Morgan, l’erudizione non basta ad insegnare il rispetto: l’Irriverente commento di Simone Di Matteo
Il “caso Morgan”, ossia quello del professorino “io sono io e voi non siete un ca**o”, sa ormai di cliché e di quanto di più corretto possa esistere in linea con la politica televisiva odierna
L’altro giorno, mentre la mia mente divagava aspettando con ansia l’inizio di un inverno che di sicuro arriverà, seduto comodamente sul divano di casa mia sfogliavo in maniera del tutto spassionata “Il lato oscuro della Luna”, libro scritto da un tale Stefano Nasetti. Andando avanti con le pagine, tra un’ovvietà e l’altra mi sono inaspettatamente imbattuto in una frase a dir poco lungimirante ed interessante di cui, però, vi riporto soltanto un estratto. “Il titolo di studio non è sinonimo di cultura. La cultura non è sinonimo d’intelligenza” recita il testo, condensando in poche e semplici parole l’essenza di questa nostra sconclusionata generazione di idolatranti e di quell’infinità di sfaccettature che caratterizzano quello che potrebbe essere definitivo a tutti gli effetti il “caso Morgan”.
“Rispetta questo palco e chi ti ci ha portato dentro”, non era così che cantava Morgan?
Che piaccia oppure no, nel bene e nel male, e con annessi pregi (quali siano non l’ho ancora capito) e connessi difetti (a mio avviso molti), Marco Castoldi (questo il suo vero nome) è senza ombra di dubbio una personalità di spicco nel panorama discografico nostrano attuale. La sua conoscenza in fatto di musica e il suo (“presunto”) bagaglio culturale, più volte dallo stesso sbandierati, sono noti a chiunque al pari, tuttavia, del suo temperamento inaccettabile. E sarà forse proprio per via di quest’ultimo che, per quanto si sforzi nel divulgare il verbo della sua inarrivabile (e supposta) conoscenza, un domani verrà ricordato esclusivamente per la miriade di brusche uscite di scena e pessime figure di cui noi telespettatori avremmo fatto volentieri a meno che per qualsiasi altra cosa abbia mai potuto realizzare in vita sua.
Impossibile dimenticare, infatti, quando nel 2017, nelle vesti di coach ad Amici di Maria De Filippi, apostrofò il pubblico presente in studio con un sonoro “bimbiminKia1!1!” perché “colpevole”, stando agli sviluppi successivi, di essere in disaccordo con i suoi gusti musicali. Oppure, la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2020 al fianco di Bugo che, in seguito ad un (in)opportuno cambio del testo del brano in gara mirato all’apparenza a screditare il collega, si risolse con l’esclusione di entrambi dalla manifestazione. O ancora, la scorsa estate quando, nel bel mezzo di un SUO concerto, ha dispensato insulti omofobi gratuiti alla platea di SUOI fan paventando sentimenti feriti ("ho dei sentimenti, non sono un personaggio" sbraitò) sebbene non si sia curato di tutelare quelli altrui in nessuna circostanza, tanto nel lavoro quanto nella vita privata sosterrebbe più di qualcuno.
In altre parole, una serie interminabile, indubbiamente molto lunga e di cui ho citato solamente gli sviluppi più recenti, di brutte parentesi che non fanno altro se non dimostrare che, nella maggior parte dei casi, l'avere cultura (o per meglio dire, il credere di incarnarne una qualche forma) non presuppone la conoscenza del rispetto e dell'umiltà. Ora, non starò qui a soffermarmi sul perché gli autori di svariate produzioni si ostinino nel conferire spazio a determinate personalità, ma sta di fatto che la riprova di una siffatta mancanza da parte di Morgan sia arrivata nientemeno che in una delle ultime puntate andate in onda della 17esima edizione di X Factor, format all'interno del quale ha rivestito il ruolo di giudice e da cui è stato prontamente cacciato con effetto immediato.
In preda all'ennesimo delirio di onniscienza, difatti, il musicista deve aver pensato bene non solo di dispensare battute per nulla riuscite (e che avevano tutta l'aria di voler dare l'impressione di esser circondato da un branco di fessi), ma anche (e soprattutto) di offendere chiunque e di litigare con tutti. Basti pensare all’affermazione rivolta a Francesca Michelin “Ti aspetta Ivan Graziani di là, sta collaborando con Annalisa”, con la quale avrebbe voluto sottolineare la gaffe della conduttrice nella puntata precedente quando costei, parlando con Colapesce, era sembrata non sapere della morte di Graziani. O che ne so, al “Bella la retorica della lacrima” in risposta al “Non è un bello spettacolo quello al tavolo stasera” di lei, dimenticandosi, magari per un attimo, della sua di retorica, ossia quella del professorino “io sono io e voi non siete un ca**o” che ci ha abbondantemente rotto le balls. Altresì, al diverbio fuori onda con Ambra Angiolini o, per concludere, al battibecco con Fedez che, dopo esser intervenuto nel vano tentativo di placare gli animi, si è visto rivolgersi, a mo’ di sfottò considerati le recenti problematiche psico-fisiche di cui il rapper ha parlato pubblicamente, un bel “grazie Fedez, mi fai da psicologo? O sei troppo depresso per essere psicologo”. Insomma, uno spettacolo (im)pietoso, specialmente per colui che vi si è reso protagonista. In tanti tacciano Sky di aver ceduto al “politically correct” decidendo di estromettere il coach più anziano dalla trasmissione, eppure io non riesco ad immaginare qualcuno di più corretto di lui per politica televisiva odierna.
Caro Morgan, un bagaglio di conoscenze, pregresse od occasionali che siano, non rende nessuno un “signore”. E menomale che fosti proprio tu a cantare, qualche anno fa, “rispetta questo palco e chi ti ha portato dentro”. Peccato solo, però, che tu sia stato il primo a non comprendere il significato delle tue stesse parole!!!