+0,3% nel 2019

Produzione industriale Veneto 2019 in stagnazione. Sorpresa delle piccole imprese

Situazione di galleggiamento, con una variazione di +0,3% su base annua. Meglio le piccole realtà: più capaci di adattamento ai contesti mutevoli.

Produzione industriale Veneto 2019 in stagnazione. Sorpresa delle piccole imprese

L’indagine sulla produzione industriale veneta rivela una situazione di galleggiamento intorno alla stagnazione, con una variazione di +0,3% su base annua. Lo rende noto VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto, in base ai dati raccolti su un campione di 2.298 imprese con almeno 10 addetti.

Produzione industriale Veneto

A commentare l’analisi Mario Pozza, presidente di Unioncamere della Regione, che sottolinea quanto la dinamica sia più difficile per le medio-grandi imprese, “più esposte al rallentamento dell’economia globale”, che segnano variazioni negative per produzione (-0,4%) e fatturato (-0,8%). Sembrano invece reggere il colpo la piccola impresa, “più capace di adattamento ai contesti mutevoli“, con la produzione in crescita del +1,9% e il fatturato del +2%.

Settore “in sofferenza”

Qual è il settore più penalizzato? I numeri indicano il tessile abbigliamento calzature, come settore in maggiore “sofferenza”; molto più fruttuosi invece alimentare e l’arredo. La crescita del 2019 è stata di +1,3% in media annua: positivo, certamente, ma alquanto debole rispetto al vigoroso +3,2% dell’anno precedente. Il rallentamento ha infettato anche il fatturato, passando dal +3,9% del 2018 al +1,6% nel 2019.

Debolezza sul fronte internazionale

“L’anello debole sul lato della domanda è quello del mercato estero – sottolinea il presidente di Unioncamere Veneto – , a causa anche delle difficoltà del commercio internazionale: gli ordini esteri sono stati meno nel 2019 (+1,0% contro il +2,7% del 2018) e il fatturato decelera al +0,9% (era +4,4% nel 2018). L’industria veneta lascia trasparire qualche difficoltà legata ad un contesto internazionale dominato da molti elementi di incertezza, a cui si aggiungerà lo shock con ramificazioni globali ancora non misurabili che potrebbe avere il coronavirus.”

Piccole imprese positive

Sotto il profilo dimensionale le imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti) hanno segnato una variazione positiva del +1,9% mentre per le medie e grandi imprese (50 addetti e più) la variazione tendenziale è risultata in diminuzione -0,4%. Osservando la tipologia di bene la crescita è trainata dalle imprese che producono beni di consumo (+2,1%), più contenuto è stato l’aumento per le aziende che producono beni di investimento (+0,3%) mentre hanno segnato una variazione negativa le aziende che producono beni intermedi (-1,1%).

Gli ordinativi totali hanno segnato una performance positiva pari a +0,9% determinata a livello dimensionale dall’andamento delle piccole imprese (+1,8%) mentre le medie-grandi segnano un aumento più debole (+0,4%).

Produzione

I comparti che hanno registrato una tendenza positiva più marcata sono legno e mobile (+3,9%), macchine ed apparecchi meccanici (+2,4%), alimentare (+2%) e carta e stampa (+1,4%). Negative invece le variazioni del tessile e abbigliamento (-3,6%), della gomma e plastica (-3,5%) e dei mezzi di trasporto (-1,1%). Nel quarto trimestre 2019 rimane stabile la quota di imprese che registrano incrementi dei livelli produttivi (46% era 47% il trimestre precedente) mentre aumenta la quota di quelle che dichiarano variazioni negative della produzione (38% rispetto al 36% dello scorso trimestre).

Fatturato

Il fatturato totale ha evidenziato una sostanziale stabilità (+0,2%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A livello dimensionale la dinamica è determinata dalle piccole imprese (+2%) mentre le medie e grandi imprese segnano una diminuzione (-0,8%). Spiccano le dinamiche positive delle aziende dell’alimentare (+4,3%), delle macchine ed apparecchi meccanici (+2,5%) e del legno e mobile (+2,4%) mentre segnano una variazione negativa i settori tessile e abbigliamento (-5,9%), gomma e plastica (-3,5%) e metalli (-2,2%). La dinamica del fatturato è ascrivibile alla variazione positiva delle vendite interne (+0,8%) mentre il fatturato estero ha segnato una performance negativa (-0,8%). Il fatturato interno è trainato dai settori mezzi di trasporto (+7,2%), macchine ed apparecchi meccanici (+4,3%) e legno e mobile (+4,1%) mentre sono l’alimentare (+5,7%), le macchine elettriche (+3,2%) e le macchine ed apparecchi meccanici (+0,9%) gli unici settori a segnare una variazione positiva per il fatturato estero.

Previsioni

Nel quarto trimestre 2019 le aspettative degli imprenditori per i successivi tre mesi risultano in miglioramento solo per gli ordinativi esteri rispetto al trimestre precedente. Il saldo tra coloro che prevedono un incremento e coloro che si attendono una diminuzione è risultato positivo e pari a +1,2%. Per gli ordini interni, la produzione e il fatturato il saldo ha invece registrato valori negativi e in peggioramento rispetto al trimestre precedente (-9,5 %, -8%. e -5,7%). Tale risultato è tuttavia determinato più da un aumento dei giudizi che rimangono stazionari che dall’aumento del pessimismo: per 1 impresa su 2 infatti il quadro resta stabile.

“Serve una riforma fiscale”

“È indubbio che serve una politica economica che, oltre a sostenere l’internazionalizzazione, sostenga anche il mercato interno. Come? Attraverso investimenti in tecnologie, infrastrutture, per l’ambiente. Che mettano in moto circoli virtuosi anche con riferimento agli investimenti in formazione e ricerca. E al rafforzamento dell’attrattività dei territori: che chiama talenti, investimenti, turisti. Aiuterebbe certo una bella riforma fiscale.Ma non all’italiana, per misure sconnesse e pensate per andare a caccia di consensi: ma che favorisca la competitività delle imprese e i redditi dei lavoratori. E non sarebbe male che ciò avvenisse in modo armonico, a livello europeo: perché anche il progetto europeo, sul quale è importante continuare a crederci per contare in questi scenari, ha bisogno di una profonda revisione dei suoi assunti”, conclude Pozza.