Oggi il primo sciopero nazionale di Amazon: consegne a rischio
Il fermo riguarda un esercito di 9.500 addetti al magazzino e 15 mila driver. Lo sciopero è stato proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
Poche cose unificano l'Italia da nord a sud, con tutte le sue differenze, come la consegna di un pacco di Amazon. Oggi, 22 marzo 2021, per la prima volta a livello nazionale, i dipendenti del colosso che ha reso Jeff Bezos l'uomo più ricco del mondo incrociano le braccia con conseguenti recapiti della merce a rischio.
A un boom di fatturati non corrisponderebbe, secondo i sindacati, un adeguato trattamento dei dipendenti. Il fermo riguarda un esercito di 9.500 addetti al magazzino e 15 mila driver. Lo sciopero è stato proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, mentre da più parti arriva l'appello: "Rispettatelo, non comprate per 24 ore". Insomma, è proprio il caso di dirlo: guai anche in paradiso.
Protesta nazionale
La protesta mette a repentaglio il regolare svolgimento in tutta Italia. Nelle 24 ore in cui i lavoratori incroceranno le braccia saranno quindi a rischio le consegne su tutto il territorio nazionale.
Per un giorno, ci vogliamo fermare, ci dobbiamo fermare. Voi che ricevete un servizio siete le persone cui chiediamo attenzione e solidarietà, perché continui ad essere svolto nel migliore dei modi possibili. Scioperano le persone che, mai come in questo ultimo anno, ci hanno permesso di ricevere nelle nostre case ogni tipologia di merce in piena comodità. Quelli e quelle che consegnano i pacchi, quelli e quelle che ancora prima lo preparano per la spedizione. Un esercito composto da circa 40 mila lavoratori e lavoratrici che non si ferma mai. Quelli e quelle che, insieme a voi, hanno consentito il boom di ordini e conseguentemente portato alle stelle i profitti di Amazon, e quindi di fatturato, di tutto il sistema dell’e-commerce. Lavoratori e lavoratrici indispensabili, così vengono continuamente definiti da tutti, così senz’altro li abbiamo percepiti e continuiamo a percepirli noi tutti e tutte, ma come tali non vengono trattati”.
E ancora:
“È una questione di rispetto del lavoro di dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, di sicurezza per loro e per voi. Per questo per vincere questa battaglia di giustizia e di civiltà abbiamo bisogno della solidarietà di tutte le clienti e di tutti i clienti di Amazon”.
Danni fisici e mentali
I lavoratori lamentano danni fisici e psicologici. Due le problematiche rilevate con maggior frequenza: i turni notturni, spesso per giorni di fila, che rischiano di compromettere i ritmi biologici e la ripetitività delle operazioni, che crea problemi alle articolazioni e alla schiena. A dettare il ritmo è un sistema guidato da un algoritmo che, secondo molti dipendenti, sarebbe utilizzato in modo intransigente per perseguire il risultato.
Proteste in tutta la Lombardia
I dipendenti del colosso, a Milano, stanno scioperando in queste ore proprio all'esterno dello stabilimento in via Toffetti.
Filt Cgil Lombardia, attraverso i propri social, aveva chiamato a raccolta i lavoratori nei giorni scorsi:
"Fino a 44 ore di lavoro a settimana, tra i 180 e i 200 pacchi consegnati ogni giorno. Turni di lavoro battenti. Nessuna contrattazione. Nessun confronto. Nessuna tutela in caso di cambio appalto. E nessuna indennità per il Covid-19, neppure in piena pandemia. Queste sono le condizioni di lavoro in Amazon. E per questo tra 48 ore in Italia si terrà il primo sciopero nazionale. Il primo al mondo per il colosso dell'e-commerce. E i lavoratori chiedono aiuto ai clienti: "Noi consegniamo pacchi non la nostra dignità per vincere questa battaglia di giustizia e di civiltà, però, abbiamo bisogno della solidarietà".
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Adesione anche in provincia di Varese. A Origgio sono a decine, riuniti dietro lo striscione “No Amazoncrazia” i lavoratori Amazon del magazzino e i driver. Motivo, l’accordo che non si riesce a trovare fra l’azienda multinazionale e i sindacati. Tra questi anche i SOL Cobas, che chiedono la cancellazione degli accordi sindacali sul “lavoro discontinuo” col ripristino delle 39 ore settimanali e il riconoscimento dell’indennità giornaliera di minimo 10 euro prevista dal Contratto Nazionale, il pagamento delle ore in eccesso come straordinario, un piano di stabilizzazione per i lavoratori interinali assunti part-time, la cancellazione di tutte le procedure disciplinari a carico dei corrieri che non sono riusciti a tenere il passo con gli obiettivi di produttività chiesti dall’azienda e un accordo generale per una riduzione delle franchigie e delle penali sui danni dei mezzi.
