Nuovo Dpcm 3 novembre 2020, conferenza stampa di Conte: Lombardia e Piemonte rosse, Veneto, Liguria e Toscana gialle
In vigore fino a giovedì 3 dicembre.
Giornata complicata, oggi, mercoledì 4 novembre 2020, per il Governo. Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm 3 novembre 2020 poco dopo la mezzanotte, ma solo in serata, poco fa, durante una conferenza stampa iniziata attorno alle 20.15, è stata annunciata l'attesa classificazione delle regioni secondo le diverse fasce di rischio.
Nuovo Dpcm 3 novembre 2020: la conferenza stampa di Conte
Nell'ultima settimana monitorata, dal 19 al 25 ottobre, il numero dei nuovi casi è quasi raddoppiato rispetto alla settimana precedente e infatti l’indice RT che segnala la capacità di trasmissione del virus è aumentato sino a 1,7 come media nazionale, vuol dire che ci sono regioni con indice ancora superiore.
Rispetto alle persone contagiate, sale il numero degli asintomatici, diminuisce il numero delle persone in terapia intensiva, ma i numeri complessivi sono in costante aumento e molte regioni possono superare le soglie critiche delle terapie intensive. Dobbiamo necessariamente intervenire, quindi.
Se introducessimo misure uniche su tutto il territorio nazionale produrremo un duplice effetto negativo. Da un lato non adottare misure realmente adeguate per le condizioni delle regioni a maggior rischio e dall'altro finiremmo per imporre misure eccessivamente restrittive per quelle aree del Paese dove la situazione è meno grave.
L'Italia divisa in tre aree di rischio
Per questo abbiamo distinto la penisola in tre aree, rossa, arancione e gialla, ciascuna con proprie misure restrittive che entreranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre 2020, perché ho voluto differire l'entrata in vigore di un giorno per consentire a tutti di disporre di un tempo congruo per organizzare le proprie attività.
Proprio poco fa il ministro Speranza adottato l'ordinanza che individua la classificazione delle Regioni.
Zone gialle: ci sono Veneto, Toscana e Liguria
Area gialla: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, Trento e Bolzano.
In queste regioni vietato circolare dalle 22 alle 5, salvo comprovati motivi e durante il giorno raccomandiamo di limitare gli spostamenti e se non per motivi di salute, di lavoro, di studio o di necessità.
Nel weekend chiusi i negozi nei centri commerciali ad eccezione delle farmacie.
Didattica a distanza per le superiori, lezioni in presenza per tutte le altre scuole.
Sospese tutte le prove preselettive e scritte in presenza per i concorsi pubblici.
Mezzi di trasporto al 50%.
Sospese scommesse, giochi, videogiochi anche nei bar e nelle tabaccherie.
Bar e ristoranti aperti fino alle 18, asporto fino alle 22, nessuna restrizione per la consegna a domicilio.
Zone arancioni: Puglia e Sicilia
Area Arancione: Puglia e Sicilia.
Anche qui vietato circolare dalle 22 alle 5, in aggiunta vietato spostarsi da una regione all'altra e anche da un Comune all'altro, salvo comprovati motivi (tranne nel caso in cui nel Comune di residenza i servizi non siano disponibili).
Raccomandiamo comunque di non fare spostamenti non necessari.
Chiudiamo anche bar e ristoranti 7 giorni su 7, possono però operare per l'asporto fino alle 22 e nessuna restrizione per il domicilio.
Stesse restrizioni anche per i centri commerciali nel weekend, chiudono anche mostre e musei e anche qui didattica a distanza per le superiori. Anche qui trasporto pubblico al 50% e attività di giochi e scommesse chiuse, così come piscine, palestre, teatri, cinema, mentre restano aperti i centri sportivi.
Zone rosse: Lombardia e Piemonte in testa
Aree rosse: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta.
Vietato ogni spostamento anche all'interno del proprio Comune in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro necessità e salute. Quindi va da sé che non ci si può spostare anche da una regione all'altra oltre che da un Comune all'altro.
Chiudono bar e ristoranti, ma asporto consentito fino alle 22 e nessuna restrizione per il domicilio.
