Sintomi da Covid? Gli esperti: "Prendete subito Aulin o Aspirina"
Diversi specialisti affermati hanno sottoscritto un protocollo “domestico” per anticipare la reazione infiammatoria dell’organismo nei primi giorni, ancor prima dell'esito del tampone.
Il più noto è il bergamasco Giuseppe Remuzzi (in copertina), direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, ma ci sono anche altri affermati ricercatori, anche se meno noti televisivivamente, come Norberto Perico e Monica Cortinovis (ricercatori del Mario Negri) e Fredy Suter (per dodici anni primario di malattie infettive all’ospedale di Bergamo).
Insieme lanciano un monito: il Covid-19 va curato sin dai primi sintomi, per cercare di evitare il più possibile complicazioni nel prosieguo. E si può curare anche a casa, ancor prima dell'esito del tampone.
Aulin o Aspirina sin dai primi sintomi da Covid
Non bisogna perdere tempo, il primo obiettivo è impedire o limitare il sorgere dell’infiammazione: e i farmaci da prendere sono l'antinfiammatorio non steroide a base di Nimesulide (più comunemente noto come Aulin) e l'acido acetilsalicilico, antinfiammatorio non steroide (ovvero l'Aspirina). Novità, a sorpresa non va più bene il paracetamolo (Tachipirina), invece utilizzatissimo a inizio pandemia.
Questa e altre preziose indicazioni sono contenute in un vero e proprio protocollo che nei prossimi giorni verrà pubblicato su una rivista autorevole, la Clinical and Medical Investigation. È stato redatto anche in seguito alle numerose richieste di chiarimenti e notizie riguardanti la malattia che sono piovute sull'ospedale Papa Giovanni XXIII da mezzo mondo, soprattutto dall’Africa dove le strutture ospedaliere sono quello che sono e dove potere curare i malati a casa sarebbe non solo un fatto positivo, ma un gigantesco balzo in avanti nella possibilità terapeutica.
Cinque-sette giorni di attesa possono essere decisivi
Nel documento si raccomandano interventi immediati e semplici, passando dal medico di fiducia, ma senza nemmeno aspettare l’esito del tampone, qualora ci siano dei sintomi. I medici bergamaschi hanno potuto verificare sul campo come cinque-sette giorni di attesa possano essere decisivi e condurre a una malattia relativamente banale oppure a una patologia grave. Lo scopo è anticipare l’infiammazione, la “reazione infiammatoria” dell’organismo attaccato dal virus.
È importante iniziare la cura quando si manifestano sintomi che fanno pensare al Covid, considerando che la febbre si manifesta nel 43 per cento dei casi mentre nel 67 per cento delle situazioni si riscontra la tosse, una tosse spesso secca, senza catarro. Poi ci sono altri indizi: stanchezza, dolori diffusi, mal di gola, nausea, vomito, diarrea.
Insomma, se presa per tempo, questa brutta bestia può essere sconfitta stando a casa. Lo ripetono da mesi i medici della famosa “lettera dei Seicento”, partita proprio dal Papa Giovanni di Bergamo; tanti medici e infermieri hanno cominciato a farlo.