Putin in Tv, quasi un giallo da spy story poi lancia lo spettro del nucleare
Il numero uno del Cremlino ha anche annunciato la "mobilitazione militare parziale" e il sostegno ai referendum filorussi in Ucraina.
Alla fine il tanto atteso discorso in Tv del presidente russo Vladimir Putin è arrivato. Annunciato per l'orario di cena, l'intervento davanti alle telecamere del numero uno del Cremlino ha avuto i contorni di un vero e proprio giallo.
Il discorso, il rinvio, l'annullamento, poi invece....che giallo
Tanto che prima Sky aveva parlato di un rinvio alla giornata di oggi, mercoledì 21 settembre 2022, poi aveva preso corpo l'ipotesi di un annullamento, infine l'inviata di Russia Today aveva invitato la gente ad andare pure a dormire.
Tutte ipotesi che hanno fatto pensare che il discorso di Putin fosse stato in realtà registrato e Mosca attendesse a dare il via libera alla messa in onda in attesa di eventuali novità dell'ultima ora su negoziati di pace.
Putin in Tv: "La Russia torna all'attacco, per difendersi"
Alla fine invece il discorso davanti alla nazione c'è stato e non è certo stato di contenuti banali, tanto da aver provocato già nella nottata reazioni in tutto il mondo.
Il presidente russo ha spiegato l'escalation della guerra in Ucraina e ha annunciato una "mobilitazione militare parziale" (la prima dalla seconda guerra mondiale) motivandola con il fatto che "l’Occidente vuole distruggere e dividere la Russia".
In questo senso Putin è stato più che eloquente agitando lo spettro di scenari che sarebbero drammatici se non apocalittici:
"Abbiamo molte armi per replicare al ricatto nucleare dell’Occidente. «Useremo certamente tutti i mezzi militari a nostra disposizione. Coloro che cercano di ricattarci con armi nucleari dovrebbero sapere che le abbiamo anche noi. Questo non è un bluff".
Un tema non certo nuovo che già in passato ha creato tensioni diplomatiche.
La mobilitazione militare parziale, cosa succede
In buona sostanza, con la mobilitazione militare parziale (di cui non vi era più traccia appunto dalla seconda guerra mondiale), saranno richiamati in servizio i militari della "riserva".
Putin ha spiegato che la decisione arriva dal Ministero della Difesa e dallo Stato maggiore.
La leva riguarderà solo cittadini che fanno attualmente parte delle "riserve", cioè coloro che hanno svolto il servizio militare nelle forze armate, che hanno già esperienza e formazione.
La mobilitazione di fatto inizia già oggi.
La fotografia sulla guerra: Donbass e referendum
Se da un punto di vista di suggestioni, il tema del nucleare è stato senz'altro quello più eclatante, il focus sul Donbass e sulla possibile indizione di referendum nei territori dell'Ucraina, è invece il tema "politico" che già nella notte ha provocato reazioni in tutto il mondo.
Anche in questo caso Putin è stato piuttosto chiaro:
"Il Donbass è ormai parzialmente liberato, mentre i territori dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia hanno il sostegno di Mosca".
I referendum erano stati annunciati nella giornata di ieri dai leader filorussi delle zone di Luhansk, Kherson (ora sotto controllo russo), Donetsk e Zaporizhzhia.
Referendum su territori contesi, quanto valgono?
Ma quanto varrebbero questi referendum in termini territoriali e istituzionali? Nel primo caso molto, nel secondo, stando alle reazioni arrivate nella notte da tutto il mondo, nulla.
Si tratta di aree che corrispondono a circa il 15% del territorio ucraino (per dare un'idea un'area che corrisponderebbe a una nazione come il Portogallo.
Se i referendum andassero in una certa direzione e si attaccassero quelle aree, secondo Mosca sarebbe come si attaccasse la Russia.
Ma Europa e Usa hanno già fatto sapere che in campo internazionale quei referendum "varrebbero zero".
Le reazioni
Unione europea, Nato, Stati Uniti hanno già fatto intendere che quei quesiti popolari non avrebbero alcun valore, quindi nessuno intende prenderli particolarmente in considerazione, mentre lo spauracchio del nucleare torna decisamente a far paura.
E anche dal Giappone è arrivata una dura condanna alle parole di Putin.
Anche dal Regno Unito, dopo la morte della Regina Elisabetta e l'avvicendamento alla guida del Governo, si rimane con le antenne dritte.
Il ministero degli Esteri britannico ha definito la dichiarazione di Putin una «preoccupante escalation», e ha chiarito che «le minacce» del presidente russo «vanno prese seriamente».