Tensione alle stelle

Nella Lega è l'ora della resa dei conti tra Salvini e Giorgetti

Convocato questa sera a Milano un Consiglio federale straordinario. Il Capitano deciso a parare i colpi.

Nella Lega è l'ora della resa dei conti tra Salvini e Giorgetti
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Dal sogno dell'Alberto da Giussano e del "sacro pratone" di Pontida alla Lega "tricolore". Dal Parlamento della Padania alla Lega di Governo, anche senza Centrodestra. Se non sarà la resa dei conti, poco ci mancherà. Uno di fronte all'altro, il "filosofeggiare" (così bollato da Salvini) di Giancarlo Giorgetti e il "progetto europeista incompiuto" (così bollato da Giorgetti) di Matteo Salvini. Di sicuro, per la Lega è il tempo delle riflessioni e, forse, delle decisioni.

L'altissima tensione in seno al Carroccio che ormai monta da giorni potrebbe arrivare al culmine nella serata di oggi, giovedì 4 novembre 2021, quando è in programma una riunione del Consiglio federale che si preannuncia infuocata.

Lega, cosa farò da grande?

Quello che di fatto è diventato il partito più longevo in Parlamento, questa sera nel Consiglio federale convocato in tutta fretta a Milano dovrà decidere per l'ennesima volta negli ultimi anni cosa "fare da grande".

Sul tavolo, proprio la collocazione nello scacchiere europeo con la contrapposizione tra il progetto sovranista delle Destre europee portato avanti da Salvini e una linea politica di ampio respiro proposta da Giorgetti.

Ma è chiaro che la partita che si gioca dalle parti del quartier generale leghista di via Bellerio è ben più ampia e probabilmente, più che in Europa, si gioca nei confini nazionali.

E le stesse parole a inizio settimane del Ministro allo Sviluppo a proporre un modello semipresidenzialista con Mario Draghi a capo del Governo ed eletto anche al Quirinale ha fatto drizzare i capelli a molti. A dir la verità non solo nella Lega, ma anche tra il M5S e Fratelli d'Italia. Senza contare Forza Italia che spinge sempre per il nome di Berlusconi per il Quirinale.

Lega, vertice federale e...questioni di leadership

Ma la partita se si gioca forse più in Italia che in Europa, si gioca anche forse su questioni di leadership più che sui contenuti. Tradotto in soldoni, se si parla di chi guiderà il Governo e la Repubblica, nel Consiglio federale di questa sera ufficialmente o tra le righe terrà banco anche la questione della guida della Lega.

Il risultato delle ultime Amministrative specie nelle grandi città (ma anche a Varese) e ancor prima la gestione delle campagne elettorali e la scelta dei candidati (soprattutto a Milano) hanno lasciato il segno. La "tenuta" nei Comuni medio piccoli del Nord Italia solo parzialmente ha placato le tensioni, anche se recentemente è stato lo stesso presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana a ribadire che "leadership di Matteo Salvini non è mai stata messa in discussione".

Tentativo di fare quadrato

Di certo dal cambio di dicitura del partito con il messaggio "Salvini premier" sembrano passati anni luce. In casa leghista ci si trova a fare i conti con la perdita di consenso testimoniata dai sondaggi (con il sorpasso dei "cugini-rivali" di Fratelli d'Italia e ora anche con chi vorrebbe un cambio di strategie. Come appunto Giorgetti.

A Salvini, già da questa sera toccherà cercare di provare a fare quadrato, buttare acqua sul fuoco, spegnere le tensioni. Ma soprattutto, lanciare un messaggio ai naviganti: il leader è lui. Della serie: va bene il dialogo, vanno bene le correnti, ma il segretario è uno.

Resa dei conti o in piazza per la conta?

Resa dei conti o in piazza per la conta? E' l'interrogativo che aleggia sul vertice di questa sera. La questione è semplice. Secondo i beni informati Giorgetti sembra essere intenzionato a chiedere al Capitano di fare un passo indietro.

In vista del Consiglio federale ha usato metafore che rendono l'idea:

"Salvini è abituato a essere attore protagonista in film western campione d'incassi, secondo me dovrebbe essere impegnato come attore non protagonista in un film drammatico candidato all'Oscar".

Tradotto, Salvini abbandoni i panni di "front man" delle piazze e dei comizi e, con un altro ruolo, contribuisca a cambiare le sorti del Paese.

La replica del Capitano (in realtà sulle proposte semipresidenzialiste di Giorgetti) non è tardata:

"Lasciamo perdere la filosofia".

Anche perché nelle piazze Salvini ci vuole tornare già a breve: pare a Roma, con una grande manifestazione sui grandi temi nazionali: tasse, giustizia, immigrazione. Ma l'occasione servirebbe proprio per fare la conta di chi c'è e chi non c'è...

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