla fine li hanno blindati in quarantena nel porto di Palermo, ma loro hanno tentato lo stesso due volte la fuga per rimettersi in mare verso Lampedusa.

A Palermo i due terrapiattisti, tanto per non farsi mancare nulla, sono pure finiti in casa di un mitomane che sosteneva di essere positivo al Covid, ma per fortuna non lo era, circostanza che ha allungato ulteriormente la quarantena forzata. Non è chiaro come siano ritornati alla fine a Venezia, a lockdown finito, anche perché la "barchetta" è rimasta ancorata al porto di Palermo.

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