Chiudono i negozi, fatta eccezione per gli alimentari e beni di necessità. Restano aperte tabaccherie, farmacie, parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiusi invece i centri estetici.
Per la scuola la didattica a distanza è prevista anche per le classi di seconda e terza media. Restano quindi aperte solo le scuole dell'infanzia le elementari e la prima media (non abbiamo voluto imporre sacrifici agli studenti perché hanno appena iniziato un nuovo ciclo scolastico e si sono appena conosciuti con i loro professori ed è giusto che possano proseguire in presenza).
Corsi universitari a distanza, sospesi i concorsi.
Sospese le competizioni sportive, salvo quelle riconosciute di interesse nazionale. Rimane consentito svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all'aperto in forma individuale.
Naturalmente anche qui stesso discorso per musei, mostre, teatri, cinema, palestre, attività di gioco e trasporto pubblico al 50%.
Niente aree verdi e monitoraggio giorno per giorno
Non ci sono aree verdi perché la pandemia corre ovunque e non ci sono territori che possono sottrarsi a queste nuove restrizioni.
Aggiornamenti sulla condizione di rischio delle varie regioni verranno fornite mano a mano dalle ordinanze del ministro della Salute: non saranno discrezionali, perché recepiranno l'esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente dall’Iss, dal Ministero e dai rappresentanti delle regioni (risultati condivisi anche dal Comitato tecnico scientifico).
Per intenderci se una regione dovesse rientrare in condizioni di stabilità per almeno 14 giorni potrà essere assoggettata successivamente a un regime di misure meno restrittivo.
In arrivo anche Decreto Ristori Bis
Dobbiamo frenare l'impennata della curva di contagio. Comprendiamo sofferenza psicologica e frustrazione, ma dobbiamo tenere duro. Siamo già all'opera per mitigare le ripercussioni negative che queste restrizioni avranno sulle attività economiche e sui redditi: già questa settimana porteremo in Consiglio dei ministri un nuovo Decreto legge che consentirà indennizzi agli operatori economici colpiti da queste misure. Un decreto che si aggiunge a quello appena adottato, lo potremmo chiamare Decreto Ristori bis. Anche questa volta punteremo ad accreditare direttamente sui conti correnti degli operatori tramite l'Agenzia delle entrate.
Ci aspettano ancora mesi lunghi e difficili, ma rispettando le regole con l'impegno di tutti possiamo raffreddare la curva epidemiologica e recuperare un margine di serenità è un percorso che dobbiamo compiere tutti insieme sorreggendosi sostenendoci gli uni con gli altri.
La reazione infuriata del governatore della Lombardia
“Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile. A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica”.
Lo dice il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, dunque - conclude Fontana - non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita”.
La reazione di Luca Zaia dal Veneto
La classificazione delle Regioni in diverse aree non deve scatenare una guerra tra poveri. Non è il caso di pensare adesso che ci siano primi della classe e sfortunati.
Per quanto riguarda il Veneto, la nostra classificazione in area gialla dimostra che FINO AD ORA, ripeto, fino ad ora, il sistema di gestione e il modello sanitario hanno tenuto.
Per tutti noi non è un punto di arrivo, ma di partenza, perché il rischio che la situazione possa peggiorare è dietro l'angolo.
Per evitare un cambio di area, è necessario che ci impegniamo tutti con l'uso ossessivo della mascherina, con il distanziamento evitando ogni possibile forma di assembramento, con l'igienizzazione costante delle mani. Sono sfide semplici da affrontare per ognuno di noi, ma che ci permetteranno di fare un grande lavoro di squadra.
Ora LA PARTITA È NELLE NOSTRE MANI. La sanità ha bisogno di tutti noi, perché non possiamo correre il rischio di mandare in crisi gli ospedali. La sfida e il futuro della nostra comunità sono in mano a ognuno di noi.
FORZA VENETI, PANCIA A TERRA E FACCIAMO SQUADRA!
Il governatore del Piemonte non ha dormito
”È mattina presto, ma vi confesso che questa notte non ho dormito. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni. Perché il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione. Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”.