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dentro le sfilate
Milano Fashion Week, tra disastri di stile e improbabili avanguardie: l’Irriverente commento di Simone Di Matteo
Visto chi e cosa si aggira sulle passerelle, posso affermare che la vita non è tanto una questione di stile quanto di verità
Tanto tempo fa la lungimirante Miuccia Prada disse che quello che indossiamo è il nostro modo di presentarci al mondo, specialmente oggi che viviamo in un’epoca in cui il contatto umano è così rapido, paragonando la moda ad “un linguaggio istantaneo”. Qualcun altro, a tal proposito, Alexander McQueen per la precisione, ha aggiunto che ormai la moda non segue più alcuna regola e che “tutto ruota attorno allo stile personale di ciascuno”. Giorgio Armani, invece, ci ha tenuto a sottolineare che “la moda è quella che viene suggerita e che spesso conviene evitare” mentre “lo stile è ciò che ciascuno ha e che deve conservare per tutta la vita”. Dal canto mio, per citare l’idolo di stile in assoluto Coco Chanel, io posso solamente ribadirvi che “la moda non è un qualcosa che esiste solo sotto forma di abiti. La moda è nel cielo, nelle strade, la moda ha a che fare con le idee, il modo in cui viviamo, ciò che accade”. E tutto questo, neanche a dirlo, lo ritroviamo puntualmente nelle tanto attese settimane della moda, la Milano Fashion Week in primis, dove le strane manie e le malsane tendenze della nostra sconclusionata contemporaneità si riversano non solo in passerella, ma finanche (e soprattutto) tra il pubblico in sala.
Milano Fashion Week: dove sono finite la classe e l’eleganza di un tempo?
Di tanto in tanto mi chiedo che cosa sia la moda e, per l’intero arco della mia breve vita, non sono mai riuscito a trovare una risposta esaustiva e che possieda quel non so che di “universale”. Forse perché non esiste, o chissà, perché magari la si può semplicemente rintracciare, come vi accennavo poco fa, nel pensiero di chi la moda l’ha fatta davvero. D’altronde, stiamo pur sempre parlando di artisti dal genio inarrivabile, a cui spesso e volentieri mi rifaccio quando vengo invitato ad eventi di ogni sorta. In fondo, si sa, che si tratti di battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, funerali o tumulazioni, è buona norma presenziare con un outfit opportuno e adeguato. Un compito quest’ultimo che, vedendo chi e cosa si aggira sulle (e intorno alle) catwalk oggigiorno, pare non essere alla portata di chiunque.
Fonte: Web
Anche quest’anno, infatti, Milano si è tinta di vari, variegati e avariati colori grazie ai numerosi stilisti in erba e ai molti brand veterani che hanno presentato le loro collezioni Primavera/Estate 2023-2024. Un’occasione imperdibile, dunque, che ha radunato un’infinità di star, oltre me s’intende, nel Bel Paese. Basti pensare all’impeccabile Julia Roberts, che con la sua sobrietà ci ha rammentato che non servono gli scandali per tenere ogni riflettore puntato su di noi. Oppure a Kylie Jenner, che stranamente era vestita. O ancora a Demi Moore, la quale deve aver evidentemente dimenticato di trovarsi non soltanto nella capitale italiana della moda ma ad una delle manifestazioni più esclusive dell’anno, tanto da portare il proprio cagnolino con sé. O all’incomparabile Cate Blanchett, una che di eleganza e stile ne avrebbe da (ri)vendere a quintali. Cosa che, mio malgrado, non posso dire per Chiara Ferragni, la quale ha deciso di indossare un abito molto particolare che a mio avviso richiama, più di ogni altra cosa, i famigerati sacchi neri buoni unicamente per le più grandi pattumiere. Della serie, “pensatevi alla moda”!
Perciò, è evidente che se da un lato la raffinatezza, il garbo e la grazia hanno illuminato le strade milanesi, dall’altro, i disastri di stile di cui potrebbe essere degno giusto Kanye West e le improbabili avanguardie hanno spadroneggiato incontrollati e incontrastati. FENDI, ad esempio, ha ben pensato di omaggiare le supermodelle degli anni ’90, autentiche dive del calibro di Naomi Campbell, Linda Evangelista e Kate Moss che, a differenza delle loro colleghe più giovani, qualcosa da insegnare ce l’hanno veramente. Una trovata che ci rammenta quanto il rimanere fedeli a se stessi, senza doversi per forza continuamente reinventare, sia il miglior biglietto da visita che si possa presentare. Peccato solo non aver potuto constatare lo stesso per Gucci, visti i cambiamenti annunciati dal nuovo direttore artistico Sabato De Sarno, o per Prada, la cui collezione specchio dal senso di sospensione e “non finito” mi fa venire voglia di finirla direttamente qui con i commenti.
Fonte: Web
Anche io sono stato invitato a molte delle sfilate previste, tuttavia, ho dovuto declinare quasi tutti gli inviti, eccetto quello di Steven G. Torrisi per la sua settima edizione del Milano Fashion Show, tenutasi nella splendida cornice della Palazzina Appiani e durante la quale, tra le altre, sono state svelate le creazioni di ALV by Alviero Martini, Maria Celli Atelier, Osmosis, Pina Grasso e Concita Ties & Pearls. E poi, ero un "princeps inter pares" al fianco di Miriana Trevisan, Aristide Malnati, Andrea Tacconi, Sarah Altobello, Tony Milano, Biagio D'Anelli, Simone Barbato, Wanda Fisher, Nikita Pelizon, Simone Di Matteo, Tony Toscano, Vincenzo Cataldo, Martina Bandi, Daniel Hio, Cecilia Gayle, Jessica Cardinali, Vera Atjushkina, Emilio Pompeo, Giancarlo Presutto, Elisa Scheffler, Kevin Sacchi, Titti Petrucci, il Principe Giovanni Giordano D’Altavilla e dell’onorevole Massimo Romagnoli. Pertanto, come avrei potuto rifiutarmi?!
Galleria del Milano Fashion Show (credits: Gennaro Piscopo):
