Lupi fanno strage di pecore e vitelli in Veneto e Piemonte, la Lega chiede di abbatterli
"Dobbiamo passare a piani di abbattimento selettivo dei lupi, come richiesto a più riprese dagli allevatori e come già avviene nelle valli francesi".
Forse c'entra anche il lockdown dei mesi passati, ma l'impressione di una Natura sempre più a briglia sciolta, soprattutto per quanto riguarda la fauna selvatica, è concreta.
Un conto è dire "che bello" guardando le immagini di un capriolo tornato a scorrazzare in mezzo alla città o della medusa nei canali di Venezia e un conto è passeggiare attorno a un laghetto di montagna e sopravvivere all'attacco di un orso, com'è accaduto a un giovane carabiniere pochi giorni fa in Trentino.
Non solo orsi, però. Soprattutto sono i lupi la fonte principale di preoccupazione dal Piemonte al Veneto.
Lupi fanno strage in Veneto e Piemonte
Due giorni fa a Pian Longhi, sulle montagne del Bellunese, in Veneto, un branco di lupi ha attaccato il gregge di pecore di un allevatore e il bilancio è stato ferale: 22 fra morte e ferite da abbattere, più altre 10 disperse.
Ieri in Piemonte quattro vitelli feriti in un alpeggio della val Vigezzo, nell’Ossola. Uno in modo particolarmente grave, tant’è che ha dovuto essere portato dal veterinario con l’elicottero. E per gli allevatori non ci sono dubbi anche in questo caso: i predatori avrebbero puntato sugli animali più giovani della mandria, ma alla fine senza grossi risultati.
E' emergenza, la Lega chiede di abbatterli
Aumenta però il timore degli allevatori in tutto il Nord. E per difenderli si mette in moto anche la politica, anche perché in ballo al di là del rispetto della Natura c'è soprattutto una questione di sicurezza per tutti i cittadini, in particolare in questo momento con anche tanti turisti nelle località dell'arco alpino.
“Un’emergenza che pare fuori controllo e che sta presentando un conto ormai insostenibile alle nostre comunità – commenta Alberto Preioni, presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte in consiglio regionale - segno che le politiche di convivenza fin qui adottate non bastano. Dobbiamo passare a piani di abbattimento selettivo dei lupi, come richiesto a più riprese dagli allevatori e come già avviene nelle valli francesi. Come denunciato da coloro che in montagna vivono e portano avanti le proprie attività sugli alpeggi, anche il sistema dei risarcimenti non può essere l’unico ristoro e l’unica soluzione. Dobbiamo innanzitutto difendere le mandrie prima che gli allevatori decidano di gettare la spugna di fronte allo strapotere del lupo: non possiamo permetterci l’irreversibile desertificazione delle terre alte solo perché qualcuno vuole negare la realtà nel nome di un animalismo cieco e talebano”.
Richiesta alla Conferenza Stato-Regioni
Un'uscita che al leghista è costata un'ondata di attacchi social.
“Innanzitutto voglio denunciare i toni. Anche sulle pagine social di alcuni primari quotidiani nazionali sono comparse minacce di pseudoambientalisti che auspicavano di sparare agli esponenti della Lega prima che ai lupi, a dimostrare l’umanità di chi vorrebbe uccidere un proprio simile pur di salvaguardare una proliferazione incontrollata che sta mettendo in ginocchio l’economia delle nostre terre alte. Spero che queste parole, pubblicate senza alcun filtro, verranno stigmatizzate anche dalle altre forze politiche. Deliri che comunque non ci intimidiscono: restiamo convinti che i piani di abbattimento selettivo siano l’unico e reale argine al susseguirsi degli attacchi alle greggi che pascolano sulle nostre montagne. Per questi motivi ho scritto al ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere di valutare al più presto un’azione di contrasto ai lupi anche in ottica comunitaria, coinvolgendo gli Stati transfrontalieri e prendendo spunto dalle loro campagne di contenimento concordate con l’Unione Europea. Sono certo che il governatore Alberto Cirio, il nostro assessore alla Montagna Fabio Carosso e quello all’Agricoltura Marco Protopapa si faranno promotori di questa richiesta in Conferenza Stato-Regioni, facendo sentire la voce delle centinaia di piccoli allevatori piemontesi che vedono il loro futuro minacciato dalle scorribande dei lupi, nonostante i loro straordinari sacrifici per le loro greggi e i nostri territori”.
In passato 'era già stata polemica: Piano conservazione e gestione del lupo in Italia: no abbattimenti selettivi
E qualcuno s'era già fatto "Giustizia" da solo: Testa mozzata sul cartello stradale: "Qui i lupi fanno questa fine"
E per finire... diffidate delle imitazioni: Lupo selvatico in Lomellina? No. Giuditta era stata smarrita dal suo proprietario FOTO
Legambiente ironica: "In bocca al lupo"
Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta però restituisce a Preioni l'accusa di integralismo “cieco e talebano” e parla di "un’ottica rozzamente antropocentrica e priva di alcun fondamento scientifico".
“Il lupo è una specie protetta che crea equilibrio e maggiori servizi ecosistemici, grazie anche al contenimento naturale degli ungulati selvatici. Quella proposta dalla Lega – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e valle d’Aosta - è una finta soluzione che strizza l’occhio alla pancia, senza considerare che è scientificamente confermata come addirittura dannosa in quanto l’uccisione di individui adulti destabilizza il branco peggiorandone la tecnica di caccia, a tutto svantaggio del bestiame domestico. Quello della convivenza con la fauna selvatica è un tema che deve essere trattato su solide basi scientifiche e non può essere liquidato con un semplice via libera alle doppiette. Non è creando una insana contrapposizione fra Uomo e Natura che si aiuta chi deve affrontare difficoltà reali e oggi potrebbe sentirsi solo. Senza dimenticare che il lupo è solo una, e non certo la maggiore, delle difficoltà che la pastorizia in ambito montano deve affrontare. Ci auguriamo – conclude Giorgio Prino - che l’Amministrazione regionale non intraprenda strade che porterebbero a disastri già vissuti in passato e che voglia fare propri gli insegnamenti dei più recenti studi scientifici e progetti internazionali. Facciamo loro un benaugurante “In bocca al lupo” perché possano dimostrare in futuro una conoscenza ed una sensibilità ambientale e sociale maggiore di quella che stanno dimostrando in questi giorni”.
Così come il leghista, comunque, Legambiente auspica una gestione più ampia della questione, nella convinzione però che il lupo e gli altri predatori in Piemonte non siano la causa dei principali problemi degli allevatori, ma rivelatori di problemi e difficoltà della filiera.
Resta in ogni caso il fatto che un intero gregge falcidiato o quattro vitelli aggrediti siano anche il segnale di un problema di sicurezza al di là del settore dellagroalimentare.