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Il colosso dell’e-commerce, nella Bassa, dopo lo stabilimento di Casirate è pronta ad aprire un nuovo hub a Cividate. Un centro di distribuzione (non di smistamento quindi) che promette 900 posti di lavoro e che è stato accolto con favore dall’Amministrazione comunale cividatese, un po’ meno dai sindacati preoccupati per le condizioni di lavoro precarie e insoddisfacenti.
"Bene creare posti di lavoro, soprattutto in questo periodo così difficile, ma certo speriamo non finisca come a Casirate”, così Paola Redondi di NIDIL-CGIL e Pierluigi Costelli di FILT-CGIL di Bergamo avevano commentato la notizia dell’apertura a Cividate al Piano di un nuovo centro Amazon denunciando l’utilizzo in larga misura dei contratti a somministrazione con un esagerato turn over di dipendenti.
Inutile dire che anche a Casirate si aderisce allo sciopero nazionale, che è stato anticipato da un volantinaggio organizzato giovedì scorso nel parcheggio dello stabilimento.
Adesioni anche in Piemonte
Medesimo copione anche spostandoci in Piemonte. Ad aderire, in provincia di Alessandria, sono i dipendenti della filiera Amazon della Elpe di Fubine Monferrato, oggi, lunedì 22 marzo 2021, in presidio davanti alla Prefettura dalle 8,30 alle 10,30. Una protesta che, in Piemonte, riguarderà anche le sedi Amazon di Brandizzo (To), Cherasco (Cn), Vercelli e Torrazza Piemonte (To).
E in Veneto
Non fa eccezione il Veneto, stamane - in provincia di Rovigo - davanti al magazzino di Castelguglielmo San Bellino si sono ritrovati dei dipendenti assieme ai sindacati per scioperare.
A supporto era presente la Fiom Rovigo, Cgil, Uil. Michele De Rose, dirigente sindacale presente allo sciopero ha affermato:
In 150-200 hanno scioperato e una loro rappresentanza, a partire dalle 7.30 del mattino, ha presidiato il magazzino Amazon sito in Zai che tuttavia era praticamente sguarnito visto che i magazzinieri lavorano soltanto di notte. Poi verso le 10.00 si sono spostati in Piazza Dante dove guidati dai segretari provinciali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti hanno avuto un incontro con il capo di gabinetto della Prefettura di Verona, dottoressa Daniela Chemi, alla quale hanno consegnato una lettera unitaria rappresentativa delle gravi criticità aziendali.“Oggi siamo qui perché abbiamo bisogno di dare un segnale che i ritmi di lavoro soprattutto in questo periodo di pandemia sono troppo elevati. Qui l’ecommerce guadagna ma il lavoratore deve avere anche delle giuste condizioni di lavoro. Posso confermare che qui è un inferno, bisogna andare a chiedere ai lavoratori che ogni giorno consegnano tutti questi pacchi com’è la condizione lavorativa. C’è ogni giorno un algoritmo che ti chiede di lavorare velocemente”.
Amazon scrive ai clienti... perché sindacati intendano
In questa cornice di agitazione nazionale Amazon ha diffuso una lettera rivolta, formalmente, ai clienti. Al cui interno si ravvisa anche una presa di posizione:
"Cari Clienti, oggi è previsto uno sciopero organizzato a livello nazionale da alcune sigle sindacali. In Amazon rispettiamo il diritto di ogni individuo ad esprimere la propria posizione e voglio ringraziare personalmente i colleghi e i dipendenti dei fornitori dei servizi di consegna che ogni giorno lavorano per assicurare che possiate ricevere i vostri ordini. L’emergenza sanitaria tutt’ora in corso ha avuto un grande impatto sulla vita di tutti noi. Prendiamo molto sul serio il nostro compito di continuare a fornirvi un servizio utile, così come quello di proteggere la salute e la sicurezza di tutto il nostro personale, permettendovi di acquistare e ricevere i prodotti di cui avete bisogno restando a casa il più possibile.
Il nostro impegno nei confronti dei nostri dipendenti non si ferma. Continueremo ad assicurarci che tutto il nostro personale sia adeguatamente protetto, monitoriamo i cambiamenti e aggiorniamo costantemente le misure preventive giorno per giorno. Offriamo test gratuiti e supporteremo in tutti i modi il piano di vaccinazione, appena sarà possibile, per far sì che ogni persona che frequenti i nostri siti venga adeguatamente assistita. Essere l’azienda più attenta al cliente al mondo significa anche informarvi sulla realtà dei fatti, soprattutto quando questi rischiano di non emergere adeguatamente, per continuare a meritarci la vostra fiducia. I fatti sono che noi mettiamo al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi tra i più alti del settore, benefit e ottime opportunità di crescita professionale. Usiamo le più avanzate tecnologie e le mettiamo al servizio dei nostri lavoratori e fornitori per migliorare la sicurezza sul lavoro e semplificarlo".