Riso: la Ue blocchi le agevolazioni in Birmania dopo la repressione
A chiederlo con forza è Coldiretti Piemonte dopo il golpe in Myanmar.
Continuano le prese di posizione del mondo agricolo affinchè l’Unione Europea tolga le agevolazioni sull’importazione di riso dalla Birmania.
Riso: stop Ue ad agevolazioni in Birmania dopo repressione
Il Paese asiatico è ora guidato da una giunta militare dopo il golpe che ha deposto la presidente Aung San Suu Kyi che si trova agli arresti. Da giorni si tengono manifestazioni di migliaia di cittadini che chiedono il rilascio della leader e ci sono già stati parecchi morti. Anche l’Italia ha chiesto conto all’ambasciata Birmana di quanto sta avvenendo, condannando fermamente il golpe, come ha del resto fatto la stessa UE.
E dopo che Ente Risi aveva condannato il colpo di stato e chiesto che l'Unione Europea togliesse i benefici fin qui concessi, è ora Coldiretti Piemonte a prendere posizione.
Dazi sul riso Birmano
Gli arrivi in Italia di riso birmano fanno registrare un balzo del 70% in quantità nei primi undici mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat.
“La Birmania gode ancora di un sistema di preferenze generalizzato con l’Ue che si concretizza nell’applicazione dell’accordo Eba (tutto tranne le armi) che consente al Paese asiatico – fa notare Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo - di esportare in Europa tutto senza dazi, tranne appunto le armi. Un regime di aiuti concesso dall’Unione Europea che ha comportato ingenti aumenti delle esportazioni soprattutto nel campo del tessile e alimentare.
Alla luce del colpo di Stato e della repressione di regime è quindi necessario attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato Eba, concesso dall’Unione Europea. Il paese asiatico, infatti, continua a godere delle esenzioni tariffarie sulle produzioni di riso della varietà Japonica che sono sospese, invece, per la varietà Indica per la decisione UE di applicare la cosiddetta clausola di salvaguardia”.
"Mancato rispetto del diritto internazionale"
“Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio il riso, sia Japonica che Indica, – sostengono Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale – deve essere considerato un prodotto “sensibile” dalla Commissione Ue, evitando concessioni all’import nelle situazioni di mancato rispetto del diritto internazionale.
Non dimentichiamo che si tratta di un riso, quello del Myanmar, raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione. Occorre, dunque, salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui, con l’emergenza Covid -19, l’alimentare ha dimostrato tutta la sua strategicità”.