Per le vittime del Covid

Le note del Requiem di Donizetti dal cimitero di Bergamo abbracciano l'Italia intera

Presente anche il Capo dello Stato: "Bergamo oggi rappresenta l'intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e di uomini uccisi da una malattia ancora in larga parte sconosciuta".

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Tanta commozione per la commemorazione che il Comune di Bergamo ha organizzato per le circa seimila vittime bergamasche del Covid-19 tenutasi ieri sera, domenica 28 giugno 2020, nel piazzale antistante il cimitero monumentale della città.

Requiem di Donizetti dal cimitero di Bergamo

L’Orchestra del Festival Donizetti Opera, diretta da Riccardo Frizza, ha interpretato il Requiem di Donizetti. Prima, Francesco Micheli, direttore artistico del Festival Donizetti, ha recitato l’Addio ai monti di Manzoni de I Promessi sposi.

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Nel rispetto delle norma anti-assembramento, invitati i 243 dei sindaci dei Comuni bergamaschi. Presenti il sindaco Giorgio Gori, il governatore lombardo Attilio Fontana e soprattutto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha anche incontrato Luca Fusco, presidente del comitato dei familiari delle vittime.

Le parole del presidente Mattarella

La strada della ripartenza è stretta e in salita, va percorsa con coraggio e con determinazione, con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio: sono le doti di questa terra, che oggi parlano a tutta l'Italia per dire che insieme possiamo guardare con fiducia al nostro futuro. Bergamo oggi rappresenta l'intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e di uomini uccisi da una malattia ancora in larga parte sconosciuta. Ricordare significa riflettere su ciò che non ha funzionato e rammentare il valore di ciò che di positivo c'è stato.

La poesia per le vittime del Covid

Scoperta anche un'effige in memoria delle vittime bergamasche del Covid, sulla quale è stata incisa una poesia di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig. Di seguito, il testo:

Tu ci sei, sono convinto che tu ci sei accanto alle persone che muoiono sole, sole, con a volte incollato sul vetro della rianimazione il disegno di un nipote, un cuore, un bacetto, un saluto.

Tu ci sei, vicino a ognuno di loro, tu ci sei, dalla loro parte mentre lottano, tu ci sei e raccogli l’ultimo respiro, la resa d’amore a te. Tu ci sei, muori con loro per portarli lassù dove con loro sarai in eterno, per sempre.

Tu ci sei, amico di ogni amico che muore a Bergamo, in Lombardia, in ogni parte del nostro tormentato paese. Tu ci sei e sei tu che li consoli, che li abbracci, che tieni loro la mano, che trasformi in fiducia serena la loro paura. Tu ci sei perché non abbandoni nessuno, tu che sei stato abbandonato da tutti.

Tu ci sei perché la tua paura, la tua sofferenza, l’ingiustizia della tua morte le hai offerte per ciascuno di noi. Tu ci sei e sei il respiro di quanti in questi giorni non hanno più respiro. Tu ci sei, sei lì, per farli respirare, per sempre.

Sembra una speranza, ma è più di una speranza: è la certezza del tuo amore senza limiti

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